Il cosiddetto “Palazzetto Bianco” è stato al centro di una specie di psicodramma architettonico collettivo …
domenica 24, al termine di una giornata torrida, presso la libreria Amore e Psiche e in piazza della Minerva, a due passi dal Pantheon si è svolta una strana manifestazione, a suo modo, irripetibile …
per l’occasione, si è parlato per ore di architettura, anzi … di un’architettura …
lo spazio della libreria, pieno, al limite del soffocamento …
centinaia di videospettatori, in piazza, davanti ai megaschermi … ad ascoltare, adoranti, la parola dell’architetto … Massimo Fagioli …
Ma Fagioli non è architetto, nel senso comune del termine, … è uno psicanalista sui generis che, da lungo tempo ormai, fa dell’arte e dell’architettura uno strumento di analisi collettiva …
Il “Palazzetto”, che per qualcuno potrebbe restare una semplice “palazzina”, o peggio un semplice ancorché anomalo, curioso e stravagante “villino” romano della fine del secolo scorso (pare che il progetto, peraltro soprattutto noto come opera di Paola Rossi, … risalga addirittura al ’90-’91 … praticamente un reperto archeologico, per certi versi …) … diventa così, per l’occasione, un testo sacrale … straordinaria pietra di paragone tra l’architettura anonima, sciocca e banale della contemporaneità e gli alti e misteriosi “valori” nascosti nell’opera primigenia … disvelati oggi sulla pubblica piazza …
un vero “evento” … per un’autentica “rifondazione” …
Così ad ogni sospiro, ad ogni smorfia, ad ogni scatto del demiurgico guru la folla sudata delle belle fagioline vibrava, sussultava all’unisono, partecipe, come un sol uomo, della straordinaria avventura edilizia del “maestro” …
a parte l’impressionante dipendenza collettiva dei fan …
una serata “romana” di tutto rispetto cui non è mancato l’avallo benedicente dell’onnipresente Franco Purini in piena sintonia con le funamboliche argomentazioni fagioliniane e che ha fatto del di Lui presunto “coraggio delle immagini” il pretesto per la sua astuta, scaltra e affatto ciceroniana, orazione … capace, non a caso, di strappare applausi a scena aperta ad una folla esaltata di groupie invasate in cerca di un’affannosa identità culturale … magari collettiva …
ma … anche questa è architettura …






argh…
brutta forte eh…
Ah, finalmente! Finalmente le pieghette, gli spigoletti, le curvette!… finalmente ce l’avemo pure noi er palazzetto europeo!
siamo i soliti provincialotti, non accettiamo il vento nordeuropeo che piega le facciate ….italiane….
questa sera pregherò per la salute mentale della gente che ci abita, sperando che mettano su quella simpatica facciata delle fioriere per non impazzire…
” PALAZZETTO BIANCO® ® Opera tutelata. L’opera denominata”Palazzetto Bianco” è iscritta nel Registro Pubblico Generale delle opere protette del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Servizio XI – Diritto d’Autore e Vigilanza sulla SIAE, ai sensi dell’art. 105 della L.633/1941, nonchè dell’art.99 della stessa legge.
ho detto tutto, come diceva TOTO’
Oggi a Roma, casualmente, in zona Bravetta ho scoperto un colosso retorico, monumentale, esagerato, ipertroficamente italico e “maschiamente” nerboruto, con i suoi cornicioni tridimensionali, gli angoli acuminati, i muri possenti e via così “italicamente” murando: il “Buon Pastore” di Armando Brasini!!! Una sorta di Altare della patria in mattoni…
Un fruttivendolo all’incrocio accanto mi ha detto che lì “ce curaveno gl’impossibbili”, malattie incurabili e affini…. Ora ci sono tre istituti di scuola superiore, scientifico, geometri etc.
Me fa morì, come si dice da quelle parti.
Vicinissimo al Buon Pastore, sul retro, un fortino in cemento armato occupato da extracomunitari, resisi a loro volta extraterritoriali, almeno a sentire sempre il fruttivendolo…
saluti psicologici a tutti
cristiano
Cosi,a prima vista,dalle foto non mi sembra uno schifo,cosa c’e che non va?
..accanto al buon pastore, piu in basso, quasi che il destino esistesse davvero…, una scuola di luigi pellegrin…il quale, a leggerlo in una intervista, fa risalire le sue prime suggestioni architetturali a quando, ancora bambino, il padre lo portava a vedere il cantiere dove lavorava…il nuovo ponte di corso francia, che proprio brasini andava costruendo davanti al suo bellissimo castellaccio…
Per me, che vivo a Napoli, parlare di vele è un anatema, vista la fine che hanno fatto le Vele di Secondigliano. Eppure siamo in una città di mare? per Roma poi…
“..accanto al buon pastore, piu in basso, quasi che il destino esistesse davvero…, una scuola di luigi pellegrin…il quale, a leggerlo in una intervista, fa risalire le sue prime suggestioni architetturali a quando, ancora bambino, il padre lo portava a vedere il cantiere dove lavorava…il nuovo ponte di corso francia, che proprio brasini andava costruendo davanti al suo bellissimo castellaccio…”
grazie Filippo… eh si dovrei andare più spesso a Roma!
Per quanto possa contare la mia opinione, secondo me non è brutto se preso singolarmente (anche se nn mi piacciono le vetrate a specchio), è in quel contesto che sta male….
“Chi sa’ ..fa’… chi non sa’ …fa’ il critico” Saul Below
E dice un sacco di cazzate come quelle dell’esimio prof. Muratori.
orazioni per il palazzetto bianco che tanto sembra un lavandino metropolitano
omelie per le città pallide, bianche
che mai sono esistite
vema – vemenze – demenze
il palazzetto non è europeo
je piacerebbe
Ah ah, chi sa sa che Muratori è morto da un bel po’. Chi lavora molto sa molto più ammanigliarsi politicamente che sapere ah ah ah.
E Zevi ricordava il grande Wright che per non cedere alle lusinghe e alla propria libertà rimase inattivo per più di dieci anni, molto di più…
io avrei messo sotto tutela(Ministero dei Beni e Attivita’ culturali) le vele di Franz di Salvo.quelle si che erano degne di una citta’ di mare!!!
consiglierei a Muratore di raddrizzare la prospettiva della foto del palazzetto Bianco in photoshop, magari e’ meglio.
ma dai… banalissima, roba vista e rivista e quasi sempre fatta meglio.. proprio brutta
Napoli, domenica, fa caldo, una pausa nello scrivere, me ne vado in barca a vela alla romana con Muratore, mi faccio un sacco di risate; simpatico e tridimensionale questo Remo Di Carlo che raddoppia il Muratore e fa dimagrire Bellow, il premio Nobel che per tempo definì “l’uomo in bilico” odierno, cioè lo stato d’animo d’impotenza e alienazione dell’individuo solo nelle metropoli moderne. E forse di Muratore o meglio Muratori della critica ci vogliono, ma non è obbligatorio leggerli. Scritto ciò me ne vado anch’io a mare, rigorosamente a Vela critica, la mia, saluti
Antipatico e bidimensionale questo Eduardo Alamaro da Napoli…….provasse lui, se ne è capace, a far dimagrire Muratore e raddoppiare Bellow.
diete a parte… l’edificio in questione è, secondo me, semplicemente banale.
non dovremmo concedergli tutto questo spazio altrimenti si rischia di farlo diventare davvero un’ opera di architettura degna di nota…
è semplicemente banale… se ne vedono a iosa edifici così.
Il palazzetto bianco ed il palazzetto romano 4 piani, signorile, in cortina, terrazzato, balconato.
A chi piace il palazzetto romano si accomodi pure, caltagironcini crescono.
Meglio i fagiolini ed i palazzetti bianchi, almeno si fa architettura, non geometria.
“le belle fagioline… come un sol uomo” non e’ un ossimoro un po’ frou frou?
l’ho visto stasera per la prima volta, il balcone al primo piano e penso anche quello del secondo sono attaccati alla collina non hanno praticamente visuale, l’unico che ne ha un pò è l’attico e indovinate a chi appartiene l’attico a l’entourage di fagioli.
molto geometrico per il resto.
mi sa che dopo n breve periodo vivendo là dentro si comincia ad aver bisogno di andare a farsi mettere a posto la psiche…..