RICOSTRUIRE … RIPROGETTARE …

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Carlo su: “EREDI INDEGNI”? …

Ettore maria mazzola su: MAZZOLA … SULL’EDIFICIO SOPRAVVISSUTO … “Caro professore, In questi giorni di dolore ho …

“Egregio professore (o professori, vedete voi), vedo con piacere che chi non la pensa come voi è “fazioso”, “saltemelecco”, “lobotomizzato”. E’ un vecchio film già visto da quando ero all’università, ad ogni modo la sua mi sembra solo una risposta piccata in quanto non ho letto motivazioni razionali ma solo scelte di tipo ideologico.

La cosa, comunque, mi ha messo di buon umore, ed allora (se me lo concede) le rubo un minuto del suo preziosissimo tempo per spiegare alcune cose.

Per quanto riguarda quel tipo di restauro “dov.era, com’era” può tranquillamente andare a vederselo all’Aquila, sepolto da infiniti cantieri senza fine, dove la gente nel frattempo è scappata a Pescara, a Roma o si è andata a ricostruire la sua attività e la sua vita in periferia.

Voglio solo ricordare a lei che fa il “professore”, che Amatrice e tutta la valle del Velino da Cittaducale passando per Antrodoco etc. dell’allora Distretto di Cittaducale vennero rase al suolo nel terremoto del 1703.

Allora vigeva una mentalità migliore della nostra, ovvero quella che la propria epoca era in grado di rispondere e produrre oggetti e cose in modo migliore rispetto ai predecessori.

Tutti i paesini vennero RIPROGETTATI dal Regno di Napoli secondo una nuova urbanistica, fatta di strade rettilinee, piazze e spazi per poter vivere in maniera più comoda la propria epoca (trasporto su carri, approviggionamento, etc.). Anche gli interni delle chiese, restaurati, vennero arricchiti di pitture e sculture con artisti dell’epoca. Era una cosa “normale”, è grazie a questa mentalità che abbiamo avuto il barocco dopo il rinascimento, Borromini dopo Michelangelo.

Oggi, purtroppo, non siamo più sicuri della nostra epoca e ci aggrappiamo al passato in maniera forsennata. Ci sono persone che vogliono ricostruire un fondale, una imbalsamata quinta scenografica di quello “che era” che poi non è neppure veritiero in quanto modificato nelle forme e nei volumi a più riprese.

Le macchine, si. Noi oggi siamo una società diversa da quell’epoca, abbiamo tutti questi oggetti metallici (lei non li usa? va a cavallo?) che ingombrano le strade e producono inquinamento visivo oltre che ambientale. Io sono stato ad Amatrice e in agosto era un posto caotico, io sarò “lobotizzato” come dice lei ma non vedo come possano integrarsi centinaia di oggetti di lamiere con un piccolo agglomerato di case. Sognare aree pedonali in centro cosa ha di sbagliato, volere case che consumino meno cosa ha di sbagliato?

Io ho detto “consono ai nostri tempi” e, le piaccia o meno, è un dato di fatto quello che si vive meglio se si hanno spazi adeguati al nostro vivere. Non ho parlato di “estetica” ma di tecnologie, di rendimento energetico e mi sembra giusto risparmiare le risorse, a Lei no? Bene abbiamo idee diverse ma io tengo le mie.

Ad ogni modo mi permetta infine di osservare che non è vero che l’architettura contemporanea non genera business turistico, è una emerita panzana! Basta fare solo piccoli viaggi all’estero per rendersene conto.

Ad ogni modo finisco qui perché ho altro da fare e non è mia intenzione fare polemiche, ma solo chiarire pochi concetti. Buona serata”.

Carlo Ragaglini

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