LA “CURA” MARINO … UNA BOIATA PAZZESCA …

Fori imperiali copyIrene Nizzi (@IreneN… su: MALEDETTI ARCHEOLOGI …

“Non credo che si possa affermare che Via dei Fori Imperiali e gran parte dell’area archeologica centrale di Roma siano una “non città” utilizzate solo dai turisti. Molti, come me, l’hanno vissuta da studenti, da frequentatori di biblioteche come quella di Piazza Venezia, da semplici cittadini che amano queste rovine che li hanno visti crescere.
Anche il Foro Romano, prima di essere chiuso con tornelli e cancellate, era accessibile ai giovani delle vicine facoltà di Ingegneria e Architettura e dei licei storici come il Cavour, per una passeggiata, una lezione all’aperto, una merenda sotto il piacevole sole autunnale, una campagna fotografica alla scoperta di una vecchia Reflex. Erano veri e propri parchi, non parchi archeologici, ma semplici parchi, dove la gente va per godere del clima e degli spazi, e quelle rovine, essenza di quegli spazi, sapevano comunicare anche a chi non conosceva la loro storia e non ne sapeva leggere forme e funzioni. Quella bellezza, quella maestosità, quella testimonianza di sapienza costruttiva, in qualche modo hanno saputo plasmare l’anima di chi li ha frequentati, magari con l’aiuto di un semplice libro di storia dell’arte o qualche paragrafo su un sussidiario.
Già in queste condizioni, martoriate dalla noncuranza, non certo dei tecnici e degli addetti, che fanno i salti mortali con i pochi fondi a loro disposizione, ma della classe politica tutta, quelle rovine svolgono la loro altissima funzione, quella di educare alla cultura, all’amore per la storia, alla sensibilità per la bellezza.
Al di là del giudizio estetico (ma poi si può dire bella o brutta una strada?) e del suo indiscusso valore storico, Via dei Fori Imperiali è prima di tutto una strada e appartiene ai cittadini, attraversa l’area archeologica, collega due parti importanti di città, e permette che questa sia integrata in qualche modo con le rovine. Eliminarla o chiuderla in una area recintata che diventi “parco” a pagamento per i turisti sarebbe il peggior delitto: significherebbe tagliarla fuori dalla città, insieme a tutte le testimonianze che la circondano, e soprattutto, tagliar fuori i cittadini.
Siamo stanchi di sentir confondere in continuazione cultura e turismo e siamo stanchi di vedere il nostro patrimonio diventare, anziché sempre più fruibile per tutti, sempre più riservato all’uso esclusivo dei (facoltosi) turisti.
Ci sono tante cose da fare, pedonalizzare (sul serio e per tutti!), restaurare e mettere in sicurezza i ruderi, installare pannelli esplicativi, creare percorsi sicuri e accessi. Tutte cose che gli addetti già fanno, con le poche risorse che ci sono, e di cui nessuno parla. In fondo, che interesse può suscitare la semplice manutenzione rispetto alla demolizione di una grande strada, per giunta di epoca fascista?!?”

Questa voce è stata pubblicata in Architettura, Archiwatch Archivio. Contrassegna il permalink.

11 risposte a LA “CURA” MARINO … UNA BOIATA PAZZESCA …

  1. Francesco ha detto:

    Sinceramente le sue preoccupazioni sono anche le mie: il fatto che i fori non siano a tutti gli effetti parte integrante della città è un’ ingiustizia, ma poi, come troviamo i fondi per la manutenzione?…forse si potrebbe provvedere con una specie di tassa di soggiorno, ma vai a sapere come (e dove…) vanno a finire certe cose.

    Non sono d’ accordo però che l’ attuale Via dei fori imperiali svolga in modo soddisfacente la sua funzione di “passerella” da dove godere la vista delle rovine…nè tantomeno posso essere d’ accordo sulla sua domanda (che in realtà è un’ affermazione) “ma poi si può dire bella o brutta una strada?”…mi creda, è, ancora una volta, più semplice di quel che sembra…basta un po’ di senso critico e di sincerità, se non altro, verso se stessi (qualità che tutti possiedono, basta allenarle) Ma questo è un argomento di carattere più generale, che esula dalla questione dei fori e che ci porta verso altri argomenti, argomenti che dovrebbero essere più dibattuti nel mondo dell’ architettura…sulla necessità di un linguaggio architettonico condiviso, sulle radici culturali di questo linguaggio, sull’ architettura “tradizionale”…e chi più ne ha più ne metta.

  2. maurizio gabrielli ha detto:

    I fondi. De che, del caffè ? Sarebbe serio demolire anche Via della Conciliazione, tetra e retorica ( anche se a tetragine la facciata del Maderno sullo sfondo non scherza ).

  3. Il giudizio di valore su Via dei Fori Imperiali non può, a mio avviso, limitarsi all’aspetto estetico (e, ripeto, sinceramente: non capisco bene su cosa possa basarsi un giudizio di questo tipo se non sul contesto che la circonda, quindi le rovine). Il giudizio va dato sulla base di tanti fattori: la sua funzione sia di passerella che di collegamento, il suo valore storico, il costo di una sua demolizione e delle eventuali alternative, il problema del come mantenere ciò che c’è sotto e che verrebbe fuori dagli scavi…e tante altre cose.
    Inoltre, vorrei da lei capire meglio, in cosa, questo viale, svolge male la sua funzione di passerella? Vorrei che venisse specificato, per capirci meglio, ecco. Anche perché non si entra mai nello specifico e di serie alternative nessuno parla, perché una valida alternativa non è cosa facile da progettare e chi parla di demolizione lo sa bene.
    Per quella che è stata mia esperienza, Via dei Fori Imperiali permette, da sempre, di guardare giù con stupore e commozione come i bimbi guardano il treno da un ponte sulla ferrovia. Forse un viale all’altezza dei ruderi, un sentierino, sarebbe migliore? Ma torniamo al discorso del parco archeologico: il vialetto o vialone, integratissimo con le rovine, diventerebbe parte di esse, tagliando fuori la città e i cittadini.
    Infine, in molti ne hanno già fatto cenno: con quale diritto si demolisce un intervento urbano di tale importanza storica? Ci rendiamo conto cosa veramente è Via dei Fori Imperiali per la storia, bella o brutta, del nostro paese? Per carità, nessuno ha nostalgia del regime fascista, come nessuno ha nostalgia del potere temporale dei papi, eppure a nessuno verrebbe in mente di eliminare qualche viale di epoca sistina per ripristinare il tessuto medievale della città (o quello romano, che tanto sta ovunque!). E dunque, che senso ha tutto questo se non la banale propaganda politica?

  4. Francesco ha detto:

    Continuo questa discussione, poichè la trovo veramente molto interessante e stimolante: anzitutto però voglio sgombrare il campo da un equivoco, ovvero quello della “propaganda politica”…se in altre epoche la proposta di demolire Via dei fori imperiali era effetivamente scaturita da delle impostazioni ideologiche, le posso assicurare che non sono questi i motivi che spingono me a condividere una simile soluzione: penso anch’ io che tutte le testimonianze storiche abbiano un valore in quanto tali, ma credo si tratti di stabilire, volta per volta, quale valore sia più prezioso: quello della testimonianza, quello dell’ estetica, quello della funzionalità, oppure altri ancora. (io propendo sempre per il secondo, perchè credo che la città debba essere uno spazio anzitutto godibile, il resto segue) Altrimenti si finisce per considerare anche il Corviale e le Vele di Scampia espressioni di un periodo storico e in quanto tali meritevoli di essere conservati…
    Comunque, tornando al fatto in questione: secondo me Via dei fori non svolge bene la sua funzione di passerella essenzialmente per due motivi (sono tutte impressioni che ho ricavato le volte che ci sono passato):
    1) Fuori scala: Via dei fori imperiali è -volutamente- fuori scala e ciò, altre allo “spaesamento” che causa, rende (o almeno rendeva prima della famigerata pedonalizzazione, non so quale sia adesso la situazione) l’ attraversamento molto difficoltoso.
    2) soprelevazione: essendo una stradona sopraelevata, non solo copre gran parte dei fori, ma rende le rovine che emergono “tristi” : a me affacciarsi e vedere le rovine dei fori imperiali (specialmente quelle della basilica Ulpia) mette una grande malinconia: sono lì, tagliate fuori sia dalla città, in quella specie di fossa, sia dal resto degli scavi. A questo proposito ho notato che nei fori imperiali ci sono pochissimi visitatori, mentre nel foro romano c’è ne sono di più (anche se pur sempre pochini…). Questo credo che dipenda proprio dalla marginalità a cui sono costretti dall’ attuale situazione.

    Quindi io credo che la proposta di demolire via dei fori sia tutt’ altro che campata in aria. Ovviamente ci sarà bisogno di creare una sistemazione soddisfacente e, soprattutto, come detto da Irene, che non pregiudichi la fruibilità dell’ area da parte dei cittadini…Si sono trovati tanti di quei soldi per fare (e per mantenere) il MAXXI…

  5. liuk ha detto:

    Mentre ai tempi del progetto Cederna-Benevolo-Gregotti-Petroselli,pur se contestabile e probabilmente velleitario (mi ricordo che prevedeva un supertunnel che attraversava tutta l’area, permettendone la pedonalizzazione…) c’era comunque un progetto culturale ambizioso, oggi temo tutto nasca soltanto dal tentativo di nascondere il fatto che per almeno 7 anni (83 mesi recita la cartellonistica di cantiere…) via dei Fori Imperiali comunque non esisterà in quanto occupata dal cantiere della metro C e ovviamente visto che dobbiamo sfondare tutto perchè non ripensare tutta la sistemazione? Si rimanda comunque all’illuminante documento di Italia Nostra e della Sovrintendenza postato da questo benemerito blog qualche tempo fa (mi sembra su segnalazione di Michele Modica), in cui si parlava di “scavo a mano” per salvaguardare il Colosseo e ci si chiedeva se valeva la pena mettere a rischio il principale monumento romano e chiudere al pubblico l’area per dieci anni spendendo miliardi per portare gli abitanti della casilina (con tutto il rispetto, ovviamente) allo scambio con la metro B. Ai tempi di Cederna-Benevolo ecc. si parlava almeno di creare ambiziosamente il più grande parco archeologico del mondo, interamente pedonalizzato e musealizzato. Oggi non si tratta neanche di creare un’infrastruttura risolutiva, e comunque ci sarebbe stato da dibattere, perchè appare evidente che al massimo la metro C arriverà a Piazza Venezia (quando? tra 10-15 anni almeno, a questo punto) per poi nel lungo periodo attraversare senza fermarsi il centro storico e risbucare a S.Pietro per poi andarsene al Foro Italico e a Corso Francia. Ma, come diceva quello, nel lungo periodo saremo tutti morti e, comunque, nel breve o nel medio periodo avremo già finito tutti i soldi…
    Si segnala sull’argomento anche il “passaparola” del prof. Tamburrino sul blog di grillo qualche giorno fa: http://www.beppegrillo.it/2013/10/ultima_fermata_roma.html

  6. Capisco e, in parte, condivido le sue posizioni sullo spaesamento e sulla difficoltosa fruibilità dei fori di Traiano, Cesare e Nerva, ma da un lato credo che i problemi da lei sollevati possano trovare tranquillamente soluzioni alternative alla brutale demolizione dell’intero viale (cosa che, al contrario, si porterebbe dietro una miriade di problemi di cui si è parlato), dall’altro trovo, lo ripeto, assolutamente limitato il criterio di giudizio puramente estetico, per due motivi: 1) ogni cosa, non è solo bella o brutta, ma ha anche, come abbiamo più volte ripetuto, altri valori e significati, che vanno tenuti in considerazione e che, all’occorrenza, possono prevalere; 2) il bello e il brutto sono categorie soggettive, legate al periodo storico o, addirittura, alla singola persona, non possono essere l’unico riferimento o quello in ogni caso da privilegiare.
    Anche se comprendo, ripeto, le sue posizioni, la inviterei a riflettere sulla rigidità di un criterio così formulato, anche alla luce della storia dell’arte, dell’architettura e, in particolare, del restauro.

  7. Il mio commento precedente era ovviamente in risposta a Francesco.
    Per liuk: se vogliamo parlare delle nuove linee metro di Roma si aprono milioni di altre questioni, di cui, sinceramente, non ho voglia di parlare. I motivi sono diversi, primo tra tutti l’amore per il mio fegato :)
    Detto questo, di quale documento si parla? C’è un link?

    • sergio 43 ha detto:

      Comunque e ove mai avvenisse la riunificazione tra Foro Romano e Fori Imperiali, anastilosi ovunque sia possibile, come cosi bene faceva la scuola dei Giovannoni. Insisterei anche sul ripristino fino allo strato costantiniano. Solo le trasformazioni medievali dei monumenti imperiali e i nuovi percorsi meritano di essere salvati (e protetti). Tutte le altre epoche, fino alle demolizioni novecentesche, meritano la piu’ ampia documentazione e niente piu’. Delle condizioni delle cantine che cosa puo’ interessare?

      • Non so essere così decisa e sicura sul da farsi in caso di demolizione di Via dei Fori Imperiali, perché credo ancora fermamente che le decisioni vadano prese sulla base di ampi e approfonditi studi, che io personalmente non ho avuto il piacere di svolgere su quell’area.
        Certo è che i criteri devono essere il più possibile condivisi e le decisioni prese da persone competenti, persone che hanno studiato (bene) la storia dell’architettura e del restauro e che, fermo restando i più basilari principi della disciplina (minimo intervento, reversibilità, ecc.), non sposino a priori questa o quell’altra scuola di pensiero.
        Ma soprattutto, pero che coloro che si troveranno a decidere del destino di un’area così importante e delicata, si armino prima di tutto di umiltà, perché la tentazione di aggiungere o “valorizzare” con il linguaggio “contemporaneo” è sempre in agguato. Ai “creativi” è tempo di far capire che il restauro non è per loro, il nostro patrimonio non ha bisogno di “firme” ma di gente che se ne occupi con amore e rispetto.
        Mi permetto solo una piccola annotazione sulla scuola di Giovannoni e le relative carte del restauro italiana e di Atene, in cui veniva esplicitamente raccomandato l’uso del cemento armato e spesso, le reintegrazioni, per essere distinguibili, erano dei veri e propri pugni in un occhio: ci sono pochi, pochissimi, princìpi validi in assoluto, ma poi si tratta di scegliere, di scendere a compromessi, di prendersi delle responsabilità. Quello che ho potuto notare è che al di là delle tanto dibattute “teorie” del restauro, sono davvero in pochi ad essersi mantenuti coerenti tra la teoria e la pratica, e questo deve far pensare.

  8. Giada ha detto:

    https://archiwatch.it/2013/07/09/metro-c-la-denuncia-di-italia-nostra/

    Irene, credo che il link fosse questo. Documento molto interessante sull’argomento metro di Roma che come hai detto apre troppe questioni.
    In merito all’ipotesi di demolire via dei fori imperiali condivido le tue parole e rimango dell’idea che il dibattito culturale dei nostri politici a riguardo sia di un livello basissimo, nessuna analisi e nessun accorgimento storico e architettonico per la città e per la sua stratificazione. Secondo me sono al livello del sondaggio di repubblica http://temi.repubblica.it/repubblicaroma-sondaggio/?pollId=4153.
    Inoltre voglio aggiungere demolire via dei fori imperiali che precedente può essere per la nostra città?!il prossimo sindaco, assessore per essere “ricordato” cosa decide di demolire?

    • Giada grazie mille del link. Sono perfettamente d’accordo e aggiungo che la cosa ancora più inquietante di quel sondaggio sono i risultati: cosa ci stanno a fare i tecnici e gli esperti se poi si mette tutto nelle mani del televoto???

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.