Titola “Il Giornale” di oggi 2.10.06: “In giro in Vespa per Milano con Philippe Daverio … non si salva niente” …
E Marta Bravi riporta le impressioni vespistiche del noto critico al lino bianco …
“La Bicocca? Un’occasione sprecata. Piazza Cadorna? È disordinata: a Gae Aulenti do 6. Il progetto della Fiera? La città non si fa con contributi comprati nel negozio dell’architettura. Piazza Sempione? Morta per cattiva manutenzione. Corso Garibaldi e corso Porta Ticinese? Un orrore. Ovvio che i writer dipingano sui muri. Piazza Duomo una tomba, …
… marcipiedi allargati e … isole pedonali, … sono la morte delle città …”
Philippe Daverio ci guida a bordo della sua Vespa blu, con tanto di ruota sgonfia, a caccia di brutture e non sensi meneghini.
Il tour parte da piazza Bertarelli …
Un paio di metri e siamo in corso Italia all’altezza del 15, davanti all’edificio progettato da Moretti negli anni ’50: «un masterpiece dell’architettura. Solo a Milano si può pulire un palazzo in questo modo», commenta amareggiato. Il corpo principale dell’edificio, infatti, è stato ripulito, l’altra parte, invece, è annerita dallo smog. «Così non si capisce che è un edificio unico – sottolinea ‘Nanni’ Daverio – è assurdo. A Londra c’è l’obbligo di pulire le facciate esterne dei palazzi ogni dieci anni e quelle interne ogni venti». «Milano è laida e degradata …
Possibile che a Milano, capitale del design e sede di Artemide e Flos, ci siano questi lampioni orrendi? A Francoforte non ce n’è uno sbagliato …
La Darsena ovvero «come i milanesi si accaniscono contro il bello». «Qui – spiega Daverio – hanno cominciato negli anni ’20 chiudendo la cerchia dei Navigli e costruendo nel dopoguerra le case di viale D’Annunzio, cagate architettoniche. Il parcheggio qui? La cosa più assurda che si potesse pensare. Questo è l’unico posto dove avrebbe senso un’isola pedonale …
«Ecco trent’anni fa Roma era una città meravigliosa!». La Vespa si allontana all’orizzonte… “






Caro Philippe Daverio,
Seguo con interesse le Tue ottime trasmissioni TV dal ” podere di Capalbio,” dopo gli sfortunati tentativi da gallerista in mid-west Manhattan New York City. Raccomando un po meno spocchia “bocconiana” così come meno “dandyismo” Oscar-Wildiano… Ci vediamo “da Maria” di Maurizio Ros… alla porta di Capabio?
tuo,
pinello berti
nyc