Maledetti bottegai …

Riceviamo da Emanuele Arteniesi e, molto volentieri, pubblichiamo questa sua riflessione ispirata alla inquietante vicenda delle Torri dell’EUR: …

“Roma internazionale, sulla terrazza di Fiumicino a guardare volare via gli aerei.
Il sogno di civiltà, torri per ministeri della Repubblica, e Piacentini sollevato, come ci ricorda Giorgio Biuso, vedendo fronteggiato il pericolo di speculazione. Che Architetti.
Brava Casa Bella Vita le riviste i mass media questi loschi tristi figuri vestiti di nero e smunti, architetti, innamorati di che?
Un Pasolini architettonico trenta anni dopo, l’omologazione e la a-culturazione ora distrugge pure i segni più stabili, l’architettura.
Avevamo un International Style a modo nostro, equilibrato, e grandi maestri che sono la nostra linfa vitale. Ligini come Nervi, quì non c’è bisogno di essere meno approssimativi.
C’è un film da post-boom economico in cui Walter Chiari finge di essere ricco con un figlio che non vede mai. Finge nel bar di fronte al laghetto dell’Eur che lì sembra un caffè di Los Angeles. Ora è una latrina. Non si può certo sperare nell’idillio, ma distruggere anche gli elementi più duraturi, delle torri!
In modo doppiamente distruttivo perchè si va anche a compromettere la futura vivibilità di un quartiere con l’iniezione di migliaia di bene stanti e auto mobili. E non era certo quello il luogo più bisognoso di cure…
Ancora oggi se si cammina per Via degli Angeli, tra il Quadraro e Torpignattara, ci si imbatte in visioni pasoliniane: un angelo riccio seduto su una sedia di plastica davanti ad uno smorzo, targhe toponomastiche intitolate allo Scopino e al Disoccupato. E i marciapiedi ancora non ci sono! E noi abbattiamo le torri dell’Eur?
Probabilmente tutto il nostro meglio del dopo guerra lo dobbiamo anche al nostro ruolo nella guerra fredda. Petrolio P.P.P., un doping economico che abbiamo scambiato per altri sacrifici.Come quello enorme della città di Napoli, base della flotta americana e disperata città fermata, resa silenziosa, come in un acquario, e che in “Mistero napoletano” di Ermanno Rea rivive sinistra e vivida. Sacrifici freddi, un pò più sopportabili di quelli di vite umane delle guerre calde. E noi che facciamo di queste memorie?
Le astuzie della storia sembrano diventare a volte dei tristissimi scherzi del destino, e oggi distruggiamo proprio i migliori frutti di quella vicenda pagati a così caro prezzo!
Che come ci insegna Pasolini, al di là degli squali, erano frutto, anche loro così moderni ed internazionali, di un’arte antica ancora viva. Oggi il disastro che Pasolini vedeva nel ’75 riferendosi alla cultura che svaniva è arrivato a distruggere anche i segni più forti, più cari, più innocui. Maledetti Bottegai! E maledetti noi che trascuriamo sempre “noi stessi” fino ad accorgercene troppo tardi”

E. A.

Alla luce delle ultime cronache si potrebbe, anche, osservare che, …

a Roma come a Berlino, …

esista una certa, diffusa, paura del passato, …

prossimo …

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1 Response to Maledetti bottegai …

  1. Giorgio Biuso ha detto:

    Da tangentoli, dalla P2 siamo ormai in piena P3. Quasi la totalità di un certo tipo di amministratori pubblici non nasconde l’appartenenza alla Massoneria. Possibile che tra tanti giudici coraggiosi non ce ne sia uno che prova a cimentarsi con questa devianza, visto che proprio a quel tipo di amministratori vengono affidate le vendite, le cosiddette valorizzazioni del patrimonio pubblico accumulato con tanto sudore da amministartori onesti negli anni passati?
    Giorgio Biuso

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