Le monetine … di Biancaneve …

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Isabella Guarini risponde a Eldorado … sul “caso” Biancaneve: …
“Non avevo più voglia di parlare di Napoli, ma Eduardo Alamaro mi tira per i capelli pur avendo egli detto tutto con la sua metrica non baciata. I fatti sono quelli della cronaca giudiziaria: arresti, intercettazioni, intrighi per costituire monopòli di gestione degli appalti pubblici da nord a sud. Leggo nelle intercettazioni pubblicate: “Bisogna far passare l’appalto come prestazione di servizio ( manutenzione stradale), altrimenti le imprese di costruzione ci danno addosso”. Così si preparava il disgustosio miscuglio di cemento, asfalto e merendine scolastiche. Di tutto ciò Biancaneve, da le mani candide, non sapeva nulla. Possiamo crederLe, ma con un colpo di scena degno della più futurista delle scenografie, le candida Principessa si trasforma. nella più nera delle figure femminili di potere. Come Lady Macbeth si aggira per il Palazzzo, registra e tesse la tela, non più quella di Penelope in attesa di Ulisse che la liberi dai Proci, ma quella di Aracnide per irretire i suoi nemici politici. Non si capisce dalla tragedia di Shakespeare se Lady Macbeth abbia avuto figli, ma la Lady partenopea genera nuovi assessori con la cura di una madre. Leggo i nomi e apprendo che il nostro Pasquale Belfiore è chiamato alle armi mentre se ne stava tranquillo nella sua casa. Ha dichiarato che intende eliminare i tanti maxi-cartelloni pubblicitari che oscurano il paesaggio e i monumenti e avviare un discorso più articolato sul Centro storico. Naturalmente gli credo, ma l’esperienza acquisita nella Commissione Edilizia del Comune di Napoli,, di cui ho fatto parte insieme ad Alamaro, mi suggerisce di essere prudente e aspettare i fatti. Per ora la nostra Lady Macbeth si aggira insonne nel Palazzo, perché ancora non ha l’approvazione del Consiglio Comunale. Fuori, nella Piazza del Plebiscito, i Napoletani si recano a gettare le monetine della speranza nelle vasche da bagno di Jan Fabre.”

I.G.

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