TOR DI VALLE … DA “MONUMENTO” … A “RUDERE” …

lafuente tor di valle

… “Sarà così che, in concomitanza delle Olimpiadi romane del 1960, una prima grande occasione si offre restituendoci uno dei testi più importanti e decisivi per comprendere il linguaggio e la ricerca espressi­va di Lafuente. Si tratta del complesso delle Tribune e dei Servizi per l’Ippo­dromo di Tor di Valle ove la cospicua dimensione dell’inter­vento e le potenzialità espressive di una grande esperienza edili­zia ove anche l’aspetto tecnologico entra prepotentemente in gioco nell’articolazione del programma figurativo, consentono all’architetto di esprimersi ben oltre le dimensioni, spesso necessariamente contratte, dell’edilizia residenziale. L’insieme delle pensiline di copertura e delle gradinate a ma­trice esagona, diventa così l’occasione per poter sperimentare materiali e tecnologie, forma e struttura, plastica, modulo, immagine e chiaroscuro di grande impatto e di sicura personali­tà; ne deriva un’opera di eccezionale maturità che riverberando alcune tematiche già magistralmente interpretate da Pier Luigi Nervi, Eduardo Torroja e Felix Candela le contamina e le arricchisce altrimenti attraverso una specifica sensibilità formale cui il tempo trascorso conferirà ulteriore fascino e mistero. Sarà stata forse anche la contiguità con lo splendido quartiere di Decima, ove Luigi Moretti aveva raggiunto uno dei momenti più alti, complessi e felici della sua ormai matura “idea di citta”, a co­stringere Lafuente ad un confronto e ad una sfida accettati con impegno e che ci restituisce uno dei “monumenti” roma­ni più tipici e significativi dei primissimi anni sessanta, sicura­mente una tra le migliori tra le tante, pur cospicue, architettu­re apprestate per l’occasione olimpica.” …

G.M. ’92

Julio Lafuente “Un maestro romano”

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