Tempesta alla Moretta …

Riceviamo da Stefano Serafini: …

“Cari amici,

la questione del “riadeguamento” di Via Giulia/piazzale della Moretta a Roma mediante un concorso non-concorso si sta finalmente rivelando pubblicamente per quel che avevamo denunciato: l’ulteriore caso di arroganza affaristica e distruttiva, con la complicità di un’ideologia architettonica pervertita e castale, imbellettata di belle parole completamente svuotate del loro significato (partecipazione, democrazia, sostenibilità, recupero, bellezza, progresso, ecc.).

Se ne è accorto persino il Corriere della Sera: http://www.selpress.com/cesar/immagini/100511R/2011051039178.pdf

Al momento, oltre a quella del Gruppo Salìngaros, che prima del recente comunicato stampa ha dedicato diversi saggi e un intero numero della rivista Il Covile in tempi record alla vicenda (cfr. http://www.ilcovile.it/scritti/COVILE_630_via_Giulia.pdf e http://biourbanismnotes.blogspot.com/2011/03/parcheggi-interrati-e-contesto.html ), mi risultano le reazioni di protesta di: Studium Urbis (che per primo ha documentato lo scempio archeologico: http://studiumu.wordpress.com/ ), Archiwatch (che ha ospitato lunghe discussioni sull’argomento), Amate l’Architettura (che per prima ha sottolineato lo sconcio deontologico: http://www.amatelarchitettura.com/2011/02/via-giulia-e-i-7-samurai/ ), Comitati NO PUP (http://www.comitatiflaminio.org/index.php?section=661), Comitato per la Bellezza (che espone gli argomenti contro la pagliacciata pseudo-partecipativa), Italia Nostra (http://www.italianostraroma.blogspot.com/).

Ci sono gli estremi per tentare di salvare, insieme, un pezzo del centro di Roma e la sua sostanza biopolitica. La ferita inferta al tessuto storico di una città, colpisce infatti l’intero organismo biourbanistico, e qui lo si vede bene. Un parcheggio di tre piani sovrastato da un arrogante disegno alieno e imposto dall’alto, cancella l’insula romana sottostante e la memoria urbanistica rinascimentale, compromette la falda e la stabilità degli edifici circostanti, aumenta il flusso del traffico, calpesta i diritti dei residenti, peggiora l’inquinamento, ecc.: etica, memoria storica, funzionalità, ecologia, socialità, diritto al luogo/alla partecipazione, biofilia, flussi urbani – tutto è compromesso da una scelta politica/urbanistica sbagliata. Con l’aggravante della “furbizia” da società dello spettacolo gestita in maniera cialtronesca.

Facciamoci sentire.

Cari saluti”

S. S.

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4 Responses to Tempesta alla Moretta …

  1. Roberto Pagani ha detto:

    La cosa peggiore e’ che cercano di prendere per i fondelli l’opinione pubblica,gia’ cloroformizzata da decenni di architettura ed urbanistica MALATE.Malate per le commistioni politico affaristiche e per l’esasperato,inguaribile egotismo di presunti guru dell’architettura che hanno commesso e continuano a fare del male a Roma.Ed i politici?Volgari ignoranti in malafede.Studiassero almeno!

  2. pietro pagliardini ha detto:

    Maldicenti!!!! Un bel condominio anni 50, risolto ottimamente con una speculare vetratita d’angolo tipo motel a ore, o un limpido e rigoroso volume bianco con bucature regolari posto sopra un pilotis (ma con pilastri e architrave in acciaio, sia chiaro) ottimo per il parcheggio delle auto, lo stupro notturno ed il decoro urbano, sono quanto di meglio il mondo accademico possa “offrire”.
    E voi vi lamentate! Siamo al top, al vertice della qualità. Questa sì che è cultura della città e del progetto.
    Incoraggiante per il futuro.
    Pietro

  3. isabella guarini ha detto:

    Concorsi d’Architettura come il Grande Fratello! Ormai è in voga il far votare i progetti dai passanti, in luoghi lontani dagli abitanti che spesso non sanno niente di quanto gli architetti tramano contro di loro. Anche qui a Napoli è in corso un concorso di progettazione per uno dei borghi più antichi e caratteristici di Posillipo. I progetti sono esposti al Museo PAN, nel Quartiere Chiaia, della Napoli chic, a giudizio dei visitatori. Già l’anno scorso protestai presso l’Ordine degli Architetti per aver mischito il giudizio della Commissione tecnica competente con quella incompetente del pubblico indistinto, amici dei progettisti, non abitanti nel luogo da modificare. Inoltre, anche quest’anno l’Associazione ( privata) proponente il Concorso non ha tenuto conto del Piano Paesistico di Posillipo, per cui le proposte con cui si sono sbizzarriti gli architetti sono in contrasto con i vincoli e incompatibili con la conservazione del luogo. Condivido le critiche di Stefano Serafini al modo con cui è interpretata l’architettura partecipata, ma la legge del profitto è camaleontica e assume le forme più opportune all’inganno!

  4. ettore maria mazzola ha detto:

    si tratta della degna conclusione, in stile “giunta Alemanno” dell’iter procedurale di questa presa per i fondelli.
    Mi auguro che, sebbene con gravissimo ritardo, il comunicato stampa che è stato inviato ieri dalla sede romana di Italia Nostra aiuti a scongiurare questo scempio.

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