DEMAGOGIA ALLO STATO PURO … IERI … OGGI … DOMANI …

Roma_parata_fori_anni_30-1sergio 43 commented on: ECCO LA PRIMA CAZZATA …

Non dimentichiamoci le cose. Questa è la vendetta di Bruno Zevi e degli estensori dell’Asse Attrezzato. Tutto il discorso, lo sanno pure i gatti che sonnecchiano a Largo Argentina, era imperniato su due, tre fatti (la faccio breve, altri, molto più attrezzati, potranno approfondirci la questione): 1) Spostare il traffico su un arco tangente alla città storica, da Pietralata all’EUR, 2) Spostare i Ministeri, altre attività pubbliche e private e residenziali su quest’asse e, voilà, diceva Zevi, si può smantellare Via dei Fori Imperiali, non più asse di penetrazione verso il centro. Sembrava la panacea, tanti, tra cui io, ci credemmo e ce ne entusiasmammo. Poi, come sempre in Italia, qualsiasi idea (quella poi era una legge!) viene , zitta zitta, stoppata. Mi ricordo la perplessità ma il primo che ricordi a nicchiare sull’idea di chiudere via dei Fori Imperiali fu l’Assessore alla Cultura, proprio Renato Nicolini. Allora pensai che il rifiuto nascesse da contrasti tra le forza politiche allora dominanti, DC, PCI e PSI. Forse semplificavo troppo, ma dapprima credetti che il vero ostacolo allo sviluppo di quel progetto urbanistico fosse la volontà di ognuno dei tre di non permettere che gli avversari potessero fregiarsi della vittoria per la soluzione dei problemi della Città, poi pensai che al contrario le forze politiche fossero nobilmente preoccupate degli altissimi costi che la Città avrebbe dovuto sostenere per il faraonico progetto ma infine, anche per un’amara esperienza, dovetti concludere che a condurre i giochi erano, come sempre, gli interessi fondiari in cui, oltre i privati, c’entravano con tutte le scarpe gli interessi fondiari dei partiti politici stessi e non la cultura, sì!, proprio la cultura che ancora veniva prodotta nella nostra Università.
Adesso l’asse salvifico non vale neanche la carta su cui è stampato in qualche fondo di magazzino, la Città Politica è sempre lì nel quadrilatero centrale, anzi come un’ameba si è allargata sempre più, deinde chiudere oggi, come se fosse possibile ripetere tutti i giorni lavorativi della settimana l’esperimento della domenica, è una cazzata. Dice. “Ma poi verrà la Metripolitana C a risolvere i problemi dell’attraversamento dell’asse Colosseo-Piazza Venezia!”. Ecco, appunto! Prima dimostrate di poter fare questi lavori, poi fateli, collaudateli e poi riparliamo della chiusura che io, da semplice cittadino, ancora auspico con la saldatura dei Fori Imperiali al Foro Romano. Che facciamo? Rimaniamo fino ad allora sull’Aventino? Allora vi racconto un piccolo episodio che mi è successo stamattina. Sono uno dei tanti Volontari del Touring Club che permettono, di concerto con la Sovraintendenza Comunale, l’apertura di finora ancor pochi siti archeologici. Stamattina ero di Servizio al Museo delle Mura di Porta San Sebastiano. Arriva una coppia di signori anziani che vuole visitare il luogo. Sono danesi ma parliamo entrambi inglesi, scopro che il marito è praticamente cieco. La moglie lo guida davanti le tavole didattiche e gliele legge. Penso che sia sufficiente il sacrificio fatto ma i due mi chiedono di arrivare in cima alla torre. Io sono un pò terrorizzato che l’aspra scalata sia pericolosa per un non vedente. La moglie mi rassicura ed in effetti guida, paziente e servizievole, i passi del marito fino all’ultima strettissima scala a chiocciola. In cima praticamente racconta al marito, che ascolta assorto con gli occhi chiusi, la bellezza dello spettacolo fino ai Colli Albani. Mi sono commosso per l’amore che questa città suscita ancora. Io spiego qualcosa poi ci affacciamo dai merli della torre e sotto di noi c’è il triste spettacolo della lunga fila di macchine che arriva dalla Via Appia Antica da un lato e che aspetta dall’altro sotto l’Arco di Druso che il semaforo diventi verdi. Ammutolisco per la vergogna di ciò che mostro ma la moglie rompe il silenzio e sospira con un tono di cortese rammaricor: “What a shame!”. Continuò dicendomi che il pericolo per loro due non era stata la salita sugli spalti ma la camminata fin lì sui sampietrini cercando di evitare il traffico instancabile.
Ecco! Fossi io Marino avrei detto: “Signori! Non è più possibile che la vetusta Via Appia sia usata come un’autostrada che unisce importanti quadranti della città. Gli antichi muri che la proteggono sono continuamente sottoposti a vibrazioni che li fanno crollare. Ho studiato quanto importante sia stata la Galleria Giovanni XXIII, il Passante a Nord-Ovest. Ho studiato altresì la proposta che fece un Sindaco DC di parecchi decenni fa di sottopassare il Parco degli Acquedotti, l’Appia Nuova e il Parco dell’Appia Antica da Viale Togliatti fino all’EUR. Leggo che l’opposizione di sinistra irrise con ferocia la proposta. Siccome le buone idee sono di tutti, io mi propongo di ritirare fuori questo interessante progetto e di chiamarlo Passante a Sud-Est in modo che, come si è fatto encomiabilmente con la Galleria Foro Italico- Gemelli e tardivamente con il sottopasso del Raccordo Anulare, l’augusta Regina Viarum diventi definitivamente il regno dei cultori e degli amanti del nostro passato. Invece di chiudere Via dei Fori Imperiali ritengo operazione più degna la chiusura al traffico di attraversamento dell’Appia Antica”.

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3 Responses to DEMAGOGIA ALLO STATO PURO … IERI … OGGI … DOMANI …

  1. maurizio gabrielli ha detto:

    Giusto e vero. Allora che facciamo ? Muoriamo ? Senti, o si cambia o si muore.

  2. sergio 43 ha detto:

    E non abbiamo cambiato Sindaco? La cittadinanza, anche se con scarso entusiasmo, la parte sua l’ha fatta. Per esempio, Maurizio, pensa se avesse detto: “Non posso chiudere durante i giorni lavorativi via dei Fori Imperiali e infartuare così la città che già di infarti ne ha tanti (sono o non sono un medico? almeno questo!) ma vi prometto che la via e i dintorni non sarà più il suk che Alemanno ha lasciato diventasse. Vi prometto che Villa Rivaldi verrà restaurata. Vi prometto che Piazza Augusto Imperatore non sarà più il buco nero che Alemanno ha lasciato diventasse. Vi prometto che lo SDO di Pietralata, piccino piccino picciò, verrà portato a compimento cercando così di dare un senso al ponte sulla Stazione Tiburtina e poi le accoglienze, il disagio ……hai voglia, Maurizio, a cambiamenti tangibili!
    Archiwatch che può fare? Quello che ha sempre cercato di fare, una necessaria e puntuta critica alle gestioni quasi sempre imbarazzantemente distratte di questa città. Altro che ritirarsi sull’Aventino! Come ne “Er fattaccio der vicolo del Moro”, menammo, menammo…e qualche volta ci siamo pure presi a ceffoni.

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