ECCO LA PRIMA CAZZATA …

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Marino, il primo atto: «Fori chiusi al traffico»

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6 Responses to ECCO LA PRIMA CAZZATA …

  1. sergio 43 ha detto:

    “Gita a li Castelli”
    (testo di Franco Silvestri e anonimo 43)

    “Lo vedi? Ecco Marino!
    Er sinnaco de Roma!
    Lo vedi? Ecco Marino,
    annatelo a votà!
    Appresso poi viè Alemanno
    ch’è bianco più de’ n panno!
    Annamolo a ‘nveì!
    Piddì, Piddì!
    La dietro c’è sta Marchini,
    er più de li burini!
    C’ha ‘n sacco de quatrini
    eppure sta a guaì!
    ‘Ndo stanno li romani
    e chi vota piddielle?
    Se so’ messi a dormì!
    Piddì, Piddì!”

  2. Andrea Di Martino ha detto:

    Non sarà superfluo ricordare che già in passato si era ipotizzata la chiusura al traffico di tutta l’area interessata da via dei fori imperiali (a dispetto della sua positiva funzione di smistamento del traffico), mentre, paradossalmente, nessuno ha mai protestato per la presenza delle auto in un tessuto (ultra)compatto come quello di tutta l’area intorno al Pantheon, dove la minore circolazione d’aria non lascia praticamente scampo alle esalazioni (come esempio, potrei citare via dei banchi vecchi). Com’è noto, i brutali sventramenti praticati in epoca mussoliniana avevano una mera funzione retorica (quella connessa alle scenografie di regime e alle parate militari), quindi se ne fregavano sia della bellezza urbana così come la concepivano gli antichi maestri, sia del problema del traffico così come lo intendiamo oggi, visto che il numero di automobili di allora era infinitamente inferiore a quello di oggi. Tuttavia, proprio il numero di automobili di oggi, ne costituisce, per colmo d’ironia, una giustificazione post-facto. Se Marini volesse davvero rendere un servizio a questa città, dovrebbe bandire le auto laddove vanno oggettivamente bandite, e potenziare i servizi pubblici in modo da limitare il più possibile l’uso dell’automobile.

  3. maurizio gabrielli ha detto:

    Sempre sull’Aventino me raccomando ! Offesi e indignati, dunque sempre bastonati. Comunque le auto vanno combattute non solo ai Fori Imperiali ma su tutta la città storica. C’est ne que un debut…me pare che se scrive così.

  4. sergio 43 ha detto:

    Non dimentichiamoci le cose. Questa è la vendetta di Bruno Zevi e degli estensori dell’Asse Attrezzato. Tutto il discorso, lo sanno pure i gatti che sonnecchiano a Largo Argentina, era imperniato su due, tre fatti (la faccio breve, altri, molto più attrezzati, potranno approfondirci la questione): 1) Spostare il traffico su un arco tangente alla città storica, da Pietralata all’EUR, 2) Spostare i Ministeri, altre attività pubbliche e private e residenziali su quest’asse e, voilà, diceva Zevi, si può smantellare Via dei Fori Imperiali, non più asse di penetrazione verso il centro. Sembrava la panacea, tanti, tra cui io, ci credemmo e ce ne entusiasmammo. Poi, come sempre in Italia, qualsiasi idea (quella poi era una legge!) viene , zitta zitta, stoppata. Mi ricordo la perplessità ma il primo che ricordi a nicchiare sull’idea di chiudere via dei Fori Imperiali fu l’Assessore alla Cultura, proprio Renato Nicolini. Allora pensai che il rifiuto nascesse da contrasti tra le forza politiche allora dominanti, DC, PCI e PSI. Forse semplificavo troppo, ma dapprima credetti che il vero ostacolo allo sviluppo di quel progetto urbanistico fosse la volontà di ognuno dei tre di non permettere che gli avversari potessero fregiarsi della vittoria per la soluzione dei problemi della Città, poi pensai che al contrario le forze politiche fossero nobilmente preoccupate degli altissimi costi che la Città avrebbe dovuto sostenere per il faraonico progetto ma infine, anche per un’amara esperienza, dovetti concludere che a condurre i giochi erano, come sempre, gli interessi fondiari in cui, oltre i privati, c’entravano con tutte le scarpe gli interessi fondiari dei partiti politici stessi e non la cultura, sì!, proprio la cultura che ancora veniva prodotta nella nostra Università.
    Adesso l’asse salvifico non vale neanche la carta su cui è stampato in qualche fondo di magazzino, la Città Politica è sempre lì nel quadrilatero centrale, anzi come un’ameba si è allargata sempre più, deinde chiudere oggi, come se fosse possibile ripetere tutti i giorni lavorativi della settimana l’esperimento della domenica, è una cazzata. Dice. “Ma poi verrà la Metripolitana C a risolvere i problemi dell’attraversamento dell’asse Colosseo-Piazza Venezia!”. Ecco, appunto! Prima dimostrate di poter fare questi lavori, poi fateli, collaudateli e poi riparliamo della chiusura che io, da semplice cittadino, ancora auspico con la saldatura dei Fori Imperiali al Foro Romano. Che facciamo? Rimaniamo fino ad allora sull’Aventino? Allora vi racconto un piccolo episodio che mi è successo stamattina. Sono uno dei tanti Volontari del Touring Club che permettono, di concerto con la Sovraintendenza Comunale, l’apertura di finora ancor pochi siti archeologici. Stamattina ero di Servizio al Museo delle Mura di Porta San Sebastiano. Arriva una coppia di signori anziani che vuole visitare il luogo. Sono danesi ma parliamo entrambi inglesi, scopro che il marito è praticamente cieco. La moglie lo guida davanti le tavole didattiche e gliele legge. Penso che sia sufficiente il sacrificio fatto ma i due mi chiedono di arrivare in cima alla torre. Io sono un pò terrorizzato che l’aspra scalata sia pericolosa per un non vedente. La moglie mi rassicura ed in effetti guida, paziente e servizievole, i passi del marito fino all’ultima strettissima scala a chiocciola. In cima praticamente racconta al marito, che ascolta assorto con gli occhi chiusi, la bellezza dello spettacolo fino ai Colli Albani. Mi sono commosso per l’amore che questa città suscita ancora. Io spiego qualcosa poi ci affacciamo dai merli della torre e sotto di noi c’è il triste spettacolo della lunga fila di macchine che arriva dalla Via Appia Antica da un lato e che aspetta dall’altro sotto l’Arco di Druso che il semaforo diventi verdi. Ammutolisco per la vergogna di ciò che mostro ma la moglie rompe il silenzio e sospira con un tono di cortese rammaricor: “What a shame!”. Continuò dicendomi che il pericolo per loro due non era stata la salita sugli spalti ma la camminata fin lì sui sampietrini cercando di evitare il traffico instancabile.
    Ecco! Fossi io Marino avrei detto: “Signori! Non è più possibile che la vetusta Via Appia sia usata come un’autostrada che unisce importanti quadranti della città. Gli antichi muri che la proteggono sono continuamente sottoposti a vibrazioni che li fanno crollare. Ho studiato quanto importante sia stata la Galleria Giovanni XXIII, il Passante a Nord-Ovest. Ho studiato altresì la proposta che fece un Sindaco DC di parecchi decenni fa di sottopassare il Parco degli Acquedotti, l’Appia Nuova e il Parco dell’Appia Antica da Viale Togliatti fino all’EUR. Leggo che l’opposizione di sinistra irrise con ferocia la proposta. Siccome le buone idee sono di tutti, io mi propongo di ritirare fuori questo interessante progetto e di chiamarlo Passante a Sud-Est in modo che, come si è fatto encomiabilmente con la Galleria Foro Italico- Gemelli e tardivamente con il sottopasso del Raccordo Anulare, l’augusta Regina Viarum diventi definitivamente il regno dei cultori e degli amanti del nostro passato. Invece di chiudere Via dei Fori Imperiali ritengo operazione più degna la chiusura al traffico di attraversamento dell’Appia Antica”.

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