Emanuele Arteniesi, che alle zazzerie preferisce le buone letture, … rintracciato l’ultimo numero di “Aion” e folgorato dalla “materia” trattata ci invia questa gradita riflessione: …
“caro professore stamattina ho preso il numero di Aion che ci consigliava. E ammetto che sfogliando la rivista ma soprattutto leggendo l’editoriale del direttore Massimo Fagioli, che non conoscevo come anche la testata che dirige, dovevo a stento frenare l’entusiasmo… soffro di entusiasmo, rischio spesso l’entusiasmo, un pericolo che tanti filosofi ci consigliano di evitare…
L’entusiasmo è per il riconoscimento del lavoro di Frampton, ma soprattutto perchè di nuovo torno a leggere di luogo, tipo, costruzione, nel significato cosmogonico di Semper. Materia. Le conclusioni dell’editoriale sono leggermente deludenti. I dubbi di Fagioli che il “ritorno” al pre-tecnologico possa arrestare il progresso civile trascurano proprio tutta una filosofia che da Nietzsche a Deleuze, passando per il gran fratellino di Balthus Klossowski, ci hanno parlato di ritorni… che non sono certo regressi. Buffamente Fagioli trascura proprio il titolo della testata che dirige, che da lì nasceva la mia intenzione di leggere la rivista dopo la segnalazione. L’Aion. Fagioli si preoccupa di non fermare il progresso parlando come fosse il direttore di Cronos, invece che di Aion…che è un tempo per niente lineare in cui passato, presente e futuro si ricompongono, o meglio, visto che è un concetto greco, dove l’alfa e l’omega si ritrovano… E proprio ieri avevo un’altra dura lotta con l’entusiasmo, questa volta leggendo lo splendido testo su Brasini che ho trovato su Archiwatch. Brasini e l’anacronismo… proprio ai tempi di Brasini, e delle avanguardie storiche, acerbamente, molti artisti faceva propri concetti come Aion e l’eterno ritorno di Nietzsche. Basti pensare ai fratelli De Chirico. Troppo vicini, i loro tempi, a Nietzsche. Lui l’aveva detto, era postumo, ma tanto…
E oggi finalmente riscopriamo la materia, la corporeità del nostro ciclico bisogno di cosmogonia e ritroviamo Semper.
E allora caro Fagioli basta anche con parole come ecologia che qui suonano come suonerebbe a mia nonna la parola pomodori biologici, che nel suo orto in Umbria ne faceva di squisiti senza saperlo.
C’è una pagina bellissima tra le molte eccezionali della Gaia Scienza, che spesso ho voglia di segnalare, quando sul nostro amato Archiwatch vedo esprimere schifo per nuvole e diamanti…la categoria dello zazzà:
” Nuova cautela. Non pensiamo più di tanto a punire, biasimare e migliorare! Raramente trasformeremo un individuo; e se ci dovesse riuscire, forse ci accadrebbe, a nostra insaputa, anche qualcos’altro: noi verremmo trasformati da lui! Stiamo piuttosto attenti a che la nostra influenza su tutto quanto sta per avvenire bilanci e superi la sua! Non gettiamoci direttamente nella lotta! – anche ogni biasimare, punire e voler migliorare significherebbe questo. Piuttosto eleviamoci ancor più in alto! Diamo al nostro modello colori sempre più luminosi! Oscuriamo l’altro con la nostra luce! No! A causa sua non vogliamo divenir più cupi, come tutti coloro che puniscono e come tutti gli insoddisfatti! Traiamoci piuttosto da parte! Volgiamo altrove lo sguardo!”.
Continuiamo da vigili muratorini ma senza inbruttirci!”
E.A.
P.S.
Naturalmente, colgo l’occasione per ringraziare “Aion”, il suo direttore e la redazione per l’ospitalità al mio breve testo su Paolo Maretto, segnalando, a quanti non la conoscessero ancora, questa testata, a suo modo, “straordinaria”, piuttosto appartata e fuori dal coro … che merita attenzione e che dedica da qualche anno le sue complesse e trasversali riflessioni monografiche ai temi più attuali e coinvolgenti …
tra storia … critica … e progetto …
solo un dubbio: …
chissà come verrà catalogata dalla Gelmini ? …
ma si tratta dello stesso Fagioli della vicenda “Liberazione”?
Sì! Si tratta dello stesso Fagioli della vicenda “Liberazione”, lo stesso Fagioli di cui mia sorella é divenuta una bigotta o, come si dice nell’ambiente una “fagiolina”. Un fior di ragazza gentile e affettuosa che é divenuta irascibile e scontrosa, pronta ad addebitare a tutti i suoi problemi. Speriamo che se ne distacchi così come ha fatto Bertinotti! Però, c’é un però! Una volta ho visitato una mostra di progetti di architetti, adepti dell’Uomo e delle sue teorie. C’erano cose interessanti, al di là dell’imbarazzante “Palazzetto Bianco”. La stessa libreria “Amore e Psiche” non é affatto male, anzi! Per tutto il resto, l’interpretazione del “fenomeno” Fagioli sta tutto nell’articolo del 25 giugno 2007 scorso.
Veramente non è proprio dello stesso Fagioli di “Liberazione”!
Direi che è necessario mettere i punti sulle “i”, onde evitare ulteriore confusione e fuorvianti associazioni: qui si tratta del Massimo Fagioli architetto fiorentino ed editore, persona del tutto distinta dal Massimo Fagioli psicoterapeuta…
Vedrei piuttosto incongrua la direzione di una rivista seria come Aion affidata al Fagioli guru della psicoterapia di gruppo!!!
E’ veramente soltanto un caso di omonimia? Ci credo! Pensa che facendo delle operazioni burocratiche presso un ente statale ho scoperto che c’é un signore con il mio stesso nome e cognome e addirittura nato il mio stesso giorno, mese e anno! Mi sono sempre augurato che fosse una brava persona per non poter fare la fine di Alberto Sordi nel film “Detenuto in attesa di giudizio” che, scambiato per un altro, si ritrova, innocente, nel girone del nostro sistema carcerario.
Ricercando su Google notizie su i due, ricavi una mole di notizie sul Massimo Fagioli, psichiatra, scrittore, docente universitario, “architetto”, regista….Trovi anche la lezione, tenuta il 6 giugno 2008 da Giulia Ceriani Sebregondi a Valle Giulia, su “Architetture di Massimo Fagioli” (sic!). Sul Massimo Fagioli, architetto fiorentino ed editore, quasi nulla se non notizie sulla rivista AION.
Ho chiesto, per tagliare la testa al toro, notizie su questo caso di omonimia alla mia sorella “fagiolina”. Mi farà sapere!