Parchi … Parcheggi … e la “profanazione” delle ville storiche …

Riceviamo e volentieri vi sottoponiamo questa testimonianza di Pietro Barucci, “utente” dei “verdi” parcheggi capitolini …
Nato e quasi sempre vissuto a via Margutta, tengo la macchina nel parcheggio di Villa Borghese, ricavato negli anni Sessanta sotto lo storico galoppatoio, quando il concetto di impatto ambientale era di là da venire.
il parcheggio è di buona firma (Luigi Moretti) e difatti funziona bene, ma il galoppatoio non si è mai riavuto dal trauma subito. Lo sconvolgimento dei  lavori ha avviato un degrado inarrestabile. Oltre alla creazione dei larghi pozzi per l’areazione e le uscite di emergenza,   la costruzione del parcheggio è stato un prezioso pretesto per realizzare altri ingombranti edifici di servizio, inconcepibili prima della profanazione. Il rinterro e le sistemazioni a verde sono incomparabili con l’humus preesistente; malgrado i ripetuti tentativi di “normalizzazione” il luogo rimane estraneo e poco frequentato. I raccordi stradali sono in abbandono, alterati rispetto al progetto originario e pieni di buche. All’interno il parcheggio è assai degradato; la poetica brutalista del cemento a vista anche in questo caso non ha mancato di deludere. Oscuro e polveroso, ormai avrebbe bisogno di importanti lavori di manutenzione che nessuno si sogna di fare, anche se i prezzi sono in perpetua lievitazione.
Non vedo perché il parcheggio del Pincio dovrebbe essere migliore. Semmai peggiore, visto che non c’è all’opera nemmeno un Luigi Moretti.”

Pietro Barucci

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