MARCO ROMANO … “LIBERI DI COSTRUIRE” …

9788833923857

de architectura: “liberi di costruire”

 “La città è stata fin dal Medioevo il luogo della socialità per eccellenza, il contesto nel quale si sviluppano le dinamiche che determinano l’identità individuale, la dignità e i sentimenti dei “cittadini”. La civitas europea ha trovato storicamente la sua manifestazione esteriore nell’urbs, la cornice quotidiana fatta di strade e case in cui le persone ambientano le proprie vite, in un confronto interpersonale che è la base stessa della libertà. Per secoli le città hanno visivamente “mostrato” le tensioni, i conflitti e le diverse istanze di chi le aveva abitate, lasciandole scolpite nella tessitura delle strade e nell’architettura delle abitazioni. Nell’ultimo secolo ha invece preso il sopravvento il concetto di pianificazione, l’idea che fosse vantaggioso stabilire a priori in quali direzioni e con quali modalità una città dovesse svilupparsi, in vista di un fine considerato – dall’autorità necessario al benessere della cittadinanza. Ma così facendo si è inevitabilmente sottratto al cittadino il diritto di esprimere la propria visione e di far parte a tutti gli effetti della società in cui vive. “Liberi di costruire” è un libro “impegnato”, denso di denuncia e di consapevolezza politica, nel quale l’autore reclama il diritto alla libertà.”

“Ridurre i desideri degli uomini a diritti codificati nella dottrina della pianificazione, imposti da governi illuminati e pedagoguci a cittadini riottosi e ignari del loro stesso bene, significa cancellare quello che li rende uomini: la diversità dei loro individuali progetti di vita”

 ………….

un crinale difficile e scivoloso …

eppur affascinante …

quello scelto da Romano …

titoli come: …

“Liberarsi dalle commissioni edilizie”

“Liberarsi dalle norme edilizie”

“Liberiamoci dallo Stato”

non possono lasciarci indifferenti …

e di questi tempi …

paiono particolarmente suggestivi …

un libretto comunque intrigante …

sicuramente arguto, informato, à la page …

talvolta, un po’ dandy …

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8 Responses to MARCO ROMANO … “LIBERI DI COSTRUIRE” …

  1. Alzek Misheff ha detto:

    …molto dandy.

  2. pasquale ha detto:

    Il libro appena uscito di Bernardo Secchi, La città dei ricchi e dei poveri, è trasversalmente e obliquamente collegato.

  3. ettore maria mazzola ha detto:

    Caro professore,
    il mio parere sul libro è nel link che lei ha gentilmente postato
    http://www.de-architectura.com/2013/04/sul-nuovo-libro-di-marco-romano-liberi.html
    Buona lettura
    Ettore

    • Una recensione, caro Ettorino, che condivido in generale – mancherebbe solo una noterella in margine sul come e quanto le normative edilizie riflettano consolidati processi edilizi spontanei – e in particolare mi trovi d’accordo sull’en passant dove individui la risposta ai problemi dell’architettura e dell’urbanistica in una maggiore “quantità” di educazione civile (“Civica” no, che finiamo sullo specialistico politichese). Almeno incrementarne la quantità di questa scuola, poi della qualità vedremo.

      Probabilmente le varie materie che vitruvianamente armano (magari!) il sapere dell’architetto dovrebbero ornare la cultura di tutti. Quindi: scuola. E soldi alla scuola prima di ogni altro investimento pubblico. Prima delle rigerazioni di quartiere.

      Ma in attesa che tra due tre generazioni si sarà stabilizzata una certa dignità civile (non civica), per intanto occorrerà affidarsi ancora agli specialisti. I meno ignoranti sulla piazza. Ma come scegliere?
      Tra, ad esempio, le tue settoriali fisse elettiche sponsorizzate da questo blog o quelle decostrù (per contro qui odiate) di Libeskind, cosa preferire?
      Vado a naso? E se avessi il raffreddore?
      A occhio? E se fossi daltonico?
      Quello che mi gusta oggidì? Quello che manda in sollucchero la sociologica maggioranza secondo moda?

      Come sempre indecisamente e ignorantemente (ma tanto carina!) tua,
      Geggia

  4. Pietro Pagliardini ha detto:

    Il tema di Liberi di costruire non è la qualità dell’architettura, ma la qualità della vita civile. Romano ribalta con atteggiamento irridente e libertino il punto di vista sulla città prendendo come unità di misura e metro di giudizio non i manufatti ma i cittadini che quei manufatti desiderano e costruiscono, quando possono. Toglie la costruzione della città e della casa dalle mani degli esperti che, ahimè, tanto esperti non devono essere se non solo hanno prodotto lo squallore urbano che c’è in giro, ma hanno anche imposto regole di vita ai cittadini imponendo loro, con motivazioni di vario genere variabili in funzione del momento storico, attribuendo di volta in volta a se stessi la presunzione di decidere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per gli altri. Toglie dagli esperti la vita delle persone, tartassate da norme astratte e assurde, fatte al solo scopo di mantenere il controllo sulla società.
    E’ un inno alla libertà, con giustificazioni talvolta forzate, provocatorie e irridenti la cultura dominante, non sempre condivisibili, ma è una boccata d’aria fresca in questa società iper-controllata e iper-autoritaria, mascherata però con una veste iper-democratica.
    Ma non è nè un utopista nè uno sciocco e sa bene che gli esperti servono, ma a tracciare l’armatura, la struttura, il disegno della città, non per entrare nella sfera intima di ciascun individuo e famiglia. Lui toglie la casa dalla sfera urbanistica per ricondurla alla sua dimensione reale, cioè alla sfera simbolica e funzionale di ciascun proprietario.
    La più bella definizione che vi ho trovato è “urbanisti stitici”. Due parole così mettono a nudo la pochezza di un mondo e ridicolizzano miliardi di inutili e vuote parole scritte da 50 anni a questa parte. specie in questo paese, e valgono da sole la lettura del libro.
    Marco Romano ha scritto un libro sull’architettura come arte civile e quindi, a suo modo, un piccolo trattato di politica
    Saluti
    Pietro

    • ettore maria mazzola ha detto:

      Caro Pietro,
      quanto agli “urbanisti stitici” io credo che gli urbanisti moderni soffrissero – e soffrano – di dissenteria più che di stitichezza!

  5. Pietro Pagliardini ha detto:

    Mi scuso per la costruzione incerta e lacunosa di qualche periodo, ma l’ho scritto di getto al ritorno da Roma con un carro bestiame di trenitalia
    Pietro

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