MAXXINERVI …

Potevano scegliere posto meno adatto per ospitare una mostra e un convegno su Pier Luigi Nervi? …

Uno sfregio, uno sberleffo, una pernacchia, un calcio in culo, sarebbero stati, comunque,  meglio dei contorcimenti mostruosi di Zazà …

Povero Pier Luigi … per riconsolarti … un ricordo di qualche anno fa: …

La recente scomparsa di Pier Luigi Nervi ha privato l’Italia di uno dei suoi tecnici migliori e sicuramente del più noto internazionalmente tra gli ingegneri e gli architetti del nostro paese.

Personaggio della generazione eroica del razionalismo emergente, Nervi fin dalle sue prime affermazioni professionali sul finire degli anni Venti era diventato il simbolo di un professionalismo di altissimo livello e che in breve gli fruttò una serie numerosa di prestigiosi incarichi.

Assai distante per carattere e formazione dai bizantinismi della critica e della cultura ufficiale, egli condusse per oltre cinquant’anni una ricerca silenziosa e paziente sugli elementi della costruzione in cemento armato, specializzandosi ben presto nella progettazione delle grandi coperture. Partendo da una familiarità immediata con i problemi della produzione e del cantiere edilizio (era da sempre titolare di una piccola, ma assai specializzata impresa di costruzioni), mise a punto una serie di accorgimenti, sia di ordine progettuale che realizzativo, tali da assicurare alle sue opere quella qualità di leggerezza, di economicità e di rispondenza statica, che sono da sempre alla base degli ideali del costruttore di grandi organismi voltati.

Riallacciandosi in questo alla grande tradizione storica (Brunellschi, Guarini, Antonelli, Maillart figurano tra i suoi ricorrenti riferimenti), e ripercorrendo senza tentazioni storicistiche o antiquarie, ma per pura coincidenza di obiettivi, taluni itinerari di sperimentazione già individuati da Viollet-le Duc, da De Baudot e più tardi da Perret, l’opera di Pier Luigi Nervi si colloca nel panorama dell’architettura contemporanea con un carattere di assoluta autonomia e non raramente in implicito, polemico contrasto. Affidando, infatti, ogni significato e ogni valenza espressiva alla pura esibizione delle strutture portanti e sfruttando queste secondo una aderenza immediata all’andamento del loro funzionamento statico, i suoi edifici ben raramente hanno trovato accoglienza positiva da parte di una storiografia e di una critica troppo spesso impegnate a rintracciare significati letterari e motivazioni ideologiche (gli uni e le altre spesso individuati in pura funzione retorica), che per evidente scelta erano evitati con ostinazione e coerenza.

Non a caso infatti i giudizi negativi coincidenti della critica purovisibilista (Zevi) e di quella parasociologica (Benevolo), non fanno che confermare l’autonomia di un percorso logico e di una ricerca che specialmente dagli anni Trenta agli anni Sessanta ha lasciato una serie di testimonianze tra le più singolari e significative di quel periodo.

La ricerca condotta specialmente nel senso della ottimizzazione della struttura portante in cemento armato, partendo da una serie di motivazioni di ordine economico e attraverso un approccio di tipo sperimentale e empirico (forse proprio per questo così distinte dai consueti meccanismi dell’accademia culturale e delle false avanguardie), ben si sarebbe dovuta inserire in una più ampia acquisizione di dati e di studi sulle tecnologie povere che, specialmente nel nostro paese, e non da oggi, avrebbero dovuto trovare ben altra accoglienza.

G.M. gennaio ‘79

In “Casabella” n.444, febb. 1979

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1 Response to MAXXINERVI …

  1. lorenzo ha detto:

    Una nota sul convegno che mi ha fatto spisciare: al momento dell’intervento di Muratore Franco Purini si è defilato ed è ricomparso solo dopo la fine dell’intervento… Strano!! Secondo me ogni volta che parla Muratore il povero Franco ha paura di essere messo in mezzo, ed effettivamente ciò sarebbe avvenuto. “Dov’è Purini?! Era qui un momento fa!!” e giù critiche al suo precedente intervento…
    Grande professore, sei il terrore di tutti i palloni gonfiati!

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