Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po’ sessantottista
da un po’ di tempo ambientalista
qualche anno fa nell’euforia mi son sentito
come un po’ tutti socialista.
Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po’ controcorrente
son federalista.
Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.
Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s’allena a scivolare dentro il mare della maggioranza è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c’ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po’ non so perché mi son trovato
cattocomunista.
Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall’informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.
Io sono
un uomo nuovo talmente nuovo
che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.
Giorgio Gaber, “IL CONFORMISTA” (1998)




se ci fosse un uomo…
Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente.
Se ci fosse un uomo
forte di una tendenza senza nome
se non quella di umana elevazione
forte come una vita che é in attesa
di una rinascita improvvisa.
Se ci fosse un uomo
generoso e forte
forte nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
forte nell’odiare l’arroganza
di chi esibisce una falsa coscienza
forte nel custodire con impegno
la parte più viva del suo sogno
se ci fosse un uomo.
Questo nostro mondo ormai è impazzito
e diventa sempre più volgare
popolato da un assurdo mito
che è il potere.
Questo nostro mondo è avido e incapace
sempre in corsa e sempre più infelice
popolato da un bisogno estremo
e da una smania vuota che sarebbe vita
se ci fosse un uomo…
Allora si potrebbe immaginare
un umanesimo nuovo
con la speranza di veder morire
questo nostro medioevo.
Col desiderio
che in una terra sconosciuta
ci sia di nuovo l’uomo
al centro della vita.
Allora si potrebbe immaginare
un neo rinascimento
un individuo tutto da inventare
in continuo movimento.
Con la certezza
che in un futuro non lontano
al centro della vita
ci sia di nuovo l’uomo.
Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da corpi e da anime gioiose
che sanno entrare di slancio
nel cuore delle cose.
Popolato di fervore
e di gente innamorata
ma che crede all’amore
come una cosa concreta.
Popolato da un uomo
che ha scelto il suo cammino
senza gesti clamorosi
per sentirsi qualcuno.
Popolato da chi vive
senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso
e della propria pulizia.
Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da un uomo talmente vero
che non ha la presunzione
di abbracciare il mondo intero.
Popolato da chi crede
nell’ individualismo
ma combatte con forza
qualsiasi forma di egoismo.
Popolato da chi odia il potere
e i suoi eccessi
ma che apprezza
un potere esercitato su se stessi.
Popolato da chi ignora
il passato e il futuro
e che inizia la sua storia
dal punto zero
Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da chi é certo
che la donna e l’uomo
siano il grande motore
del cammino umano.
Popolato da un bisogno
che diventa l’espressione
di un gran senso religioso
ma non di religione.
Popolato da chi crede
in una fede sconosciuta
dov’é la morte che scompare
quando appare la vita.
Popolato da un uomo
cui non basta il crocefisso
ma che cerca di trovare
un Dio dentro se stesso.
Se ci fosse un uomo di Giorgio Gaber
da Io non mi sento italiano Cgd East West 2003
Uomini nuovi quelli che a Valle Giulia il nove luglio 2007 aprono la mostra ICAR14, sull’insegnamento della progettazione architettonica nelle facoltà italiane…attratto dalla “folla” fuori dall’aula fiorentino ad ascoltare il verbo e da quei pannelli lucidi e fotografici che infondono profumo di colla e vernice fresca nei corridoi della nostra scuola…già il titolo della mostra mi fa pensare…mi fa pensare perchè non lo capisco…icar14…sigla quasi sintomatica, nella sua secca e asciutta “accademia”,…di come gli insegnanti, i tutori della disciplina vogliano una volta di piu sbrogliarsi la matassa tra loro…del resto le facce presenti alla prolusione non fugano questi dubbi, per tacere delle parole profuse,della quantità di contenuti, che poco hanno a che fare con l’architettura, dissipati, dell’autoreferenzialità dei discorsi, della qualità dei personaggi che, sempre uguali a se stessi, recitano una farsa già scritta dai loro maestri -buoni o cattivi che siano- trent’anni prima, imprigionati e immobilizzati nelle loro parti.
Da queste premesse, cosa potrebbe discendere se non un panorama di progetti esposti -quelli degli studenti sbattuti in prima pagina strumentalmente e anche un po volgarmente (nel senso che,come su una qualsiasi rivista, non resta neanche una traccia del percorso intellettuale che ha portato all’elaborazione del progetto…)- , assolutamente tutti uguali a sè stessi, appiattiti al livello di pura elaborazione e speculazione grafica, da ferrara a roma, tanto per citare la prima e l’ultima della classifica del censis…
ICAR/14 è solo la sigla ministeriale di un “settore scientifico disciplinare”, composizione architettonica e urbana… E’ comoda per organizzare le procedure amministrative del reclutamento e della gestione dei docenti :-)))
Se poi anzichè comporre la gente disegna oggetti a ritmo forsennato, e poi li mostra e li pubblica, che ci posso-possiamo fare?
Il Ministero ci dice che gli studenti DEBBONO laurearsi e soprattutto lo debbono fare nei tempi previsti; tutto il resto è noia, diceva quello…
perdonami cristiano, ma come “che ci possiamo fare”?!?che tu mi dica che ICAR/14 è sigla ministeriale..beh mi fa ancor piu rabbrividire la cosa…si passa dall’accademia alla pura messa in pratica di esigenze burocratico-procedurali…e io che mi crucciavo della vanità di certe parole davvero alate allora, ascoltate alla prolusione-fiume dell’ICAR/14…se è questo l’insegnamento della composizione…architettonica e urbana, allora capisco perchè la facoltà di architettura di ferrara è la prima nella classifica del censis…perchè persino gli studenti sono consapevoli di quanto l’università, nella persona dei docenti che -poverini, cosa mai potranno farci loro?!??!- sia pronta ad “insegnare” veramente….
Certo, se pensiamo a ciò che dice il buon Angeletti della UIL…
…
Ma come si permette di dire che ICAR/14 non è usurante???
Io sono già logorato prima di entrarci!!! Logoratissimo sono…
Sentite qua:
“E pensare che c’è pure chi in pensione non ci vorrebbe andare mai.
«Ecco, i non usurati per definizione ».
La butto lì: i piloti d’aereo?
«Ha fatto centro. La maggioranza dei piloti vuole lasciare il lavoro il più tardi possibile.
Non sono gli unici.
«Ci sono anche i magistrati e i professori universitari. Dire che facciano un lavoro usurante sarebbe un grave azzardo ».
I meno usurati in assoluto?
«I professori universitari. Ci sono magistrati che lavorano molto e altri che lavorano meno. I professori universitari… ».
Che cosa?
«Mi devono ancora convincere che si ammazzano di lavoro ».”
dal corriere online…
A parte alcuni lavori che sono usuranti per definizione, come quello dei minatori e consimili, penso che siano usuranti tutti quei lavori che privano della libertà di pensare e di esprimerer il proprio pensiero. Perciò ,in prima linea vedo il lavoro di chi, nelle università, non ha potere accademico.