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Forse non hanno invitato il papa perchè si vergognavano…
Ecco caro professore, ha scelto l’immagine giusta per L’ateneo romano; una massa putrida. Per non parlare poi della “nostra” facoltà”… Io l’ho sempre chiamato il paese dei balocchi! ma tanto prima o poi mi vendico di tutti quei baroni che mi hanno fatto perdere una marea di tempo! la Vendetta è vicina…
forse c’erano ancora gli operai, forse qualcuno aveva dimenticato di pulire’…
o forse diventerà tutto così quando, come già capita, non si capisce da che ;parte si entra o si esce; e sopratutto in che cosa si entra ;parlavamo l’altro giorno di un museo erigendo camuffato da mostro; e dove metteremo i tappetini per quando piove;e piove tanto, ma sono forse più lacrime . adelaide reg
E Che la sora Maria deve sta a spendere pure per gli zerbini?
Anzi che ancora ce dice dove andare per fare revisione e dove per le lezioni.
Si ma…vi rendete conto che sono 67 quei cialtroni, tra professori e studenti?
67 esaltati a cui hanno permesso di avere la meglio su un qualcosa che manco loro immaginano bene…
Chi da man forte a costoro?
Non è per caso che questi tentativi quotidiani di imporre un’ideologia ben precisa (e non commento) alla società italiana derivino dalla presenza di determinati partitini a cui tutto si concede ormai?
Ho sentito più o meno tutti i politici in tv dire la loro sul caso del Papa…mi manca Giodano!
Qualcuno lo ha visto o sentito?
Io credo, come hanno detto in tanti, che l’errore più grande sia stato invitarlo, il sommo pontefice. L ‘innaugurazione è un momento simbolico ed il papa, in particolare quest’ultimo, è il simbolo di un DOGMA e di un’ istituzione che ha continuamente attaccato molti principi scientifici, conquistati attraverso un METODO SCIENTIFICO considerato tralaltro subordinato alla religione cattolica, anche l’Illuminismo è stato adeguatamente redarguito quindi essendo l’università la sede che meglio rappresenta la sfera della ragione dall’illuminismo in poi, forse qualche reazione doveva provocarla.
Ora sul fatto che la scienza non sia la panacea per la felicità si potrebbe anche discutere ma trattarla come se fosse una religione inferiore mi sembra un pò troppo.
Sorvolando su ciò che, per me e per molte persone, la chiesa cattolica ha rappresentato in passato e tutt’oggi, il nodo della polemica è che il papa non è stato invitato ad un dibattito su cui confrontarsi, e al quale gli è stato impedito di esprimere il proprio pensiero, per timore o debolezza, come si è detto, ma in una giornata, in cui non era assolutamente indispensabile la sua presenza ma addirittura provocatoria.
inoltre credo che quei “cialtroni” (fisici, matematici,ecc.) all’estero, in particolare nel mondo scientifico, ci abbiano fatto fare bella figura, e credo che molti altri professori avrebbero sottoscritto quella lettera ma non hanno trovato il coraggio… non si sa mai…la carriera…la famiglia…
un saluto da Giordano e Galileo…
Ma chi attacca il Papa su Galileo s’è preso la cura di leggere Feyerabend?
Sulla citazione, fatta da Joseph Ratzinger per criticarla, di una tesi ardita dell’epistemologo Paul Karl Feyerabend, si è imbastita una patetica campagna anticlericale, basata sull’assunto falso di una difesa operata dal futuro Pontefice della condanna inflitta a Galileo Galilei. L’assurdo è che nessuna Università si sarebbe sognata di protestare per un invito a Feyerabend, il vero autore della riabilitazione postuma dei giudici del Sant’uffizio che condannarono Galilei, che infatti solo per fare un esempio, tenne un ciclo di conferenze a Trento nel 1992, due anni prima della morte. La sua tesi, per quanto apparentemente paradossale, peraltro, è costruita su una concezione assai rigorosa, addirittura estremistica, proprio dell’autonomia del ragionamento scientifico, che tale non sarebbe stato in Galileo. Galileo, scrive Feyerabend, avrebbe voluto vedere “il tutto con mirabil facilità corrisponder alle sue parti”, ma qui avrebbe soggiaciuto “al bisogno tipicamente metafisico” dell’unità di comprensione. Dunque, secondo il pensatore austriaco, il metafisico sarebbe stato Galileo, il razionalista il cardinale Bellarmino. Chiunque non sia accecato dal pregiudizio (e dall’ignoranza) capisce bene che Ratzinger, che ha sempre criticato il relativismo assoluto appunto perché nega la possibilità stessa di un approccio metafisico, non può essere preso per un sostenitore delle tesi di Feyerabend. D’altra parte, se c’è qualcuno che può essere in qualche modo considerato in sintonia con l’utopia epistemologica anarchica di Feyerabend, caso mai, è Gianni Vattimo, che, commentando il libro “Per la verità” di Diego Marconi, sostiene che “tutto è interpretazione, la realtà oggettiva non esiste”, dimostrando quanto sia sottile e permeabile il confine tra il relativismo assoluto e il nichilismo. Dovrebbe risultare evidente, proprio per contrasto, che il realismo di origine tomista (o se si vuole aristotelica) professato da Benedetto XVI è tutt’altro che ostile alla scienza e alla ragione. D’altra parte, se l’istituzione universitaria è nata nel medio evo cristiano, se al suo interno si sono strutturate le nuove scienze, compresa quella di Galileo dalla cattedra patavina, una ragione ci sarà. Quelli che a Ratzinger vogliono negare la parola perché ha descritto e criticato l’autodissoluzione della scienza operata dall’epistemologia nichilista o anarchica dovrebbero impiegare meglio il loro tempo studiando. Ne hanno proprio bisogno.
citato dalla rivista il FOGLIO (15/1/2008)
ma qualcuno l’avrà letto il discorso del Papa prima di scrivere?
lo spero tanto gli avrebbe fatto proprio bene….
un saluto da uno studente e pure Cristiano.
L’ho letto l’altro giorno. Dottissimo come al solito, aspetto di leggerne uno simile da parte di Asor Rosa :-), ma altrettanto mite, s’intende…
La scienza ha paura delle parole di un vecchio papa, cose da pazzi: non aveva conquistato il mondo con le sue scoperte?
saluti
cristiano
Non sono d’accordo sul concetto di rappresentazione di un DOGMA.
Egli era lì non in veste di Pastore di Dio o come Capo di Stato, ma come docente invitato da altri docenti!
Il Papa fa scienza anche lui, e non secondo una visione della dottrina cattolica. Le sue esegesi non hanno niente a che fare con commistioni religiose.
La Scienza è scienza, non ha colori nè partiti nè credi.
Anche un prelato fa Scienza come la farebbe un ateo o un laico.
Per me ha fatto bene a non andarci.
Dal punto di vista formale ha accentuato il divario che esiste tra una certa ideologia imperante che vuole “imporre” e non rendersi conto della propria inconsistenza, se non in un’ottica atea (e non laica!) della vita.
Dal punto di vista sostanziale ha reso pubblico ed evidenziato ancor di più la “qualità” e la “consistenza” di coloro che dicono di essere laici.
Se io fossi un laico,dopo ciò, proverei una leggera vergogna per chi mi rappresenta tantopiù se proveniente da un mondo accademico che dovrebbe rappresentare il futuro; tale atto non è di colui che dice di “ascoltare” e di rendere “partecipi” tutti, ma si è confuso il concetto di laicità con quello di ateismo, e questa la dice lunga sulle vere fondamenta e origini che reggono e da cui proviene il laicismo in Italia.
Io sono sempre più convinto che tutto ciò è stato possibile poichè queste persone si sentono con le spalle al sicuro e libere di agire, perchè credono che chi li rappresenta in alto sono lì per “cambiare” il modo di concepire la vita e di gestirla secondo la loro ideologia.
Una ideologia che non sa e non vuole risolvere alcunchè ma solo “gestirlo”.
mi dispiace dirlo, ma trovo ch la stampa italiana dovrebbe dare meno risonanza a ciò che si fa e si dice oltre Tevere