Punti di vista …

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7 Responses to Punti di vista …

  1. pietro pagliardini ha detto:

    Caro professore, questo lapidario commento mi sembra la migliore risposta verso la faziosità di quanti amano il pensiero unico mascherandolo con l’idea di modernità.
    La modernità è tante e troppe cose ma di certo senza dialogo e scambio di opinioni è solo antichità, e di quella peggiore. Magari sono pure fautori di Bauman e del termine “società liquida” che usano ogni tre per due, senza capirne il significato, senza comprendere che solo le relazioni tra diverse idee, diversi soggetti, diverse sensibilità possono produrre frutti.
    Chi non capisce questo è davvero legato ad un passato molto, ma molto lontano.
    Saluti
    Pietro

  2. ettore maria mazzola ha detto:

    più che giusto!

  3. Stefano Serafini ha detto:

    Sempre che quelli esposti siano argomenti, e date certe condizioni al contorno (p.es. urbanità, autoironia, cultura) capaci di sollevarci dalla mota nella quale si vuole che tutti nuotiamo.

    Tutti gridavano: “A Filippo Argenti!”;
    e ‘l fiorentino spirito bizzarro
    in sé medesmo si volvea co’ denti.

  4. LdS ha detto:

    “Eravamo quattro amici al bar…”

    rob

  5. Outsider ha detto:

    Proposta per Muratore:

    Visto che gli argomenti ormai non sono discordanti ma convergono tutti nell’illuminato movimento dei salingarosiani proporrei di cambiare il nome del blog in SALINGAROSWATCH… suona anche bene…
    Tanto ormai si leggono solo gli auto-applausi, le auto-difese, gli auto-elogi della santissima trinità Serafini-Mazzola-Pagliardini !!!

  6. Riccardo del Plato ha detto:

    Professore lo sa che sono 30 anni che tra la “intellettuale” sinistra che vuole la chiusura dei licei classici, e la “nobile” destra che vuole l’abolizione degli ordini professionali, alla fine prevale il Berlusconismo che disintegra sempre di più la capacità individuale dei “pochi”, ormai ridotti all’osso e trattati alla stregua dei “pazzi”, per far prevalere la incapacità della massa ad affrontare e risolvere i suoi stessi problemi.

    Questo attraverso 2 parole inflazionate e palesemente oggi lontane dalla loro reale etimologia: Libertà e Democrazia.

    La cultura è passata dai salotti alle periferie, le rivoluzioni della sinistra si sono rivelate parziali perchè incapaci di offrire soluzioni a medio e lungo termine…..
    Quelle della destra, Dio ce ne scansi e liberi per favore.
    Stalin, Mussolini, ma anche Topolino, Paperino, Pippo, Pluto e Qui Quo Qua, avrebbero cacciato a calci dall’Italia un Berlusconi, altro che ideologie politiche.

    Lasciamo stare gli errori del passato. Torniamo alla frase in oggetto.

    Ma come possiamo recuperare il rispetto verso un anziano un tempo fonte di saggezza , simbolo della memoria, oggi immagine deturpata del sessismo e della frustrazione? [STORIA]

    Ma come possiamo recuperare il rispetto verso un prete, un tempo personificazione della nostra morale, momento catartico e liberatorio, oggi disintegrato dall’antimoralismo e dall’anticlericalismo ? [ETICA]

    Ma come possiamo recuperare il rispetto verso un professore, scolastico o universitario, un tempo visto come un educatore, un pedagogo, un sostituto della autorità parentale, oggi invece trattato da spietato ed incapace giudice, depotenziato a livello di un banale esaminatore. [EDUCAZIONE]

    Ma come possiamo recuperare il rispetto verso i “capi”, siano essi Re, Principi, Signorotti, che per secoli hanno dettato leggi, imposto regole, stabilito diritti e doveri alla stessa stregua della tanto decantata Democrazia, ma colpevoli di essere “punte” della piramide e non “base”, quindi unici e non tanti. [GERARCHIA]

    Ma come possiamo recuperare il rispetto verso un Padre un tempo sintesi dei concetti sopra elencati ed oggi massacrato da una donna che ha abbandonato le lotte femministe per la libertà per “rinascere” uomo, snaturando se stessa e rinnegando il suo ruolo storico di madre/moglie. [FAMIGLIA]

    Sono nato con 3 modelli educativi: FAMIGLIA – STATO – CHIESA
    E li ho combattuti tutti e tre, riuscendo a relazionarmi con i capisaldi che mi erano proposti e MAI, ripeto MAI imposti da un padre del 1914. Importante non è avere dei modelli “giusti”, ma piuttosto avere la libertà intellettuale per disintegrarli e ricostruirli, in un costante processo di analisi e sintesi, che ormai si è perso.

    Quali modelli sono rimasti?
    Ma soprattutto con cosa gli abbiamo sostituiti, perchè questo è il vero problema, non ci sono più modelli, non c’è più un “dritto”, non c’è più la morale.
    E quando non c’è più la morale non esiste neanche la possibilità di trasgredire, di uscire dalla “regola”, di rivoluzionare, cambiare, stravolgere, contrastare…. e quando non c’è più questo semplice meccanismo si smette di sognare, creare, inventare, innovare…..

    Siamo diventati delle AMEBE, narcotizzati dalla televisione, stimolati dagli spot pubblicitari e riaddormentati dai programmi sempre più vuoti, sempre più inutili, sempre più sterili.
    Pettegolezzo sul professore, sul parroco, sul papà, sul presidente, su tutto.
    Cito da wikipedia
    Pettegolezzo: chiacchiera, generalmente inopportuna e malevola, sui fatti altrui.

    Ora la frase da Lei riportata non ha nessun valore in questa società, perchè si basa su un principio ormai demolito, quello di PERSONA.
    Oggi contano la massa, il consenso, il branco, la società ecc.
    Se “tanti” dicono una bugia sarà sempre più forte di UNA sola verità.
    Siamo andati molto più avanti della propaganda nazista che diceva “una bugia ripetuta 1000 volte diventa verità”. Siamo alla spudorata bugia che vince sulla evidente verità.
    Non c’è più bisogno di ripetere 1000 volte, basta andare in tv, fare una telefonata in diretta, sparare un paio di bugie e quelle diventano intoccabili.
    Ma non è B. il potente, la lo share, la massa, quella da credito ad un millantatore, il popolo ha il potere di cambiare canale, si sente potente di stroncare con un pulsante. Mi permetta una metafora, l’incantatore di serpenti si prende gli applausi, ma se non fosse per il serpente che si piega al suo flauto perdendo la sua immagine forte e aggressiva, quello diventerebbe un semplice mendicante.

    Vorrei citare l’intervento di Roberto Benigni dell’altra sera.
    Un golpe, una chiamata alle armi, per un attimo ho creduto che centinaia di persone avrebbero preso possesso dell’Ariston e buttato a calci nel c..o quelle prime linee di FANTOCCI buffi anche nel loro modo di applaudire, compiaciuti di se stessi, figli di una male cronico di questa società, l’APPARENZA.

    Ma non è accaduto. Perchè?
    Benigni da grande artista ha dapprima attirato la massa con una introduzione che lasciava presagire una grande “presa per il c..o di Berlusconi”, ha lasciato che piano piano 20 milioni di persone arrivassero a lui. Ha illuso, deviato, condotto verso una voce. La sua voce. Poi la sorpresa, Storia, storia, storia ed ancora storia. Quella che nessuno conosce più, quella che nessuno vuole studiare, quella che nessuno vuole ricordare, quella dove ci sono le risposte, quella dove ci sono gli esempi.

    Basta ascoltare attentamente per capire che Benigni ha voluto dire alla massa “siete ignoranti, ma forti. Trovate la persona giusta da ascoltare e fatevi condurre fuori da questo decadentismo”.
    Ma la massa non ha retto il lungo discorso, Benigni ha dimenticato che la massa dopo 20 minuti ha bisogno di “svegliarsi” con un po di pubblicità.

    Alla fine, pochi, pochissimi hanno recepito il messaggio.
    Ora tocca alla massa prendere quei “pochissimi” e sostituirli a…. a se stessa.

    Solo allora si torneranno ad ascoltare le persone, ognuna con una sua storia, ognuna con la sua identità, ognuna con la sua mente, ognuna con il SUO PENSIERO.
    E torneremo a discutere e finalmente a risolvere i problemi invece di parlarne al bar.

    Nella mia famiglia la DIVERSITA’ è ricchezza, sia essa di vedute o di razza, ma devono prevalere sempre le individualità.

    Mio nonno era del 1849, mio padrea del 1914, io sono del 1970
    120 anni = 3 generazioni la storia dell’Italia l’ho imparata in famiglia, per fortuna.
    Mi vanto di essere un MENTE LIBERA che vive in una galera culturale.
    Ho pietà per i miei figli, non so cosa gli potrò insegnare, la mia “individualità” rappresenta un problema in questa società.
    In effetti non sono “niente”, sono solamente Riccardo.

    Mi scuso con il blog per il mio linguaggio semplice, ma soprattutto per il mio lungo intervento forse esagerato forse inopportuno ma come sempre (per me) sincero e spontaneo.
    Mi sento solo, si capisce.
    Questa frase fa parte del mio modo di essere, ma mi fa male la solitudine in cui sono caduto per la mia incapacità di omologarmi.

    Buona domenica.

    PS spingo ad una riflessione, per uccidere un pacifista, Gandhi, Luther King, Lennon, lo stesso Kennedy anche se con alcuni tratti ambigui, è bastato il colpo di un singolo uomo.
    Stalin, Hithler, Mussolini, ma oggi potrei citarne tanti, perchè tante sono le guerra in atto OGGI, sono stati deposti con delle guerre e milioni di morti.

    Attenzione alla massa, è dimostrato che va sempre con gli incantatori di serpenti.
    Professore è ora che qualche “buono” impari ad usare il flauto, altrimenti non si va da nessuna parte.

  7. isabella guarini ha detto:

    La classificazione dell’architettura secondo gli “ismi” è utile per la storia a fini didattici, ma non è detto che gli architetti nelle trasformazioni urbane debbano appartenere a uno solo di essi, magari a quello più più in voga. I contesti nei quali gli architetti si trovano a operare sono già costruiti e consolidati, tranne rari casi di insedianenti totalmente di nuova fondazione. Perciò non è teorizzabile la diffusione di un solo “ismo”, perché la diversità e varietà, estesa all’intero globo, impone risposte diversificate e il rifiuto della globalizzazione. I lproblema sta nel fatto che la capacità di diversificare il progetto in rapporto al contesto dovrebbe appartenere a ogni singolo architetto. Invece, ci troviamo di fronte ad architetti che sono stati formati per appartenerte a un solo “ismo” architettonico, per cui le eventuali variazioni progettuali dello stesso architetto sono intese come tradimento. Di qui le polemiche!

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