L’astuto polacco … colpisce ancora …
Sulla rassegna stampa di qualche giorno fa, a proposito del viaggio della soave Letizia a New York per “vendere” Milano 2015 sulla piazza finanziaria Americana …
ci ha colpito, tra l’altro, la cerimonia della visita, allo studio Libeskind …
(evidentemente, ci ricordava l’analogo tour pre-giubilare di Rutelli in visita allo studio Meier … per perfezionare, si fa per dire, i dettagli dell’Ara …)
e pure assai stimolanti, quasi sublimi, … le osservazioni della Star che si è esibita con la consueta modestia … ché, magari, se credeva Fuksas e a proposito del suo parto fieristico Milanese (quello suo naturalmente … non quello del lituano …) ha osservato garbatamente:
“Credo sia un progetto non solo europeo, ma di carattere mondiale …
Ovunque nel mondo l’abbia mostrato ho visto risaltare negli occhi della gente la storia di Milano, le sue tradizioni e la sua voglia di cambiamento …
Milano … è ‘una città mondiale’ …
abbiamo creato un tessuto nel quale si presentano le varie anime della città …
Il verde si irradia e raggiunge il centro della piazza che si presenta come un’area tonda da cui si snodano vari spazi …
accessibile e permeabile per la gente …
Sarà una celebrazione degli spazi aperti e gli edifici residenziali sono stati pensati non solo per chi ci vivrà ma anche per creare qualcosa di realmente sano dal punto di vista ambientale …
nello spazio Domodossola … e’ prevista la costruzione di un museo …
Se si parla di Milano si pensa subito anche a Leonardo …
come avrebbe realizzato questo museo?
Leonardo avrebbe preso il quadrato e lo avrebbe trasformato in cerchio rendendolo dinamico …
Il museo dunque parte come un quadrato e si trasforma alla sommità in un cerchio …”
L’architetto infine ha affrontato il tema delle proteste dei cittadini contro il progetto, che parlano di eccessiva cementificazione:
“Succede sempre che si creino polemiche …
ma non c’è niente di più grande della democrazia …
Io, da sempre, cerco di confrontarmi con la gente …”
Un vero “Maestro” … di musica … “mondiale” …
Caro Giorgio, donna Letizia ha fatto di necessità virtù, incoronando Libeskind architetto comunale dell’Expò 2015, dopo che l’assessore Masseroli, che attualmente presidia la materia urbanistica comunale in nome e per conto del trio Formigoni (Regione)-Roth (Fondazione Fiera)-Lupi (Fiera esposizioni), le ha crudamente spiegato che il milione di metri cubi e i 500 milioni di euro derivanti della gestione ciellina della trasformazione dell’era ex Fiera, non sono materia discutibile. Nel prendere atto di ciò anche alcuni militanti della Lista Moratti, che avevano creduto alle sue promesse di ridiscussione dei contenuti del progetto, sono rimasti amaramente delusi, passando all’opposizione critica. Quelli di noi che non ci avevano mai creduto e che avevano impugnato al TAR procedure sbarazzine, quantità esorbitanti e delega a Fiera delle scelte sulle opzioni progettuali, continuano la battaglia, subordinando il ritiro dei ricorsi ad una drastica riduzione della quantità edificatoria ed ad un radicale cambiamento dell’impostazione insediativo-progettuale, frutto dell’anodina mano di Pier Paolo Maggiora, assai più che delle rutilanti immagini dei tre grattacieli di Libeskind, Hadid, Isozaki. Occorre superare l’impostazione da “città-giardino”, già criticata da De Finetti nel 1946, che frammenta il poco verde disponibile, ignora il prevalente orientamento nord-ovest/sud-est degli assi viari e dei tessuti urbani circostanti, e disperde sui margini le nuove volumetrie, anziché concentrare i volumi edificatori a nord-ovest e il verde pubblico a sud-est (come ha dimostrato essere fattibile il progetto di Piano per Pirelli RE), contenendo l’afflusso veicolare verso il centro città ed evitando l’incombere delle nuove edificazioni (25-30 piani) su quelle preesistenti (7-8 piani). A partire da una simile impostazione insediativa, siamo disponibili persino ad affidarci alle amorevoli mani di Libeskind, ai suoi ricordi di trascorsi giovanili milanesi, ai suoi grattacieli curvi, alle sue quadrature del cerchio: più danno che tanto non riuscirà a fare !
Si può rimediare a un “pasticcio” come il progetto CityLife per l’ ex-Fiera di Milano? Un progetto così “impastato” e impomatato di brillantine luccicanti a modellare le facciate dei tre grattacieli – fino all’ esasperato ciuffo “a banana” dell’ edificio-toupè del “parrucchiere Libeskind”- può “sopportare” delle modifiche? Se queste modifiche promesse, soprattutto da imporre all’ altezza dei tre grattacieli, vengono accolte in un unico mucchietto di idee (o, a seconda del punto di vista, di corbellerie…) e poi spacciate come “unica soluzione”, non c’è il grosso rischio che, in questo caso, la soluzione sia in definitiva anche peggio del problema? Dei grattacieli così formalmente “esasperati”, se modificati, dovrebbero, secondo me, essere ridisegnati da capo, e non per capriccio, ma proprio per necessità! Come si può interrompere la torsione del grattacielo della Hadid? E dove tagliare il “ciuffo” di Libeskind? Forse qualcosa si potrà fare solo per l’ edificio di Isozaki, ma comunque questi tre edifici rischiano di risultare più goffi di quanto appaiano ora-o, almeno, questa è la mia opinione. E poi, adesso basta con Libeskind! Va bene, fategli fare il suo ciuffo, e se vorrà fategli acconciare la capigliatura della Moratti… e poi basta! Sciò, sciò… L’ Expo fatelo fare a qualcun’ altro- ma, dopotutto, è proprio necessario pensare a questo Expo quando a Milano ci sono emergenze-anche architettoniche-ben più urgenti?