DAL NOSTRO INVIATO ALL’ASMARA (1) …

ASMARA 2011: A REPORT TO PROF. GIORGIO MURATORE

STEFANO SALOMONI


CINEMA (I)MPERO

 Con un gruppo di senior, al bar omonimo. (A: Asmarino  V: viaggiatore (il sottoscritto)  S: Signora che lavora nel bar)

 A: Hello. Where are you from?

V: Italy.

A: Ah, sei italiano, siediti qui con noi, parliamo…ho visto Roma, Milano, Venezia. Nel ’60. Io parlo un pò di italiano.

V: Anche io poco…Come vanno le cose in Eritrea?

A: Tutto bene, Ringraziamo Il Cielo.

     Ma Berlusconi…che combina?

     Ci prendiamo un espresso?

V: Ma certo.

A: Lo sa che gli italiani vivevano qui, prima ancora di Mussolini?

V: Come dice? Certo…Signora, per favore, caffè espresso per questi miei amici.

Silenzio contemplativo, anzi, cinematografico…

Ok, fine  pausa, si torna a girare.

S: Non c’è caffè oggi.

Risposta senza apparente via di fuga.

V: Ok. Coca Cola, grazie.

S: Coca Cola? Oggi non c’è la Locale, c’è quella dal Sudan (tutta l’essenza della plastica abbronzata al sole, Enjoy Coca Sunny).

A quanto pare si è aperto un varco verso Kharthum.

<<Lasci stare>>, mi dicono fraternamente quelli dell’(I)mpero, esortandomi ad abdicare.

Chiedono una bottiglia d’acqua Mai-gas (trattasi del procedimento inverso della nostra acqua addizionata con anidride carbonica; l’acqua naturale ha un costo proibitivo).

Se è acqua, è mai.

Se è pioggia, è quasi mai.

Poi c’è il quartiere a nordovest: Mai Temenai, quasi un ammonimento romanesco, sull’orlo di un ripensamento…finora t’è andata bene

S: Mai gas? Ok.

Scelta saggia, si può fare.

Dopo dieci minuti arriva una bottiglia tipo Peroni, da 75 cl.

V: Signora, chiedo scusa, (NOIO…sarebbe stato il caso!) abbiamo chiesto una Mai-gas, non della birra. 

Esplode una risata generale…Borsalino saltellanti. Dagli occhiali da sole persol (‘Ottica Bini’) leggermente retrò, fuoriescono imbizzarriti mille occhi sgranati: usano le bottiglie della birra da 75 cl per l’acqua e vige un rigoroso ‘vuoto a rendere’.

La facciata del Cinema Impero è un marchio d’esportazione. Si trova nella magnifica Asmara, quasi per caso; c’era posto all’interno di un prospetto bianco residenziale ben più lungo e lì l’hanno infilata senza troppe storie. Ma in realtà ha preso le distanze da quel luogo e vaga nel mondo: una architettura senza dimora. Trovi le sue immagini in molti libri; una volta, guardandola in bianco e nero ti sei convinto che dopotutto ‘New York è sempre New York’; un altro giorno ti sembra di averla vista a Parigi…, ma forse no…era la scenografia di un film…ora ricordo: notte metropolitana, il protagonista col cappello alle ventitré si accende un sigaretta in mezzo alla strada e sullo sfondo quella abbagliante immagine immersa nella nebbia. L’avranno smontata subito dopo le riprese.

Lo stato di conservazione è buono, il rosso (red carpet verticale) tiene, la pensilina in aggetto e gli oblò un po’ meno.

E nell’incertezza sul cosa fare, come aggiornare l’edificio, sembra quasi che i custodi abbiano scelto la strada più ardua: l’astensione. Ben fatto.

Poi la “I”, staccandosi un giorno dal muro, restò impiccata al cavo elettrico.

Era scoccata l’ora del “Cinema mpero”.

 

PALAZZO FALLETTA

 Asmara, segno particolare: 60% scritte in tigrino, 40% scritte in italiano.

 …credo sia stato un bussinessman italiano…questo Signor Falletta.

L’edificio si trova sulla Via principale, già Viale Mussolini, già ………, oggi Harnet Avenue.

Sono anni che l’Alitalia non vola più qui in Eritrea…perché nel frattempo qualcosa è cambiato in AlItaly…ma l’enorme logo sta lì, sulla copertura, e l’Alitalia, in qualche maniera, è ancora presente.

Palazzo Falletta (1937-38) è un edificio a pianta rettangolare; una maglia esterna scandita da moduli quadrati, imprigiona un corpo bianco provvisto di finestre quadrate decentrate rispetto alla maglia e arretramenti dove trovano posto le terrazze. Lo stato di conservazione è buono. Il piano terra è destinato al commerciale; per raggiungere i piani residenziali superiori ci sono dei corpi scala posti agli angoli  del cortile.

Mr Eisenmann…sorry…Carlo Marchi e Giuseppe Canè t’hanno preceduto….Berlino (IBA), è venuta dopo (dopo=after).

(S.S. continua.1)

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