SANTIAGO CE RIPROVA … CO’ LI PRETI …

01_130Mostre: ‘Le metamorfosi dello spazio’ di Calatrava in Vaticano …

03_124La Vela bianca di Calatrava il sogno dello sport nel degrado

Annunciata dal 2005 dalla giunta Veltroni come sogno dei Mondiali di nuoto 2009. La Città del Nuoto mai ultimata. Costi da 120 a 600

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9 risposte a SANTIAGO CE RIPROVA … CO’ LI PRETI …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    Piuttosto che continuare a sperperare denaro in questa schifezza (la settimana scorsa, dalla terrazza di Villa d’Este a Tivoli, notavamo quanto questa orrenda pinna di squalo si imponesse a grande distanza adombrando l’intero skyline di Roma, cupola di San Pietro inclusa!), per la quale bisognerà spenderne altrettanto per realizzare le infrastrutture e le sistemazioni esterne necessarie a renderla fruibile … ovviamente a spese pubbliche, ritengo doveroso condannare tutti i responsabili di questa vergogna obbligandoli a pagare in solido per rimpinguare le esangui casse pubbliche prosciugate anche grazie a certe scelte scellerate da questo scempio. Ovviamente andrebbe fatto altrettanto con il MAXXI, il Macro e la Nuvola … penso che solo con queste tre cose il Comune di Roma tornerebbe ad avere i conti in positivo!

    • sergio de santis ha detto:

      Sulla nuvola e la pinna di squalo convergo … sul MAXXI e il MACRO ci sarebbe da discutere … però visto che le tue posizioni, seppur aggressive, sono sempre interessanti anche se non sempre condivisibili … ecco … orsù MAZZOLA …. mazzola come si deve su maxxi e macro … che io sai so’ un poooo’ …..

      • ettore maria mazzola ha detto:

        vedi Sergio,
        qui non si tratta di discutere semplicemente degli stupri urbanistico-architettonici operati da Odile-Morticia-Addams-Decq e Panda-Zazà, ma dei costi assurdi e dell’inutilità dei loro progetti.
        Ti rammento che il Macro, per il quale Odile-Morticia ebbe la sfacciataggine di affermare «(…) ci era stato detto che bisognava mantenere entrambe le facciate, e noi ne abbiamo tolto un pezzettino in angolo per far vedere che esistevamo!» … è fallito più volte, e i suoi direttori sono stati licenziati (come se la colpa del fallimento fosse la loro gestione e non l’abominio esposto che non interessa a nessuno tranne agli intellettualoidi radical-chic), mentre per il MAXXI sono stati spesi 160 mln di euro per realizzarlo e 60 per acquistare una schifosissima “collezione d’arte” che non esisteva quando l'”indispensabile” museo è stato concepito.
        Quando l’abominio di Panda-Zazà compiva un anno, ebbi la “fortuna” di fare a Palermo una conferenza/confronto con Pio Baldi il quale, dopo essersi arrampicato sugli specchi per cercare di convincere il pubblico dell’importanza culturale dell’operazione MAXXI, dove a suo avviso l’assurda disposizione interna degli spazi consentirebbe di “perdersi piacevolmente tra le opere d’arte esposte” – inutile dirti delle risate scoppiate tra il pubblico – ci fece sapere che, a fronte dei circa 50 miseri visitatori giornalieri incluse le gratuità, il costo di gestione annuale risulta pari a quello di un museo londinese come la Tate, ovvero circa 75 mln di euro!
        Ovviamente certi costi non sono sostenibili con gli introiti, sicché “Pantalone-Stato” sostiene economicamente questo immane cesso intasato, utilizzando denari che dovrebbero utilizzarsi per restaurare e promuovere i monumenti, siti archeologici e musei che portano in Italia milioni di visitatori e che lo Stato “illuminato” invece svende, o cede in gestione, al miglior offerente! Questa è una VERGOGNA!
        Questa situazione non è più assolutamente accettabile, specie alla luce di quella che è la crisi economica attuale, ragion per cui se certe schifezze si vogliono continuare a fare è bene che si facciano (e si gestiscano) a spese private di chi possa essere così idiota da investire in imprese fallimentari … è troppo facile fare sperimentazione e capricci architettonici adoperando denaro pubblico!
        Chiudo con una riflessione cui nessuno sembra far caso: Per quale oscuro motivo il MAXXI viene utilizzato per esporre mostre che col XXI secolo non hanno nulla a che spartire? Non sarà che gli illuminati sostenitori dell’abominio si sono resi conto che della presunta arte del XXI non gliene fotte niente a nessuno?? E poi un’altra cosa che mi ha segnalato una collega: quali sono le ragioni per cui, per poter accedere alla biblioteca comunale ivi presente si deve pagare una tessera da 50 Euro?
        Facciamola quindi finita con le difese d’ufficio di ciò che è indifendibile e, semmai, rivendichiamo la necessità di smetterla col sostegno opportunista nei confronti di archistars straniere e nostrane che, se non avessero una schiera di “giovani” schiavi (spesso conniventi) sottopagati, non saprebbero nemmeno tenere in mano una matita

  2. Francesco ha detto:

    160 milioni…ma il Senato ed il popolo romano non sono dovuti ricorrere a Della Valle perchè mancavano 25 milioni per il Colosseo?

    • sergio de santis ha detto:

      Semplificando, poossiamo dire che i soldi mancano sempre … per svariati motivi… sostanzialmente imputabili al tipico sistema di gestione della cosa pubblica tipico italiano … quindi non mancavano per il colosseo … i soldi mancano !…diciamo che più che il colosseo a cercare della valle magari sará stato della valle a cercare il colosseo … lui imprenditore sul di cui lavoro non abbiamo a che dubbiarci … ha visto lungo e avandogli 25 milioni di euroha pensato bene ‘e giustamente dico io , a pensare di pagare lui i lavori sul Colosso in cambio di un bel sacrosanto ritorno di pubblicitá per il suo gruppo … chiaramente tutti a scandalizzarsi … er nome de diego sur colosseo?…ma chi se crede da esse …. Maradona? La questione della “zinna” invece è ma uguale … per esempio alla nuvola … cambia il contesto ma la poetica è la stessa … li è ‘na gara a capì se se po’ esse più magnoni o più cojoni ….

  3. sergio de santis ha detto:

    ma di quali difese d’ufficio parli?

    lo spazio lascia spazio alla risposta …

    cosa c’entra zaha hadid … che a me manco me piace … col discorso su quanto so pippe a gestì’ un museo?
    mi sembra francamente tutto mal connesso …
    Io credo che ci sia una certa differenza tra il fallimento di una gestione , oppure tra “affari” condotti in maniera poco chiara e pulita e la discussione della qualità di una architettura …
    francamente non comprendo il minestrone …
    se riusciamo a settorializzare le riflessioni forse raggiungiamo qualche risultato nella discussione altrimenti non si giunge a nulla …
    è provato …
    restano solo ….
    solo latrati …
    un ululare alla luna …
    e con questo come già detto non voglio affermare che non ci possa essere del vero in quello che scrivi … ma su tutte le altre questioni … linguaggio dell’architettura ad esempio un certo comportamento … quello del semplice “VERGOGNA!” è troppo semplicistico …
    Anche se molto lontanamente certe discussioni qui sul blog mi fanno pensare … sai… a quelle persone che ti rispondono … “noooo…. per carità! … io ascolto solo musica Jazz (o funky … o classica … o romanesca … o napoletana … o pop … e via discorrendo ) … calmo! non te ‘nnervosì ….ho detto lontanamente …. ma nemmeno tanto …
    E poi anche ‘sta storia del tenere in mano la matita …
    ognuno sa del proprio …. nascosto nel buio della propria stanzetta … la notte ….

    • ettore maria mazzola ha detto:

      caro Sergio,
      forse ho frainteso, ma mi era parso che stessi dicendo che Macro e Maxxi non fossero da tirare in ballo … io purtroppo c’ho il dente avvelenato con quei due cosi e m’è parso doveroso dire ciò che penso, né m’è parso d’aver messo troppa carne al fuoco ed essermi messo a latrare, perché il discorso, facendo parte dello stesso sistema, a me pare tutto connesso.
      Un caro saluto
      Ettore

  4. Andrea Di Martino ha detto:

    In memoria dei 256 milioni di risorse pubbliche succhiati dalla mastodontica “zinna” di Calatrava

    “Seconno er fatto storico romano,
    come ce riccontava la maestra,
    Romolo e Remo, dentro a ‘na canestra,
    vennero giù pe’r fiume, da lontano.

    Er vento poi li spinze su in ripiano,
    in mezzo a quattro piante de ginestra,
    e lì successe er sarvataggio extra,
    rimasto pe li secoli un arcano.

    ‘Na lupa li sarvò, così li pupi,
    succhiorno er latte suo come a ‘na balia
    e crebbero co l’indole de lupi.

    De fatti da li tempi ormai lontani
    li discennenti succhieno l’Italia
    e quer ch’è buffo è che nun sò romani”

    Trilussa

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