IMPREVEDIBILE MORETTA … REPRINT …

lottavainvariante1

Falso Cascioli su: RIUSCIRA’ STEFANO … DOVE FALLI’ MAURIZIO? …

Due anni fa esatti:

https://archiwatch.it/2011/02/17/L’Ottava Invariante Dell’Architettura Romana

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9 Responses to IMPREVEDIBILE MORETTA … REPRINT …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    indipendentemente dall’abominio dell’architettura proposta in superficie, nonostante la richiesta dei cittadini di via Giulia di lavorare in maniera filologica sugli isolati di Palazzo Lais e Palazzo Ruggia che portò me e il prof. Marconi, d’accordo con l’amministrazione capitolina – a fare delle proposte che avrebbero dovuto portare ad un concorso per la ricostruzione rispettosa di quei due isolati, vorrei far presente che questa schifezza “in profondità” va ad incidere gravemente sulla falda freatica dell’area

  2. Pingback: E LA FALDA? … « Archiwatch

  3. Mai visto un fotomontaggio ‘in profondita’ che intacchi una falda!
    Capisco Ettore che ideologicamente accecato non capisce le battute ma pure Oliver Muratore prende così sul serio Stan Cascioli da scambiare la realtà con la burla…

    Piuttosto.
    Tutto il progetto di restauro di Ettore / Marconi si ‘fondava’ sulle cantine delle case rase al suolo dallo sventramento.
    Ora che anche il piano cantine è stato chirurgicamente spazzato via dagli archeologi, su cosa ricostruiamo?

    Sulle fondamenta delle stalle del I sec. a.C. dei campioni equini del Circo Massimo?

    Oppure fare un’operazione simile alla testata di P.za Navona/Stadio di Domiziano (Foschini?) in altri tempi polemici esaltata da Caniggia.

    Ma erano appunto altri tempi e le culture archeologica e architettonica hanno fatto qualche passo in avanti fino a posizioni incompatibili a meno di pasticci alla Museo di Merida di Moneo.

    Oppure di capolavori alla Grassi che però su un teatro ricostruisce un teatro.

    Credo occorra mettersi il cuore in pace, accantonare filologia e dimenticarsi per certi luoghi specifici sia architettura che urbanistica, insomma: arrendersi ai BUCHI DI ROMA!

    I buchi sul passato, le finestre freudiane che squarciano il centro storico romano sono culturalmente MAI più risarcibili a meno di imbarazzanti e inaccettabili soluzioni. nessuna andrà mai bene, neanche Piazza Navona rifatta oggi.

    Spiace anche a me come architetto, ma il problema lo risolve la museificazione a cielo aperto, cioè, architetonicamente: il NIENTE.
    Le ferite più o meno bene cicatrizzate nel suo tessuto sono Roma.

    :G

    • ettore maria mazzola ha detto:

      Giancarlo,
      l’unico ad avere grossi problemi ideologici sei tu … il messaggio che ti è giustamente stato censurato sulla chiesa armena ne è testimone.
      Sei compresso nel “caniggismo”, e non ti rendi conto che il mondo è andato avanti ed ha anche imparato a guardarsi indietro in maniera più opportuna!
      Quanto alla falda, informati prima di fare figuracce, perché il comitato anti-PUP ha fatto fare diverse perizie geologiche che dimostrano come stanno le cose.

      • Falda a parte su cui convengo senza problemi (pensi davvero che mi importi qualcosa delle figuracce tra questi pixel) anzi se mi correggi giustamente mica me la prendo… (non ho certo una reputazione da sopracciò da difendere), resta il problemino irresolubile (a meno di non ricostruire la Moretta da capo sulla base dei documenti d’archivio e cancellare gli Stabula degli aurighi del Circo Massimo) che il tuo progetto ha perso le fondazioni così come quello di Cordeschi ha perso il garage (e i problemi di falda).

        Invece sono contento che almeno tu abbia letto il crudele e un po’ crudele (per questo meno male che è stato censurato) post “armeno” contro la stupidità di costruire oggi una chiesa in stile ma soprattutto: hai ben visto che non sei il solo a essere censurato e che non è proprio il caso di fare, da queste parti, la prima donna isterica!

        :G

        ps: Anticipo i curiosi: non ho copia del reply antiarmeno cui accenna Ettore. Chi c’era c’era.

  4. sergio 43 ha detto:

    Ben detto, Giancarlo! Ma come si fà a dimenticare questa realtà!? Ne ebbi testimonianza perfino da studentello quando uno zio, impresario edile, che mi voleva bene ed era contento di poter avere un nipote architetto, mi invitò a vedere il lavoro di restauro e rinforzo che stava facendo in un palazzetto a Via dei Prefetti. Mi spiegò, mi fece vedere e appresi termini allora del tutto sconosciuti: “cuci e scuci, ripresa in breccia, ecc.” Ma il tesoro vero lo scoprii quando mi portò nelle cantine dove due mondi, quello degli inferi e quello dei viventi, si incontravano. Un muro, letteralmente, aveva come sostegno delle colonne che, in tempi lontani, erano state stese in orizzontale a fare da robusta fondazione, mi sussurrò che durante lo scavo era emersa ina testa di marmo più grande del naturale, Aveva avvertito il proprietatio che era venuto, l’aveva avvolta in un sacco e se l’era portata in villa. Un ‘altra bella scoperta feci quando con un amico di Facoltà andai a trovare dei suoi parenti che abitavano in un piano seminterrato a due passi dal Pasquino. Nella camera che faceva da soggiorno c’era in un angolo, stesa e sepolta a metà nel pavimento, un tratto di colonna in serpentino. “Ma che bella idea d’arredo!” mi complimentai, un po’ saputo, con il proprietario: “Ah quella? – mi rispose distrattamente il signore – E’ sempre stata là”.
    Non toccate niente, non fatevele venire certe idee, lasciatela in pace questa città che porta ancora bene i suoi duemila anni di storia e ha solo bisogno di pulizia e manutenzione, no di lifting nè di labbra a canotti, non stiratela, non scarnificatela. E’ come se, apprezzando il bel volto di una bella donna, volessimo penetrarla fino alle ossa sottostanti. Sappiamo tutti che cosa troveremmo: un onesto scheletro!

  5. maurizio gabrielli ha detto:

    Che belle parole quelle di Galassi

  6. ettore maria mazzola ha detto:

    Giancarlo,

    il messaggio non era crudele, era un messaggio isterico di chi ha perso totalmente il senno, un messaggio di una persona terrorizzata da se stessa e in preda al panico.
    Io l’ho conservato quel messaggio, ma è talmente indegno che non merita commenti ulteriori.

    • “Terrorizzato da me stesso e in preda al panico” e quindi autore di reply “indegne” è una descrizione in cui mi ci ritrovo abbastanza.
      Potrei addirittura usarlo, senza ironia, come disclaimer alla fine di ogni mio reply.

      Grazie Ettore,

      Giancarlo

      CONFIDENTIALITY NOTICE
      Il presente reply è indegno poiché l’autore è persona terrorizzata da se stessa e in preda al panico.

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