“Caro Giorgio,
sempre più spesso noto, andando al concerto, dei vistosi rappezzi del bel travertino che pavimenta gli androni e l’esterno dell’auditorium.
Noterai la sensibilità e la approfondita filologia usata dagli straordinari manutentori del complesso.
Un inno alla pecioneria umana.”
Ciao Roberto
……..
‘na sinfonia …
de travertini …
Rigatino travertino contemporaneo, manco Brandi ci sarebbe arrivato :)))
Invece la dinamica “dell’incidente” è interessante … se ne dovrebbe parlare … è un argomento che potrebbe riservare svariate sorprese …
Alle critiche sulla mancanza di immagine urbana nell’aspetto esterno dell’Auditorium, Piano ha sempre replicato con la scelta di un’immagine interna da strumento musicale: ma ce lo vedreste uno Stradivari così rappezzato?
Non escluderei in questa manutenzione sia implicito un giudizio sull’edifico.
L’artefice, il manutentore, non ha avuto, evidentemente, l’impressione di trovarsi di fronte alcunchè di memorabile .
Si deve essere distratto quando sono state esposte le motivazioni profonde dell’opera: quelle superficiali gli contavano un’altra storia. Però così va il mondo…si pensa di aver posto premesse condivise o quantomeno condivisibili ed invece…
Bisognerà spiegarglielo per bene.
Saluto
meglio memmo … meglio …. si può dare di più! … io azzarderei una risposta più articolata ….