Da Eduardo Alamaro: …
“… Grazie Archiwatch, non sapevo di questa mostra a Mosca di Jofan. Non lo sapevano nemmeno i miei amici di Deruta (PG) che pure sono interessati alla questione perché “fecero” nel 2000 la bella mostra ceramica: “David Zipirovic a Deruta”, coevo di Jofan e altro esule di gran genio russo: artista, architetto e studioso dell’arte italiana rinascimentale.
Se non sapete chi è Zipirovic (1885 – 1946), vi dico solo che da Odessa (istituto d’arte), l’ucraino-ebreo David si trasferì nel 1909 a Parigi (Accademia) per una educazione “totale” e senza confini d’architettura.
Dal 1914 fu subito in Italia, a Roma, con una borsa di studio per studiare pittura e architettura. “A Roma, Roma!!” Non vissuta come “grande sepolcro del passato”, ma come “città di alte aspirazioni e ispirazioni d’arte …”.
Da Roma a Perugia il passo d’arte è breve: Zipirovic operò ceramicante nella industriosa vicina Deruta dal 1923 al 1927, quale direttore artistico della fabbrica “Maioliche Deruta”, quella degli imprenditori-innovatori Biagiotti, Baduel e Biutoni, non cascò male, l’ucraino.
Era un gran disegnatore. Il lavoro pittorico su maioliche di Zipirovic (favolosi i suoi tondi neorinascimentali), molto favorito del resto da una collaudata organizzazione di fabbrica e da una irripetibile schiera di maestri d’arte italiana “di base”, è rimasto proverbiale a Deruta: Zipirovic ancor oggi è molto amato, pensate un po’, amici muratorini!
Scriveva all’uopo in quel tempo il fondatore faentino Ballardini, attenzione, attenziò: “ … cerca (Zipirovic) non già di copiare e di rifare stucchevolmente quei modelli rinascimentali, ma di perfezionarli e raffinarli. E chiede, quand’è necessario, l’aiuto prezioso e decisivo dei nuovi ritrovati scientifici e ispirazioni ornamentali al sentimento estetico del proprio tempo”. Vale a dire: l’arte non come effrazione individuale autoreferenziale, ma come Noi dell’obbedienza a leggi, canoni, regole con divise.
Ma ….ma l’affascinante esperimento della Russia sovietica richiamò David in patria. C’era la possibilità neo-rinascimentale di riconiugare il sogno dell’arte della ceramica con il segno dell’architettura classica, che occasione! E vvaiii David, ritorna! Nel novembre 1927 un piroscafo riportò così il nostro eroe di terracotta da Napoli a Odessa. Da qui il salto a Mosca, dove Zipirovic (salto qualche passaggio …) re-inventò e ri-attualizzò la maiolica italiana doc in Russia. La maggior parte degli exempla e prove di queste grandi realizzazioni (manufatte “con ritmi d’assalto”), è conservato al museo “Kolomenskoe” di Mosca. Ce lo dice in catalogo (Centro Di) Svetlana Baranova, conservatrice arte ceramica di questo museo, nel 2000. E noi ci crediamo sulla parola!
Qui la congiunzione di Zipirovic con Boris Jofan e il suo progetto del Palazzo dei Soviet. Sono questi progetti complessi che pretendono il coordinamento e la competenza di più intelligenze d’arte. Sforzi epocali. Chi ci sta dietro Jofan, la macchina Jofan? Zipirovic lavora nel team Jofan per anni, su questo obiettivo. Vincono, li fanno vincere, … e nel 1935 entra a far parte del laboratorio delle decorazioni del Palazzo dei Soviet, in particolare per lavorare sui modelli di ceramica artistica da realizzarsi in situ.
Per Zipirovic fu quella una esperienza dura e disperata, complessa e generosa, struggente. Preziosissimi i suoi appunti tecnici e gli schizzi per trasbordare da Roma a Mosca quest’arte tipicamente italiana della maiolica. “Per fa uscire la ceramica artistica a scala architettonica dai laboratori e farla entrare nella vita palpitante …”, come scriveva il Nostro. Che nel 1937 è poi anche nel gruppo di lavoro di Jofan che progetta il padiglione sovietico all’Esposizione Internazionale di Parigi, con in cima la celebre statua di Muchina: “l’operaio e la colcosiana”. ….
Poi la guerra, poi la morte nel 1946 di David, .. poi la figlia che emigra in Israele e … basta così: mi sono stancato, devo andare alle cinque della sega … era solo per dire che la questione Jofan va molto oltre Jofan.
Arriva fino a noi e a me che via mail vi mando questa notazione.
Saluti,”
Eldorado
Il racconto di Eduardo Alamaro sula vicenda Zipirovic -Jofan è sorprendente e getta una luce diversa su quella che fu la l’opera di Jofan, ritenuto dalla cultura architettonica moderna, uno storicista impenitente., un restasuratore della cultura accademica. Come sempre avviene la complessità delle vicende consente sempre la sopravvivenza dei loro protagonisti, mentre la semplificazione si consuma nel tempo stesso della sua esistenza senza possibiità di ritorno!