SOM … sbarca a Roma … o, almeno, ci prova …

DSC05307

In tempestiva coincidenza con i lavori della giuria di “Campidoglio 2” …
lo studio più potente del mondo sbarca a Roma …
con una conferenza di Gary Haney dal titolo accattivante, quanto emblematico:
“Esplorazioni architettoniche” …
e pensando di essere ancora in uno degli Emirati ci racconta … semplicemente … delle favole … che neanche Le mille e una notte … con tanto di mezzaluna e cielo stellato…
alla domanda: ” ma … Gehry?” … Mai sentito … parola di Gary …
“Noi ci ispiriamo alle foglie” …

ai foji da mille … se dice da ste’ parti …

Questa voce è stata pubblicata in Architettura. Contrassegna il permalink.

13 Responses to SOM … sbarca a Roma … o, almeno, ci prova …

  1. simone ha detto:

    professore oggi è stato un po’ birichino a prendersela col povero gery… chissà perchè non ha risposto alle sue parole…magari il traduttore non ce l ‘ha fatta a starle dietro…mah chissà… comunque mi ha fatto piacere sapere che roma è finalmente una città veramente aperta…… viva lo star system!
    p.s. – ma le prossime conferenze salteranno o saranno i suoi interventi a saltare? stiamo a vedere

  2. isabella guarini ha detto:

    PIove, si può dire in tanti modi. Con D’Annunzio, piove sulle pendici salmastre ed arse, piove sulle tue ciglia, o Ermione. Con Modugno, piove sul nostro amor, ciao, ciao bambina. Come pioveva così piangeva e.. chiove a zeffunno, sì chiove a zeffunno. Ma dove?. Sulle grandi opere delle archistar, templi della dea Metamorph, contro la Triade Vitruviana. Messe al bando, Utilitas, Firmitas , Venustas hanno atteso che gli eventi naturali mettessero a nudo le debolezze delle grandi opere che fanno acqua ementre vacilla il loro mito. I quotidiani danno l’annuncio che, dopo un temporale, il Teatro dell’Opera di Valencia si riempie di acqua e fango, il Ray and Maria Stata Centre del Mit di Cambrige, Boston, inaugurato il 2004, fa acqua e dopo una nevicata , le porte restano bloccate dalla neve. .Altri inconvenienti sono rivelati dagli utenti dei gioielli dell’archiettura contemporanea e “a prendersela con i guru sono le stesse istituzioni che li hanno ingaggiati” (da La Repubblica del 08/11/2007).
    Con le mutazioni climatiche in corso penso che la pioggia non sarà più come la pioggerellina di marzo che picchia sui vetri, ma sarà sempre più dilavante sugli edifici come i fiumi in piena. Vedremo!

  3. isabella guarini ha detto:

    Scusa, o Ermione. Nella pioggia nel pineto non piove sulle pendici salmastre e arse, ma sulle tamerici. L’importante è la memoria.

  4. Fabio ha detto:

    prima di tutto, è stato umiliante e castrante sentire che ad una conferenza all’ interno di un’ università si debba ricorrere al traduttore, fosse stato turco tedesco o che ne so giapponese, lo avrei capito, ma vedere tradurre l’inglese mahhh.
    Comunque condivido l’intervento del professore, non perchè voglia criticare il fatto che si stia costruendo campidoglio 2 (sono ancora giovane e speranzoso), ma il fatto che SOM è stato presentato come un turista per caso che è inciampato a vallegiulia. Toh eccoti anche l’esempio (quello finale) di progetto che dialoga con l’intorno. Non siamo mica scemi basta un pò di chiarezza. Comunque una cosa è dialogare con il boschetto, un altra con la stazione ostiense, il traffico, Roma e le sue istituzioni…….

  5. adelaideregazzoni ha detto:

    Gli inconvenienti rilevati, l’acqua sull’opera di Valencia o la neve sul MIT di Boston, sono appunto, inconvenienti, che mi fanno ricordare brani di frasi che si sentono tra il pubblico quando si entra o si esce dal concerto all’Auditorium di Roma:le scale sono troppo lunghe, i bagni sono troppo pochi, le ascensori sono lente e altro.

    Sicuramente queste osservazioni sono giustificate, ma vorrei attirare l’attenzione su altri tipi di considerazioni, inerenti più propriamente l’Architettura che stiamo percorrendo.,per capire i veri profondi problemi del comporre.
    Già all’ingresso sentiamo il disagio di affrontare lateralmente un edificio importante, situazione che si è raramente presentata:dopo avere velocemente cambiato la direzione dei nostri passi, continuiamo ad approfondire il disagio,poichè ci troviamo con il lato destro costruito e valorizzato , mentre a sinistra abbiamo il vuoto.Tutto ciò avviene in presenza di un edificio imponente e assiale sul percorso (spero di essere abbastanza chiara).
    La presenza di tre unità edilizie, scelta dell’architetto, simmetriche rispetto all’asse centrale, ma di volumi differenti,è un altra delle difficoltà che incontriamo.

    E poi viene il discorso direi più importante nel riguardo di questa opera:
    La singolare copertura dei tre edifici,vorrebbe mi pare, richiamare l’attenzione sul luogo nel quale si sta operando : siamo a Roma , dove la presenza delle cupole è una tradizione millenaria. La maraviglia che le cupole hanno sempre esercitato è ,: l’essere godibili sia dall’esterno che dall’interno, cosa che purtroppo qui ci è negata; la stessa sala grande col rivestimento in legno non riproduce la forma esterna ( sento già dire che l’acustica ha le sue leggi ;forse non avete sentito gli splendidi concerti gregoriani al Sant ‘Ignazio ;chiedo scusa per la digressione.)
    Ancora una ultima osservazione sul rapporo tra le cupole e il loro appoggio:di solito il tamburo sotto una cupola rotonda o ovale , non è una “palazzina ” a cui raccordarsi con dei tiranti, ma un elemento continuo atto a scaricare i pesi.
    Questo direi ai miei studenti ,poi, accennerei agli inconvenienti.

  6. Leo ha detto:

    Ho trovato assolutamente fuori luogo e vergognoso il suo intervento alla conferenza di Gary Haney. Finire a parlare di Rost Beef dopo che uno dei rappresentanti di uno dei più grandi studi del mondo è venuto fino alla vostra sperduta collinetta e vi ha fatto il regalo di venirvi a parlare dei suoi progetti, peraltro incredibilmente belli.

    Primo: Come si permette?!!! ma che è educazione?

    Secondo:Del suo intervento non si é capito pressoché nulla, ed il traduttore era piuttosto in difficoltà a seguire i suoi deliri….(traduttore bravissimo, collaboratore del professor Passeri,figuriamoci se lo trovavate voi) Ma le sembra un modo educato e maturo di fare critica.

    Terzo: Il Giornalista che ha fatto la domanda alludendo a Ghery e chiedendo “chi ha copiato chi?” non ne capisce nulla di architettura perché se uno ha una minima conoscenza delle opere di Ghery sa benissimo che il progetto per quelle foglie ha una logica completamente diversa rispetto ai mirabolanti rivestimenti metallici di ghery (che io peraltro amo). una matrice di pensiero proprio agli antipodi.

    E’ la seconda conferenza che vengo a vedere a Valle Giulia..e vi posso dire una cosa . Sono orgoglioso di non essere uno dei vostri dtudenti, di essere di Roma Tre. Perchè vi posso giurare che nessuno dei miei professori di storia dell’architettura si sarebbe mai permesso di fare un intervento del genere… ( intervento che ha ricevuto pure applausi)… se voi siete la Creme de la creme..preferisco prendermelo amaro il caffè…

    Che dire di più sono rimasto sconcertato. Poi ci chiediamo perchè lo star system impazza…Renzo Piano e Zaha Hadid nons ono certo diventati grandi sparando a zero sui grandi architetti…Se date ai vostri studenti una visione così gretta e chiusa dell’architettura,ma soprattutto del modo di relazionarsi e di fare critica, come possiamo sperare di essere competitivi a livello internazionale?

    Senza parole.

  7. pasquale cerullo ha detto:

    E che dire dell’acustica di S. Bernardo alle Terme, il coro cistercense si dilata nello spazio e ti avvolge quasi come un miracolo. Alcune volte c’è veramente da dubitare delle nostre certezze matematico-fisiche.

  8. rossana ha detto:

    Mi permetto di entrare in questa conversazione perchè ero presente alla conferenza e ritengo sia necessario e impellente fare altre riflessioni. Non voglio entrare nel merito di quale punto di vista sia corretto, non voglio pormi il problema del se è giusto o no tradurre l’inglese, se e perchè in questo momento lo studio S.O.M. è a Roma; e non perchè non ritenga siano argomenti di dibattito importanti ma perchè credo sia giunto il momento di riflettere su altro.
    Perchè da un po’ di anni quando c’è una conferenza di architettura (a Roma soprattutto) gli studenti non ci sono? Quell’aula magna era desolatamente vuota, a meno che non ci si voglia illudere che un posto occupato e due no nell’aula magna di una grossa facoltà di architettura come è Valle Giulia voglia dire presenza di studenti!
    Chi farà l’architettura di domani non vuole più stare a sentire. Questa è la preoccupante realtà. Erano al di là del vetro a fumare ma non entravano. Allora scusate credo che tutti quelli che a vario titolo si occupano di architettura dovrebbero in questo momento deporre ogni tipo di armi e riflettere su questo.
    Io non credo siano tutti degli svogliati menefreghisti.
    Io credo che ci stiamo perdendo un importante pezzo del futuro, credo che forse si annoia alle conferenze che allora, forse, vanno pensate diversamente; oppure non conoscono gli architetti che sono sul palco, allora, forse, bisogna presentarglieli meglio a lezione…
    Non so quale sia la soluzione ma chiedo a chi è a contatto con gli studenti di riportarli ad avere curiosità per l’architettura altrimenti mi dispiace ma credo che qualsiasi altro dibattito su chi deve o non deve progettare a Roma, su chi doveva o non doveva vincere un determinato concorso, ecc… ecc…cadrà nel vuoto.
    Concludo dicendo che spesso mi trovo a seguire le conferenze del NABA (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) e sono strapiene di studenti…forse sono pagati per seguirle? O magari sono solo diverse dalle altre?

  9. Davide Cavinato ha detto:

    …forse gli studenti del NABA sono ancora delle matricole illuse…comunque il discorso è molto vero. Probabilmente ci si sta cominciando a stancare di andare ad ascoltare l’ennesima “imitatio Christi” di questo o quel progettista…

  10. filippo de dominicis ha detto:

    rossana ma ti sei chiesta se quella di som era davvero una conferenza e non qualcos’altro? mi è capitato di andare ad ascoltare “conferenze” su e di architetti che ci erano stati presentati ” a lezione” ,e che avevo imparato anche a conoscere per cavoli miei, e ne sono uscito desolatamente deluso e annoiato…come la mettiamo? l’ assenza di studenti è un sintomo della malattia? o è la malattia? ne prendano atto quelli che le “conferenze” le organizzano, a valle giulia…del resto lo chiamano “management dei progetti culturali”, no? e quindi da bravi manager sapranno prendere le contromisure del caso ….
    a volte capita pure che siano gli studenti a organizzarle le conferenze comunque…raro, ma succede…

  11. salvatore digennaro ha detto:

    Se avessi saputo per tempo del Rost Beef, avrei fatto con piacere 500 km per assistere a quella conferenza, magari accompagnata da qualche “foglia” di insalata e respirare un pò d’aria pura sulla vostra collinetta…
    P.S. alcuni studenti hanno le orbite piene di fantasmagoriche presentazioni tridimensionali di altrettanto fantasmagoriche architetture “internazionali”!
    Giusto per disintossicarci un pò perchè non guardiamo qualche architettura moderna italiana e della “ricostruzione”, es. Libera. Ridolfi, Gardella, Moretti, Vaccaro, Scarpa ecc. oppure per essere un pò internazionali Pikionis o qualche contemporaneo meno “luccicante” come Zumthor, giusto per riposare un pò gli occhi

  12. Barbara Bracci ha detto:

    Studentessa di architettura a Valle Giulia…
    Ci si chiede perchè quando c’è una conferenza di architettura gli studenti non ci sono…Perchè quell’aula magna era desolatamente vuota?
    Il 99% delle persone che conosco non sono potute venire perchè in quell’orario si svolgevano i laboratori = obbligo di frequenza = ogni voltra che non ci vai succede un dramma…
    Naturalmente le lezioni non erano state sospese…
    Penso che il problema non siano gli studenti… penso che si possa correre il rischio di rinviare qualche lezione per una conferenza…come farlo capire al “management dei progetti culturali”??
    Addirittura si pensa che chi farà l’architettura di domani non vuole più stare a sentire??
    No, no… io non credo che si possa arrivare a questo livello di megalomania… tutti abbiamo bisogno di “sapere” per poi decidere con la nostra testa.
    Ma soprattutto…noi di Valle Giulia ci teniamo stretti professori come Giorgio Muratore…e applaudiremo sempre a chi ha il coraggio di parlare in questa società di inciuci e marionette ben programmate…
    …open your eyes…altro che Roma 3!

  13. Dario ha detto:

    Re. to: Leo

    E così ecco un’altra vittima del sistema..Ormai le radici sono arrivate talmente tanto in fondo che ad alcuni sembra quasi indegno ascoltare qualche voce di dissenso che ancora resiste..
    la domanda è: che futuro ci si prospetta prof?

    Bravo Leo, mi raccomando quando vai nella toilette degli signori ricordati di non scorreggiarre troppo forte, non è educato..
    Vai a sconcertarti a Roma 3 che noi stiamo a posto..

    W Muratore

Scrivi una risposta a Dario Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.