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una grandissima perdita, una persona onesta e coerente, un grande narratore della nostra storia recente, intellettualmente onestissimo. Il suo “Canale Mussolini” è uno dei libri che ho letto con più piacere.
Conobbi Antonio Pennacchi grazie al prof. Muratore che mi consiglió di attirare la sua attenzione su una questione in provincia di Latina, . Non sapevo chi fosse…erano gli anni Novanta e Pennacchi non era ancora noto al grande pubblico. Lo contattai e lo invitai ad una conferenza in cui si discuteva un progetto di “recupero” di un vecchio manufatto di archeologia industriale. Pennacchi arrivò e, non so come, pur non avendolo mai visto, capii che era lui. Mi avvicinai per presentarmi come lo studente di Muratore che lo aveva contattato e mi disse: “prendeme na sedia che c’ho na gamba mezza sfasciata e mettimela qua!” Al centro del corridoio tra le due ali della platea. Seguirono gli interventi illustrativi del progetto.. del sindaco, dei progettisti, e poi le critiche del wwf, dei cittadini…. insomma come sempre. Fin qui niente di nuovo. Ad un certo punto, a lavori ormai chiusi, si alzò Pennacchi e chiedendo la parola cominciò un sermone che….non risparmiò nessuno. Ne aveva per tutti! Mai visto niente di simile ma nonostante il tono acceso fu un discorso bello, brillante, che catturò l’attenzione dei presenti. Io rimasi incredulo anche perché poco prima del suo intervento mi disse di non sapere nulla sull’argomento e di riassumergli in due parole la faccenda. È incredibile come abbia saputo sviluppare e articolare tutto il resto. Pochi giorni dopo raccontai quanto accaduto a Muratore…si fece un sacco di risate…a denti stretti ovviamente…come rideva lui