ELDORADO commented on TRA SAVINIO E MICHELUCCI … TRA PINOCCHIO E MALAPARTE …
“… Immaginate tutto il pavimento interno della casa-capanna come nel dettaglio dell’immagine in alto a destra. E’ stato realizzato da Letizia Pitigliani. Speriamo non l’abbiano piastrellato sopra….”
caro Galassi, non sapevo di questo pavimento MUSA – Pitigliani. Visto e scritto che stai “a disposizione”, se ne può sapere di più? C’è qualche indicazione progettuale del Michelucci?
Ho visto il frammento realizzato, in alto, nella foto: mi sembra che la Letizia usi scardoni di risulta di fabbricazione MUSA: azzurri, blue, rosa, strisciate pop-informali , … scarti, lacerti, avanzi, residui pittorici e pittoreschi su e di modi vietresi collaudati … una variante compositiva che anni fa ho visto, a ben altro livello ceramico, pavimentare l’esterno della Chiesa dell’autostrada del Michelucci.
Lì l’autore “dello scarto” ceramico è il grande Guido Gambone, che da Vietri s’era trasferito a Firenze via Melamerson: nel ’36 alla famosa Cantagalli della Firenze alla Galileo (Chini) che fu … e poi definitivamente nel dopoguerra, da autore, dal 1949, a via dei Diavoli (una via che è tutto un programma) … e a Firenze Gambone morì nel 1969. Prematuramente, a 60 anni, ahinoi!
Michelucci lo ebbe in gran conto, intesa perfetta. Scrisse un pezzo memorabile ove lo chiamò: “il grande artigiano”: un onore in mezzo a tanti artisti, anzi “artristi” del suo e nostro tempo!! Ma il peccato originale di Guido Gambone era la pittura … e pittore voleva essere. Meno male che non lo fu: il destino lo costrinse alla ceramica e lo fece così “ grande artigiano”. Non è il caso, mi pare, della Pitigliani, purtroppo per lei, altra storia la sua … . mi pare da questo frammento.
Ma anche la ceramica Musa di Roma ha legame, anzi origine, da Vietri. MUSA, un acronimo che sta per “Montecchi Urbani Società in Accomandita” ebbe origine da due imprenditori romani (in sigla) e fu fondata a Vietri nel 1942 … e poi diffuse nel dopoguerra nella Roma capitale lo “Stile Vietri”.
Ogni tanto vien fuori per caso e per casa qualche frammento d’architettura & decorazione … perché gli archivi, le catalogazioni mancano: addò stanno!!!
Saluti,
Eldorado
……………
Caro Eduardo …
come è piccolo il mondo …
ricordo benissimo il bel negozio di “MUSA” dalle parti di Santa Maria Maggiore …
quasi di fronte al vecchio Mercato dei Fiori …
allora ospitato nel tunnel sottostante una delle ultime opere di Adalberto Libera …
quel negozio era un posto magico per me allora ragazzino …
coloratissimo e infantilmente folk …
lo spirito era quello che molti, ma molti anni più tardi, …
scoprii essere quello dell’indimenticabile IK …
la mitica Irene della quale anni fa ti scoprii ammiratore …
e che conobbi ahimé ben più che ottuagenaria …
i miei genitori erano clienti di quella bottega …
e ogni tanto riscopro, qua e là in casa, …
qualche coccio non ancora andato del tutto in frantumi …
che oggi rivedo come un piccolo tesoro domestico, …
ma che per anni fu accantonato tra le infinite cose di quel pessimo gusto …
tipico delle mode appena trascorse …
che affollano gli sgabuzzini, gli armadi a muro, le cantine, le soffitte e la memoria di tutti noi …
anche per il povero Galileo Chini le cose andarono nella medesima maniera …
amico di mio nonno Nicola, al quale puntualmente inviava il suo annuale e ceramico omaggio, …
le sue opere che ovviamente cerco di salvare da quando ho raggiunto l’età della ragione …
fecero spesso fini altrettanto ingloriose …
ricordo nel solaio di casa mia un tetto dispettoso …
e a Roma “quanno piove, piove” …
che gocciolava a dirotto, diretto, nelle zone più sensibili …
e io che venivo spedito su in soffitta, nel solaio a spostare i Chini …
sotto la goccia pellegrina e assassina, a far da catinella occasionale …
“a cor dell’acqua della novella piova” … potremmo dire …
povero Galileo … se l’avesse saputo …
P.S.
Però se vuoi avere notizie di MUSA …
credo che ti dovresti rivolgere a Laura Thermes (che so non leggerci), …
ma che potrebbe essere utilmente allertata da Franco …
(che da certe sue reazioni intuisco leggerci, invece, con una certa tempestività) …
la quale, se non ricordo male, …
dovrebbe avere una certa familiarità …
con quella straordinaria vicenda del gusto e del costume …





Di questo straordinario pavimento ricordo di aver letto in un catalogo di Letizia Pitigliani il suo racconto di quando che lo aveva messo giù insieme al padre con una gioia e spasso che sono rimasti (e erano ancora lì 20 anni fa, ma non sapete quanto temo temo tracce per fare scarichi e impianti aperte senza pietà musiva – ma forse è giusto così, almeno è stata una casa viva e Michelucci sarebbe stato d’accordo – mi preoccupa invece tutto quell’eternit per quei poveri inquilini).
La notizia sulle ceramiche Musa deriva dalla sigla in questione ostentata in un frammento incastonato in bella vista tra gli altri. Devo averlo anche fotografato ma chissà dove sono finite quelle immagini dopo due traslochi.
Potremmo fare una gita fuoriporta archiwoccica la prima volta che viene a Roma sperando che ci aprano.
Ci portiamo pure Muratore e tutti quelli che si aggregano.
Male che vada ce la caviamo con una spaghettata alle vongole da qualche parte sul mare.
Vengo anch’io! Gianca’, nun me di’ de no!
Aspettiamo notizie dal sindaco che vuole essere del giro anche lui e poi vediamo di combinare un bel gruppo
vacanze archicefalico.