Noemia … New Town … dieci domande …

Riceviamo da Eduardo Alamaro …

e volentieri vi giriamo …

queste dieci Fanta-domande … pre-elettorali …
“cari muratorini, chiedo asilo per le allegate e forse allagate 10 domande che mi assillando in questi giorni pre-elettorali. Tra realtà e irrealtà della “Noemia per tutti”. Fatemi sapere se accogliete. O se c’è respingimento. Un naufrago nel web agitato. Grazie e saluti in bottiglia. Rigorosamente di marca Fanta-politica” …

10 domande (im)possibili per il nostro papy quotidiano

Terremoto continuo, martellante. Qui si balla, a Napoli, capitale dell’Italia massmediatica. Fonte di ogni inquietitudine del gossip post/politico. Ballare per non bollire nel Vesuvio globale. Marciare per non marcire nel Nulla. Marchette per non mettere più (ultras) bacchette. Siamo tutti ossi per g-ossip.
Mi decido: stasera mi butto. Mi butto col papy. Mi avvolgo con Lui in un doppio salto im/mortale con avvitamento nel web. Dal trampolino dell’Archiwatch, Gran Muratore permettendo. Dritto dritto alla piscina di Villa Certosa sulla Costa Smeralda. O in quella (più importante) di Villa Santa Chiara a Caloria, sulla Costa Merdarda.
Mi a(v)volgo selvaggio con Lui, l’Uomo del Popolo. E nel mentre –arravogliati come siamo – gli rivolgo le “10 domande che sconvolsero il mondo” del papy. Tutte rigorosamente di argomento gossippurbanistico. Più o meno. Tutte dentro o attorno Noemia, città di (Sua) fondazione mass-mediatica e dintorni. Della quale sono gran cultore e cantore.

– 1) Papy, tu sei imprenditore di assoluto successo, anche edelizioso. Comunicatore doc di realtà immateriali post/politiche. L’inventore della tivvù commerciale in Italia. Cioè della fine dell’arte antica e belle maniere didattiche (architettura compresa e comprensiva) dei Bernabei di Stato (chi è stato è Stato, nda). Sei l’uomo del milione di posti e posticini di lavoro. Dei miracoli a basso costo e casta. Dell’ottimismo a oltranza in ogni stanza e condominio d’Italia. Con relativo arredo di meraviglioso tv al plasma tuttocolor. Dello splendido splendente de-regolamentato per tutti. Della comunicazione eclatante nel Kitsch democratico. Insomma: la Via breve al Paradiso.
Tu sei, e qui più ci interessa per mestiere, l’assoluto af-fondatore delle vecchie Storie urbane e –viceversa –il fondatore della nuova fiaba post/metropolitana. Con la fine senza appello e orpello del desueto piano regolatore totalizzante e l’avvento del puntuale pianino pua mediatico. Effetto-matrice e forse meritrice moltiplicabile. Dicci: è un mondo zebrato della Mina a puà, quello prossimo venturo e d’avventuro che ci aspetta? Il gratta e vinci dell’architettura a jo-jo nazionale? O a yo-yo e a io-iò? Chi regge il filo del progetto mediatico, se c’è ancora un filo?

– 2) Sei eroico, papy. Consapevole di riempire col tuo corpo il vuoto post/metropolitano d’oggi. Cioè l’ir/realtà fabulosa che ci avvolge. Dopo la caduta dei muri e muretti armati dell’ideologia e delle regole d’Occidente non c’è più nulla da fare. Da agire e attuare. Da parlare, pare. Tu ci dici ogni giorno che si può solo contemplare e comunicare a tutto spiano Noemia, la metropoli virtuale del gossip. Ogni giorno devi inventartene una, come del resto gli architetti. E’ questo il solo governo del fare, del fare comunicazione. Di cosa si nutrirebbero altrimenti gli italiani e l’intero mondo massmedio(il)logico senza la tua Noemia? Alla quale, di puntata in puntata, ci siamo affezionati. Chissà come sarà l’ultima puntuta, se c’è. Papy, non mollare! Noi del Senza/mezzo siamo con te!

– 3) Papy, la tua simpatia per Napoli, antica città dello spettacolo già dal ‘700, è nota e notoria. Bene-fica, nonostante il ricordo funesto dell’avviso di garanzia del ’94, rito ambrosiano. Nella fiaba odierna -scritta e consumata in diretta tv tra te, nuovo Principe, e la Cenerontola periferica del Mezzogiorno- gioca (forse) l’eterno mito della Sirena. O della sirenetta e della ninfetta mediatica, con relativo piccolo book. Tutta saettante di sguardo enigmatico. Modello Gioconda partenopea web. Ca’ niuscuno è fesso!! Infatti tu hai scelto la No&mi nella Casoria del Sud e non una qualsiasi Si&ti a Casorial Pusterlengo del Nord (parere di Calderoni a parte, e a partito leghista preso).
Domanda: Letta (la) Fede antica, ti sei messo preventivamente la cera nelle orecchie per passare indenne nel mare mediatico di S-partenope? Sei un accorto Ulisse o la post/modernità è senza ragione. Vuotata con te e per te al suicidio di massa italiche, estremo atto d’arte contemporanea, architettura elevata al Kubo compresa?

– 4) Nella fatidica domenica del “miracolo di Casoria”, 26 aprile 2009, hai dichiarato di aver ricevuto una telefonata sul cellulare dal signor Letizioso mentre stavi inaugurando il Salone del Mobile a Milano, assoluto tempio del design. Hai mollato tutto e subito e sei volato a Caloria, capitale del regno di Noemia. Un luogo infido e procelloso dove – a detta del prestigioso Financial Times –“si concentrano tutti i peccati del mondo!” (che goduria, piatto ricco, mi ci ficco, nda).
Domanda: questa tua apertura di campo a favore dell’infido e succoso hinterland napoletano è un chiaro segno che nel tempo di Noemia-futura il design non serve più? Che è definitivamente alle corde? E’ questo tuo il segno dell’inizio di un possibile ciclo di nuovo artigianato? D’arte applicata post-industriale miracolosa e traumatica del Sud? Modello mediatico Padre Pio? O meglio, Padre Poi?

– 5) Papy, tutto sembra perfetto in questa fiaba di Noemia. A iniziare dal luogo del miracolo. Dal nome della location: la criticatissima e super kitsch “Villa Santa Chiara”. Sull’asse mediano-mediatico di Caloria ove si è svolta la discussa festa di compleanno.
Lombrosiani osservatori napoletani, quelli raffinati della Chiaja – Posillipo (già) adderusa (odorosa, ndt), hanno scritto che “Villa Santa Chiara segna l’inizio della fine di papy”. Un boomerang. La fine del buon gusto e del buon giusto. Ciò perché Caloria è “il centro del triangolo della morte (urbanistica: Giugliano, Scampia, Acerra termovalorizzata, nda); un marchio a fuoco del malaffare, la Madre di tutte le evidenze.” E’ stato un grande errore andarci –sostengono– perché, come recita il proverbio: “dimmi dove vai e ti dirò chi sei?”
E chi sei allora, urbanisticamente parlando, papy? Sei uno spregiudicato e lungimirante comunicattore che indica in tivvù la giusta direzione di sviluppo d’area metropolitana? Tra realtà e ir/realtà? Tra dono e condono? Centro-periferia? Crollati i muri e le decenze produttive, non fa più differenza tra la volgare “Villa Santa Chiara” a Casoria e il nobile “Munasterio ‘e Santa Chiara”, nel centro antico di Napoli.
Anzi, un imprenditore di Noemia preferisce forse, tutto sommato, la periferia di “Villa S. Chiara” perché sta più dentro lo spazio miracolistico d’oggi. Più vicino al corpo pulsante della “Noemia per tutti”.
Siamo oltre Disneyland, oltre Edenlandia, tutto sommato circoscritte e ottocenteschi parchi dei divertimenti zonizzati. Siamo oltre Vulcanobuono. Oltre Warhol e i suoi 15 minuti di successo garantiti per tutti. Oltre “l’architettura come mass medium”, (titolo di un noto libro del ’68 di Renato De Fusco, da aggiornare urgentemente, nda).
Papy, siamo a Noemia? Indicaci l’urbawebbistica di domani (già in nuce e contro/nuce). Sarà fatta per punti-matrice, fuochi attrazioni d’eventi, storie di moltiplicazione d’irrealtà concreta via cavo e nodo scorsoio?

– 6) Un dubbio, papy: che farne allora del centro storico e antico? Forse un grande centro antico benessere? A misura e godimento contemporaneo? Cioè a misura del tuo corpo estetico massmediatico? In effetti, diciamo la verità, l’unico vero Maestro dell’Italia d’oggi sei tu. Anzi, tu sei il Gran Supplente d’Italia perché oggettivamente fai opera di supplenza a un personale panzone e attardato scolastico. Irrimediabilmente accademico. Stai rialfabetizzando gli italiani, duri al cambiamento e alle nuove tecnologie. Corsi pratici alla post/modernità. Non è mai troppo presto!
Il centro storico (di Napoli e altrove), oltre che luogo di studi e di produzioni artistico-industriali e turistiche, cioè la nuova Grande fabbrica con senso & sentimento, potrebbe essere (e avere) più propriamente il luogo della terza età godibile.
L’antico corpo architettonico (gotico, barocco, neoclassico) -una volta messo in sicurezza- dialogherebbe bene con i corpi più anziani viventi degli utenti. Biologicamente freschi e belli fino ai 120 anni garantiti, pare. Stili architettonici & stili di vita avvitati insieme.
Proprio come ha scritto Alberoni sul “Corriere della Sera” di lunedì, prima pagina: “L’età cambia amore e sesso. (Nonché la percezione dell’architettura antica, nda). A cinquantenni (e oltre) le emozioni sono più vere.” Villa Santa Chiara a Caloria è quindi per le minorenni. Ma per le maggiorenni e ultras il luogo giusto e opportuno è ‘o Munasterio ‘e Santa Chiara (valorizzata a dovere, riggiole comprese). Il centro storico del Benessere! (e tra la villa e il monastero Santa Chiara ci può essere qualche scambio, nda).

– 7) Papy, i comici di mestiere sono allarmati perché rubi loro la scena metropolitana e il mestiere, dicono. In qualche modo intermezzati tra l’acrobata e il pagliaccio, come scriveva Le Corbusier per l’architetto.
In effetti i confini antichi sembrano saltati: il Principe deve farsi guitto e viceversa. E’ la vittoria di Totò, alias Principe De Curtis. Maschera napoletana che tutta la sinistra ideologica a suo tempo non amava, nonostante il gran successo di pubblico di base (senza Altezza). Anzi che disprezzava come populista e diseducativa del Popolo. Esattamente come oggi succede a te, nostro papy (e Totò) quotidiano. Solo alcuni ne leggevano (e ne leggono) la vena surreale e profetica. Una risata li seppellirà? O li ha già seppelliti? Che dici? Scomparso il sacro, morta l’arte, azzoppata l’architettura, spazzata via la decorazione e il decoro, moltiplicato Loro, duplicato e manipolato tutto e tutti, … come si governa più il mondo (dello spettacolo)? E l’Italia?
“Non è impossibile governare l’Italia. E’ inutile”, disse, pare in extremis, il Duce (“il folle buffone”, come lo dileggiava il nostro professor Roberto Pane, nda). Papy, dicci e dacci la Verità: hai fatto tesoro di questa gag del Duce? Gli italiani (con relative aree metropolitane) si possono governare oggi solo con una ir-realtà parallela? Con un passo laterale nel vuoto? Con la comunicazione? Con la “Noemia per tutti”?

Stop, papy, siamo arrivati prematuramente in acqua. Siamo sott’acqua, nella piscina dell’Italia al voto. Avevo preparato altre tre domande per te, queste:

– 8) La sicurezza insicura della Villa Macario blindata d’Italia: tutto saltato, tutto da rifare per via del guarda-spalle per contratto he invece guarda fino al fondo schiena interurbano di Veronica? Respingimento o Risorgimento?;

– 9) Sapienti professori dicono che l’Italia non è più una Repubblica fondata sul lavoro ma, in prospettiva, un sultanato fondato sulla comunicazione: la via per una architettura medium-orientale, meticciata alla Obama?;

– 10) La città minorenne non riconosce più quella maggiorenne: che comunicare?
Ma non c’è più tempo e spazio. Sarà per un’altra volta, verso Noemia!
Saluti”

Eldorado

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2 Responses to Noemia … New Town … dieci domande …

  1. sergio 43 ha detto:

    Come un Guglielmo Tell, Eduardo (nomen omen) ha colto perfettamente il problema del nostro tempo. Come un Giambattista Vico, scava, con giusta ironia post-moderna, tra coscienza e conoscenza. Notevole!

  2. manuela marchesi ha detto:

    Qualche giorno dopo lo scoppio della vicenda Casoria, in Campania è stato arrestato un camorrista che di cognome fa Letizia. Notizia passata in un trafiletto appena su qualche giornale.

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