Anche Krier … non ama le critiche …

Cristiano Cossu … sulle reazioni, poco principesche, di Krier a Novoli …

“… ma non erano Krier e compagni a volere il giudizio della gente???

http://europaconcorsi.com/stories/100355-Firenze-Scontro-su-Novoli-Krier-Il-mio-progetto-distrutto
arrivederci”

cristiano

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8 Responses to Anche Krier … non ama le critiche …

  1. angelo ha detto:

    Ma a quale conferenza è stato il giornalista della Nazione?

  2. Pietro Pagliardini ha detto:

    Angelo, in effetti sembra che gliel’abbiano raccontato l’incontro oppure che gli sia sfuggito qualcosa.
    Esitono però due articoli di Bartoletti, lievemente diversi: uno è quello del link e l’altro è quello sul giornale cartaceo. Entrambe sono ovviamente ferocemente critici verso Krier, ed è un’opinione, ma quello del link ha un sottotitolo fuorviante che ha il “pregio” di dare il segno a tutto l’articolo: non sono stati infatti i “cittadini” a difendere il Palazzo d’Ingiustizia di Leonardo Ricci (guai a toccare i mostri sacri che hanno prodotto mostri veri) bensì un architetto, e non uno qualsiasi, ma l’architetto Antonio Godoli , direttore del Dipartimento Architettura degli Uffizi, il quale ha anche orgogliosamente dichiarato di aver fatto parte della commissione giudicatrice che ha approvato la pensilina-gazebo di isozaki. Potrà negare il giornalista che a questa affermazione si è levato un mugugno generalizzato di sottofondo in sala, questo sì dai cittadini? Certo, anche l’architetto Godoli è un “cittadino” ma, mi sembra, un po’ speciale, “privilegiato” in quanto architetto e direttore di un ufficio di grande prestigio. Se avesse assistito a tutto l’incontro il giornalista avrebbe potuto apprezzare lo scambio verbale tra Godoli e Krier, per nulla edificante. L’architetto Godoli ha scritto ieri un articolo di commento all’incontro su La Repubblica di Firenze. Potete immaginare!
    Ma il succo dell’incontro è stata l’illustrazione da parte di Krer del suo progetto di Novoli modificato e stravolto in fase di approvazione, fatto assolutamente evidente a colpo d’occhio dal confronto tra le tavole mostrate e la realtà attuata, del tutto diversa nel disegno urbano, nelle destinazioni, nel parco. Passeggiando per Novoli dopo cena se ne ricava la sensazione di un luogo deserto e spettrale, privo di gente, nonostante la presenza di una casa dello studente. Può il giornalista affermare che i “cittadini” abbiano difeso il loro parco simil-discarica bonificata? Potrà dire che i cittadini lo frequentano, e lo crediamo sulla parola, dato che è l’unico in zona.
    Mi auguro comunque che il mio collega abbia ripreso con la video-camera non solo Krier ma anche qualche intervento, così da rendere ragione della serata. Ovvio che, con un pò di tempo, metterò il filmato su youtube.
    Se qualche altro frequentatore di questo blog fosse stato presente alla serata sarebbe gradito conoscere la sua opinione, non basata però sul sentito dire.
    Saluti
    Pietro

  3. Tom Muirhead ha detto:

    A Firenze vogliono sempre “il Grande Architetto” al di sopra di ogni critica. Negli anni, Leonardi Ricci ha fatto delle cose lodevoli, ma il Palazzo di Giustizia a lui attribuito, ma che è stato portato a termine senze il suo contributo, è davvero orribile, e non occorre essere amico di Léon Krier (l’apologo di Albert Speer) per pensarlo.

    Io so che è un’orrore in quanto, dalla finestra della case dove ogni tanto sono invitato, presso una amica sulla Via Bolognese (le prime colline) si vedi ergere, in lontananza sopra tutte le altre case, la punta retorica e priva di significato del Palazzo di Giustizia di Ricci.

    Abbandonato l’ “alto moderno” sei suoi anni migliori, Ricci poi addottò questo linguaggio “del gesto”, sprecone, formalista, brutale, e brutto, per creare uno spettacoloso e tremendamento non-sostenibile porcheria.

    Per quando riguarda Krier: la sua negative esperienza fiorentina gli dovrebbe insegnare ciò che non ha mai capito: le sue idee in campo urbanistico sono fallimentari.

  4. Tom Muirhead ha detto:

    e scusami gli errori – non sono di madrelingua oltre ad essere incazzato. Con tutti !

  5. angelo ha detto:

    Tom, per favore spiega:
    “le sue idee in campo urbanistico sono fallimentari”
    grazie

  6. Tom Muirhead ha detto:

    Angelo, è evidente. Krier è partito da una visione coherente (per quanto retrogrado e kitsch) ma ai fatti, passato attraverso tutti i processi ai quali ogni progetto viene sottoposto, chiamiamola democrazia, la visione è stata fatta a pezzi e distrutta.

    In altre parole, il modo krieriano di concepire l’urbanistica è fallimentare perché non in grado di passare indenne attraverso le fasi di verifica e calibrazione.

    Esiste un approccio diverso al progetto urbano, consapevole dall’inizio che l’idea iniziale dovrà essere sottoposta a varie procedure, e pertanto che deve essere tale da poter non solo reggere attraverso questi processi, ma anzi, migliorare.

    E’ quello che volevo dire, più o meno.

  7. Pietro Pagliardini ha detto:

    Tom, non sono del tutto sicuro di avere capito bene. Se per “procedure” e “processi” intendi gli inevitabili passaggi burocratici e politici necessari (ma spesso artificiosi) della nostra complicata democrazia italiana credo tu abbia ragione. Krier è infatti la persona meno adatta a questo nostro italico mondo dove il cavillo conta più della sostanza e dove, in effetti, ogni progetto deve essere seguito dall’autore o da qualcuno da lui delegato di assoluta fiducia dalla nascita alla conclusione 8o alla morte), non facendo troppo gli snob. Va detto tuttavia che ultmamente Krier lavora spesso in Italia con Pier Carlo Bontempi eppure…..i loro progetti vengono sempre stoppati, anche dalle soprintendenze, perchè troppo “mimetici”. Probabilmente neanche Bontempi è troppo adatto ai bizantinismi italici. Ma dobbiamo condannarli per questo?

    Se invece intendi che Krier non passa il vaglio dei cittadini allora ti sbagli proprio perchè i suoi progetti piacciono, eccome.
    saluti
    Pietro

  8. Tom Muirhead ha detto:

    Caro Pietro, anche gli spettacoli televisivi piacciono, eccome. Ciò non vuol dire che sono buoni.

    Per il resto sì, mi hai capito – però non pensare che i passaggi burocratici complicati, e non di rado anche loschi, esistano solo in Italia.

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