La balena … nella rete …

spiaggiatapo

Emanuele Arteniesi ci invia questo, solo apparentemente improvvisato, dialogo-collage: …

Difficile dialogo tra Deleuze e Melville sull’apparizione della balena …

In attesa di sapere come la pensa Dino Formaggio …

Deleuze:” l’indifferenza ha due aspetti: l’abisso indifferenziato, il nero niente, l’animale indeterminato in cui tutto è dissolto; e insieme il bianco niente, la superficie ridivenuta calma in cui fluttuano determinazioni slegate, come membra sparse, teste decollate, braccia prive di di spalle, occhi senza fronte. L’indeterminato è del tutto indifferente, ma le determinazioni fluttuanti non lo sono meno le une rispetto alle altre. bisogna chiedersi se la differenza funge da intermediaria tra codesti due estremi.”…

…agli idealisti hegeliani fischiano le orecchie, i primatisti dell’identità che definiscono il mondo della rappresentazione trattengono il fiato…

…” oppure non è essa il solo estremo, il solo momento della presenza e della precisione? la differenza è lo stato in cui si può parlare delLA determinazione. la differenza “tra” due cose è soltanto empirica, mentre estrinseche sono le determinazioni corrispondenti. Senonchè in luogo di una cosa che si distingue da un’altra, immaginiamo qualcosa che si distingua, eppure ciò da cui si distingue non si distingua da essa”…

…Mies fa spallucce, lui è un progettista del suo tempo e legge Tommaso d’Aquino…

…”il lampo per esempio si distingue dal cielo nero, ma deve portarlo con sé, come se si distinguesse da ciò che non si distingue. si direbbe che il fondo sale alla superficie, senza cessare di essere fondo. c’è qualcosa di crudele, e anche di mostruoso, da una parte e dall’altra, in questa lotta contro un’avversario, in cui il distinto si oppone a qualcosa che non può da esso distinguersi e che continua a coniugarsi con ciò che da esso si separa”..

… pile di maschere cominciano a schiamazzare mischiando i fogli dimostrativi di Gropius s’inceppa il power point…

Melville divertito lascia Ismaele raccontare come può, lui è il primogenito di Abramo, bastardo cacciato nel deserto, fra altri reietti. un uomo non del proprio tempo, un inattuale:
” Era un pomeriggio annuvolato e afoso: i marinai gironzolavano pigramente per i ponti o fissavano l’occhio vuoto sull’acqua color del piombo. Quiqueg ed io eravamo placidamente occupati a intrecciare ciò che si chiama una stuoia a sciabola, per l’equipaggiamento aggiuntivo della lancia. tanto quieta e sommessa, e forse in qualche modo presaga, era tutta la scena e un tale incanto d’orgia covava nell’aria che ogni marinaio, in silenzio, pareva disciolto nel proprio io invisibile.
Io ero il servo , o paggio, di Quiqueg, in quel lavoro. Mentre continuavo a far passare e ripassare la riempitura o trama di merlino tra le lunghe filacce dell’ordito, adoperando le mani come spola, e mentre Quiqueg, messo di fianco, di tanto in tanto cacciava la pesante sciabola di quercia tra i fili e guardando pigramente sull’acqua spingeva a posto, noncurante e distratto, le filacce: una così strana aria di sogno, ripeto, regnava in quel mentre su tutta la nave e sul mare, rotta soltanto dall’intermittente colpo sordo della sciabola, che quello pareva fosse il telaio del Tempo e io stesso una spola macchinalmente assorta a tessere e ritessere i Fati”…

…Il primo ufficiale Semper , lasciato il comandante Riegl ai suoi monumentali intenti di tracciare piste sull’acqua, alla sua ossessiva Kunstwollen sete di vendetta, si avvicina incuriosito…

… “ecco i fili immobili dell’ordito, soggetti solo a un’unica, sempre uguale, immutabile vibrazione, e quella vibrazione era calcolata a permettere appena appena l’incrocio di altri fili coi suoi. Quest’ordito pareva la Necessità; ed ecco, pensavo, io con le mie mani manovro la mia spola  e intreccio il mio destino in questi fili inalterabili. intanto la sciabola istintiva e indifferente di Quiqueg, che talvolta colpiva la trama o per obliquo o per storto, o troppo forte o troppo piano, come dà il caso, e con questa differenza nel colpo conclusivo produceva un corrispondente contrasto nell’aspetto ultimo del tessuto terminato: la sciabola di questo selvaggio, pensavo, che così definitivamente foggia e aggiusta trama e ordito, questa sciabola facile e indifferente deve essere il Caso: sì, il caso, il libero arbitrio e la necessità, in nessun modo incompatibili, che tutti, intrecciandosi, lavorano insieme.

Stavamo così tessendo e ritessendo, quando io trasalii a un suono tanto bizzarro, tanto prolungato e musicalmente selvaggio e ultra terreno, che il gomitolo del libero arbitrio mi sfuggì dalla mano e stetti a guardare le nubi donde quella voce scendeva come un’ala. In alto , arriva sulla crocetta, c’era quel matto Capo Allegro, Tashtego. Sporgeva innanzi avidamente il corpo, con la mano allungata come una bacchetta magica e a brevi intervalli scattanti continuava le sue grida. – Laggiù soffia! là! la! là! soffia!”…

… il miracolo, la catastrofe, la balena.

Deleuze: ” la differenza non implica il negativo, la differenza e la ripetizione hanno preso il posto dell’identico e del negativo, dell’identità e della contraddizione. il primato dell’identità definisce il mondo della rappresentazione. Ma il pensiero moderno nasce da un fallimento della rappresentazione. Il mondo moderno è il mondo dei simulacri.
La differenza come catastrofe non testimonia appunto di un fondo ribelle irriducibile che continua ad agire sotto l’equilibrio apparente della rappresentazione organica?”…

… Il lampo, la balena.. Ma la cultura “mainstream” procede ancora verso le riduzioni, le declaratorie…lo spirito del tempo e si discutono le leggi. Le generalità del Movimento moderno non dimostrano più niente… I silos americani chissà in che condizioni erano già al momento delle foto poi ritoccate da Le Corbusier…Le foto ritagliate di Katsura con l’esclusione dei tetti tessuti … per i testi di Gropius sul Giappone del 1960… Solo nel 1983 sono state pubblicate le immagini complete, più “ambigue” per i modernisti, per i testi di Isozaki…
Un secolo di riduzionismo e ideologia… e Semper l’aveva detto che la tessitura era la più antica forma di artigianato cosmogonico, come la costruzione giapponese… costruire come coltivare…lui è andato in crisi, non capiva il simulacro…
Sarebbe ora di tornare ai campi dell’architettura… E che qualche architetto si annoi definitivamente del suo impiego nei servizi e magari vada a dare una mano a chi tenta di costruire insediamenti più sani e divertenti come quelli della rete, del tessuto degli Ecovillages…la ricompensa non è facilmente quantificabile …”

E.A.
E’ proprio vero che sarebbe ora di tornare all’architettura …

Questa voce è stata pubblicata in Architettura. Contrassegna il permalink.

3 risposte a La balena … nella rete …

  1. emanuele arteniesi ha detto:

    Spiaggiata dalla deriva formalistica del novecento…chi è un simil Fuksas?

  2. xenakisDEnoantri ha detto:

    in qualità di autore di questo progetto avrei piacere a scambiare due chiacchiere con l’autore dell’interessante articolo. sarò in cantiere nei prossimi giorni.

    xenakisDEnoantri

  3. emanuele arteniesi ha detto:

    Volentieri Iannis, ci vediamo sulla battigia. Però uno contro uno, con Corbu ci parlo un’altra volta…

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.