il party per la presa della Bastiglia diventa la fiera della porchetta
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Ma allora questo è un complotto generalizzato!!! Anche accogliendo il suggerimento di leggere (e quindi replicare) con un maggior livello di attenzione (un suggerimento, questo, che non ho nessun problema ad accogliere, giacchè la mia stessa umiltà mi impone di riconoscervi un fondamento di verità), devo dire che un siffatto impiattamento della porchetta, proprio in relazione alla particolare circostanza (ovvero la rievocazione della presa della Bastiglia), pone una questione che non esiterei a definire di vitale importanza, ossia l’eterna questione delle classi e del potere. Infatti, quando i parigini hanno deciso di distruggere la Bastiglia, il loro scopo era quello di cancellare per sempre dalla memoria collettiva tutti quei secoli di abuso e di dolore di cui la Bastiglia rappresentava, com’è noto, la forma concreta, quindi, se partiamo dal presupposto che nella porchetta di Ariccia è condensata l’epopea stessa di un popolo (quella, per inciso, descritta così orgogliosamente proprio da colui che mi suggeriva una maggiore attenzione verso il suo significato più intimo e profondo), allora è evidente che nel momento stesso in cui tale epopea viene sottratta alla cronaca per essere (legittimamente) riconsegnata al Mito, non possiamo neppure negare che l’immagine della porchetta d’Ariccia “rigorosamente ghigliottinata” (per usare la stessa espressione degli organizzatori della mostra), acquista una risonanza quantomai sinistra (sia pure da un punto di vista metaforico). In altri termini, quell’immagine assurge a metafora di un intero popolo ghigliottinato. Ma allora dovremmo chiederci: ghigliottinato da chi? Forse da quelle forme di potere che esso stesso aveva contribuito a ghigliottinare? (almeno se partiamo dal presupposto che la rivoluzione francese nasceva da un risentimento (e quindi da uno spirito di rivalsa) che era comune a molti popoli, compreso quello di Ariccia, naturalmente, perchè tante erano le forme di potere più o meno vessatorie nei confronti del popolo). Che tutto ciò sia il sintomo (sia pure inconscio) di un tentativo (o quantomeno di un desiderio) di restaurazione? Se fosse così…Artro che “me butto dar ponte d’Ariccia co ‘na porchetta ‘n braccio…” (per giunta priva di testa). Direi piuttosto che, qualora le circostanze lo imponessero, i visitatori politici della festa dovrebbero essere accolti al grido di: “Tutto ciò che farete a questa porchetta, noi lo faremo a voi”. Naturalmente, qualora fossero loro ad accoglierci con tale frase, non potremmo fare altro che regolarci alla maniera del prode Bertoldo, avvalendoci dell’orifizio posteriore dell’animale (pregasi visionare per intero il relativo filmato)
http://www.youtube.com/watch?v=O6D0hEKxZoU