Pietro Pagliardini commented on QUANNO SE FREGO’ PURO L’ARBERO DE PURINI …
“E’ vero sergio43, in fondo l’esser archistar è una sorta di condanna all’ergastolo. Da ogni lavoro, dal momento della beatificazione, ci si aspetta il miracolo e, fino a quando la “fantasia” tiene, inni di gloria; quando la fantasia cala, inesorabilmente, dovrebbero rimanere altri valori, quelli veri. Ma non è detto che ci siano. Ogni nuovo lavoro è una coazione a rinnovare i fasti, ma si trasforma in una corsa lungo il Sunset Boulevard. La chiesa di Terranova manca di “fantasia”, a parte quell’assurdo scivolo banalmente simbolico, e il mestiere non supplisce.
Se non fosse Botta, l’avremmo presa come una delle tante stranezze che ci riserva la professione e che sono presenti in ogni città, ma per Botta credo rappresenti un punto di non ritorno.
Gli auguro di dimenticarsi chi è stato e di trovare la forza per fare l’onesto libero professionista.”
Pietro





che citazione!! sono d’accordo con voi, però l’immagine di sopra con i due cilindri in mattoni accoppiati è suggestiva e mi piace molto; il problema sono i volumi nel loro complesso…
Visto da qui sotto il pensiero va subito ad una madre; una grande madre…
Chiesa madre o “mammona” ?
L’autore ci lascia incerti e dubbiosi.
Non è compito suo dirimere questioni : si limita a testimoniare senza chiedersi cosa e ancormeno perché.
Irresponsabilmente approda all’idolo: poteva essere altrimenti ?
Mosè ! … Mosè ! …non li puoi lasciar soli un attimo…
Saluto
Credo che abbia ragione Pagliardini, trattandosi di Botta……..e se si trattasse di un progetto di un architetto di Provincia? Cosa dremmo?
Tutto molto più semplice e meno “compoitivo” o “liturgico”, da analizzare: Botta voleva “inondare” di luce la zona absidale o del presbiterio (sai che idea suggestiva!); ha pensato: le chiese hanno diverse absidi (spesso succede, ma talvolta anche un catino absidale unico, come le chiese paleocristiane; pensa che Quaroni, cercò di risolvere e coniugare la curvatura dell’abside con la curvatura dellka cupola, nella famosa chiesa con la”sfera”), io ne farò due….sai che idea; poi, però, avrà ragionato che l’abside, nelle chiese “antiche” poteva avere un rapporto di continuità con le navate (è il transetto?), quindi giù a radoppiare anche quelle, ma in proiezione sulla copertura (davvero geniale?). Dopo tutto doppio, anche la croce, poi i portali…? Ma perchè non studiarsi un po’ (anche Botta dovrà pur farlo, no) la storia, l’evoluzione e il significato delle porte-portali, ad esempio nell’architettura Romanica?
Poi, andava data una”veste” liturgico-teologica, quindi i due slittoni, diventerebbero le “tavole della legge”?
Grande rispetto per la cultura e le capacità di un Architetto come Botta, ma si può ridurre la composizione a questo?
Se mi sono sbagliato, mi scuso e anticipo il pranzo con un piatto di tortellini (in brodo)
CIAO
MAURO
Probabilmente non ti sei sbagliato,anzi, hai ricostruito un ipotetico percorso progettuale il cui risultato, anche se fosse vero, è comunque miseramente fallito in ciò che effettivamente è.
Pietro