Auguri a tutti …

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25 risposte a Auguri a tutti …

  1. Fabio Coppola ha detto:

    Auguri Prof.

  2. Gigi Iampieri ha detto:

    Buon anno prof.

  3. isabella guarini ha detto:

    Il Mediterraneo visto da Pistoletto
    da Isabella Guarini
    Peccato che qui non sia possibile pubblicare un’immagine di come appare l’installazione di Michelangelo Pistoletto, nella Piazza del Plebiscito in Napoli, a un fruitore di passaggio e di altezza normale, mediterranea con gli occhi posti a 1,60 m da terra. L’idea d’interpretare il Mediterraneo come Piazza della Pace è giusta, quasi scontata per le guerre in atto, ma la riuscita è poco soddisfacente. Mi sono recata a visitare l’installazione – già celebrata dai media con il solito altisonante entusiasmo – attratta dall’idea, ma la delusione è stata immediata per il fatto che il Mediterraneo non si percepisce ad altezza umana, di pedone ma appare come una pozzanghera di colore al centro di uno spazio infinito, com’ è quello della Piazza del Plebiscito, che ancora una volta mostra la sua complessità di vuoto difficilmente colmabile, mettendo a dura prova le capacità di ambientazione degli artisti contemporanei. Il Mare quello che sentiamo come Nostrum, nel quale ci siamo tuffati sin dalla nascita e dai banchi di scuola, per Pistoletto è visibile solo dall’aereo, mentre per i fruitori di terra, quelli che attraversano la Piazza del Plebiscito si riduce a stringa di colore arancione su cui poco spiccano i nomi delle frastagliate civiltà che sono la tragedia millenaria del Mediterraneo. Qualcuno dirà che si tratta della solita critica degli invidiosi, di quei napoletani costretti a subire le immaginifiche installazioni dell’ arte contemporanea nella ex capitale Borbonica. Allora rispondiamo che si tratta di una capitale che ha perso il trend della storia moderna ed è finita sotto le balle di monnezza, non come la candida Venere di Pistoletto che osserva distaccata le balle di costosi stracci da museo, una volta caratteristici di Corso Resina a Portici, dove nel dopoguerra venivano venduti gli abiti americani dimessi. La Venere di Pistoletto , invece, non ha mai conosciuto gli stracci di Resina, ma è pensosa come le donne che oggi devono scegliere nella massa di prodotti allineati negli ipermercati alle porte delle metropoli.
    In fondo l’arte è una forma di pubblicità, tutto dipende da che cosa voglia comunicare. Ovvero gli interessi degli sponsor.

  4. marco ha detto:

    Dottoressa Guarini… la prego…
    ABBIA PIETA’ DI NOI!

  5. filippo de dominicis ha detto:

    auguri a tutti…
    http://labarrique.blogspot.com/2008/01/incendio-alla-miralanza.html
    …certo se questi sono gli auspici per il nuovo anno…!

  6. angela pellecchia ha detto:

    io trovo bella l’opera di pistoletto proprio per la sua posizione!
    per la possibilità di potervisi immergere, vivere, attraversare…
    non ci scordiamo che il concetto di arte partecipata appartiene molto all’autore…
    quindi, basta innalzare sempre l’arte da sola su un piedistallo.
    e poi quando ci passo la gente è felice di viverla, così, semplicemente.

  7. isabella guarini ha detto:

    Marco, invece di fare il lurker, perché non ci racconta qualcosa di buono, magari rivelando la sua identità?

  8. adelaideregazzoni ha detto:

    auguri di buon anno e di buona architettura

  9. eduardo alamaro ha detto:

    Si, Isolabella è severa, trasgressiva, controcorrente, si sa. E’ giudice unica ed inappellabile della sua “Commissione edilizia nazionale”. E sempre fuori dal coro, da qualsiasi coro. E’ solista nata, magari stonata, ma va sempre e comunque da sola, contro tutti. A testa bassa. In effetti è un’artista della provocazione e dell’animazione ambientale, in un’Italia bloggata. Questa è la sua funzione (e finzione) di “capomuratoriana” qui, in questo simpatico spazio web. Fino a farsi dire: “…Abbi pietà di noi” (Marco), “… Ma quanno te rimuovi!” (Pinello), ecc..…. ma lei non batte ciglio, continua! Insomma, Isolabella a me sta simpatica! Anche perché credo che, sul caso degli auguri napoletani in piazza, a Pistoletto lo prenderebbe a Pistolettate (critiche).
    Angela Pellecchia è invece più buona, infinitamente più accomodante. Per lei la scultura è definitivamente “lingua morta”, come scrisse il grande Arturo Martini, a suo tempo, nel 1945. Per lei la scultura è scesa per sempre (ahinoi!) dal piedistallo sul quale s’era innalzata per secoli. Anzi per due millenni e oltre. La scultura d’oggi è ambiente, è un brutto ambiente! E’ parco-gioco spesso stupidotto. E’ ‘na pazziella pe’ criature! E “la gente è felice di viverla così, semplicemente”, come chiosa la Pellecchia. Infatti è vero. Anch’io ho visto i bambini giocare col Mediterraneo-pozzanghera di Pistolino, a piazza del Plebiscito, a Napoli. Li ho visti passare con un sol balzo dalla Sicilia alla Tunisia o alla Libia, alla faccia dei marosi clandestini e di tutte le tragedie di ieri e d’oggi. Tutto è appiattito e semplificato. Tutto è Piano e buono, senza asprezze e montagne e vulcani, in quest’arte del bacino del Mediterraneo del bravo Pistolettino. Un fiaba, forase non memorabile, ma così è spesso, la scultura d’oggi.

    Anch’io mi son messo in pedana, a giocare. Mi son messo ad attraversare l’Europa: dalla Grecia all’Albania; poi all’ex Jugoslavia. Quindi, con gli stivali delle sette leghe, in Italia. Poi in Francia, la Spagna e .. poi stavo cadendo giù! M’è mancata la pedana sotto! Me stavo scassanno ‘na coscia!” Infatti ci mancava il Portogallo. “Ma comme? Pistolino ha levato ‘o Purtuallo dall’Europa? E pecché?”, mi sono domandato. Mi è sembrata una scortesia. Una cosa inspiegabile. Ma comm’è?, a Napoli chiamano il portoghese Alvaro Siza per restaurare il MADre-arte contemporanea. Poi gli danno anche l’insula di Forcella, e a piazza Plebiscito ci (e gli) levano il suo spazio ambientale di provenienza? Ma io scrivo a Muratore! Faccio inter/venire Portoghesi da Roma per dar man forte alla protesta. Sollecito una nota ufficiale di biasimo da parte dell’ambasciatore del Purtuallo!!! Poi mi son calmato e, con il mio amico d’arte situazionevole, il poeta principe del corrosivo, Sasade, abbiamo pensato di rimediare al mal tolto Purtuallo. Di partecipare all’opera d’arte ambientale di Pistolino. Tanto è un gioco aperto, l’arte. Sennò che Medi-terraneo è? Sarebbe solo un Terraneo chiuso. Un Terraneo senza Medi. O no? Abbiamo avuto un’idea, dicevo: nei prossimi giorni abbiamo in animo di mettere due tavole di ponte a sponde di perimetrazione del “vano Portogallo”, mancante allo spigolo dell’Europa atlantica. Quella del patto antico, dico. In tal invaso scaricheremo un camion ‘e purtualli (arance, in lingua partenopea, ndt). Tanto a Napoli siamo ridotti a essere abitatori abusivi e portoghesi doc. Un popolo di senza biglietto e senza controllori ambientali collettivi. Con montagne di munnezza da smaltire, ma con molti architetti ed artisti ‘e fore. Di fuori, spesso global-sòle, portoghesi nati o acquisiti. Forse perciò il Portogallo era inutile metterlo, nel Medi-napoletano di Pistoletto. ‘E Purtualli, il vero Portogallo, anzi ‘e scorze ‘e purtualli (d’arance, ndt) siamo ormai Noi!!
    Detto ciò io avrei, più efficacemente, aggiornato in piazza la gag più famosa di Pistoletto: “la Venere degli stracci” del ‘68. Ma questa volta con una variante: la sua Venere colla testa “dint’ ‘a ‘na balla ‘e munnezza!!!”
    Saluti e buona befana a tutti i muratorini d’Italia, Eldorado

  10. isabella guarini ha detto:

    Orsù non siate ingenui! Pertecipazione, immersione. Pensate forse che i napoletani che passano per la Piazza del Plebiscito in Napoli, che hanno di fronte il Vesuvio, la Penisola Sorrentina, Capri e via discorrendo, che si immergono nelle acque mediterranee anche d’inverno, possano sostituire tanta realtà con la finzione d’ immergersi nelle acque finte dell’installazione di Pistoletto. Ora sì, abbiate pietà di noi, che non siamo arrivati a tal punto di ottundimento da non saper distinguere un cibo genuito da uno precotto.Forse la rappresentazione del Mediterraneo sarebbe stata più convincente nella piazza di Brescia!

  11. paolo ha detto:

    cara angela,
    credo che tu abbia visto proprio un’altra cosa da quella che, con la saggezza che la contraddistingue, ci ha raccontato la nostra isolabella!
    Sai, gli okki di un essere umano vedono altre cose da quelle osservate da una mosca, ad esempio!
    e ci credo che i napoletani sono felici tra quella ferraglia, nn puzza, almeno, come la munnezza.

  12. marco ha detto:

    Bè… dottoressa e dottoressa NON vuole essere sarcastico… lei lo è… che dire… non ho molto da raccontare. O meglio avrei molto da dire e raccontare, ma non credo che interesserebbe. Una cosa che mi sconcerta e che onestamente mi delude è tutto questo piangersi sopra. Tutto questo cercare il giusto compronesso, tra contesto, opera, forma e bla bla bla, che onestamente denota poco coraggio e mediocrità da parte degli architetti nostrani, mi sconcerta il criticare opere già concluse, vedi la crociata contro l’ara pacis… (Vabbè bruttino, ma sicuramente meglio dell’opera di molpurgo). Mi sconcerta il non voler confrontarsi con il passato, conservando e preservando molte inutili frattaglie che vi sono nelle nostre città… mi sconcerta la preservazione delle identità delle varie generazioni di architetti… che vivono la professione come una lotta, una competizione… piuttosto che un confronto e spinta propulsiva al fare meglio. Mi sconcerta il rimanere ancorati ad una scuola… mi sembra di essere rimasto all’università, dove ognuno faceva di tutto per affermare che il suo progetto fosse il migliore, dove l’unica cosa importante era la forma… nessuno si è mai chiesto invece se dietro un grande progetto c’è una grande idea? E allora giù con le ricerche storiche, giù con i riferimenti…la MATERIAAA (tufo… mattoncino, marmoooo… sono le nostre RAAADICIIII): Le pare che per spiegare un progetto si debbano presentare tavole concettuali? Tavole con riferimenti? Tavole storiche? Tutto sta a nascondere la mancanza di un’idea. Purtroppo la delusione è stata maggiore anche parlando con professori dell’università della sua città… hanno, veramente, il vuoto dentro, come quasi tutta la classe docente.
    La bruttezza della nostra urbanità è conseguenza del nulla che è la nostra architettura…
    Si parla di moretti, ridolfi e altri cialtroni… ma insomma avete visto le brutture che hanno fatto? I loro danni? Aymonino… Rossi, con il suo teatrino… ma per carità risparmiateci tutto questo! Il feticcio post modern… Gregotti… Rebecchini… triangoletti, circonferenzette, raggetti… piazze che nascono dalla china, con disegni… che appunto solo da un aereo si possono notare… (come per Pistoletto in piazza del plebiscito). Il tripudio dell’anacronismo!
    Insomma dottoressa per fargliela breve..non voglio annoiarla e sicuramente lei ha altro da fare… è una questione di coraggio, di autrocritica, di ammettere i propri limiti, di essere più umili. Di vedere ciò che accade fuori, purtroppo le critiche nascono anche da una profonda ignoranza e l’ignoranza è generata dalle paure, va detto pure che abbiamo dei cattivi “padri” e dei cattivi “nonni”.
    E’ come se la classe degli architetti si fosse messa dalla parte di piacentini, invece di andare con il gruppo 7, come se abbia ucciso nuovamente persico, pagano… (per usare un’immagine, una citazione, a molti cara in questo blog).
    Insomma lei disse “un momento… Roma non è new york”… a proposito della sopraelevata… ma allora dov’è la ricerca? Ci limitiamo a dire… non si può fare? A mettere in ballo la storia? Non va bene l’ascensore nel macchinone da scrivere altare della patria…? Storie, idiozie, paure… si ha una visione dell’architettura come di qualcosa di eterno, ma non è così! Le cose cambiano, si evolvono, la società è più avanti, si muove. Chi siete per giudiacere cosa è bello e cosa è brutto? Invece di indignarvi per quelle mostruosità che stanno facendo nelle periferie, invece di scandalizzarvi per gli outlet, i centri commerciali in finto tufo, dove si perde la macchina posteggiata, dove i ciarlatani architetti di turno danno il peggio di loro stessi… le cupelette su manti di finto granito, come se bastasse per giustificare un obrobio, visto che roma è la città delle cupole…ridicolo! Luoghi, in cui non vi sono strade…
    Napoli: Siza dovrebbe vergognarsi… il museo Madre è una delle cose peggiori che ci siano… dai colori, il brusco passaggio da quel grigio orrido al giallino del partquet… le pareti… chissà perchè sopraelevate di 1-2 cm da terra? I dettagli le rifiniture accroccate… le opere esposte, ad eccezione di alcune cose…, qualcosa di imbarazzante. Ciò che si salva è il cortile… in più… invece di lanciare anatemi, di idnignarsi per nulla, non credete che le nostre città sarebbero migliori se vi fosse una costante manutenzione? Le “spolverate” che molti criticano… appunto.
    Basta… concetti buttati di getto, chissà quante ovvietà… ma il confronto e il dialogo è alla base.
    Bè, ora può lei scrivere… “per carità Marco abbia pità di noi…”
    Auguri.

  13. iaakuza ha detto:

    buon anno a tutti quanti a anche al padrone di casa nella speranza che la sua pars destruens ceda il passo alla pars construens… non può piovere per sempre.

  14. isabella guarini ha detto:

    Marco, avevo detto di dirci qualcosa, ma Lei ha addirittura vuotato il sacco. Bene, bene. Però ha dimenticato una cosa terrificante del Museo Madre: i battiscopa.

  15. paolo ha detto:

    caro muratore, oltre al blog, apra anche una chat………ne vederemo delle belle in tempo reale e ….virtuale!

  16. marco ha detto:

    Già… cara dottoressa Guarini… ho tralasciato il padre di tutti i cialtroni… un certo Valle. Le devo dire che però la citazione degli stiliti, lo scorso anno, l’ho condivisa in pieno.
    Scusi ancora “l’accorata” risposta nel negativizzare un pò la sua napoli…, dovuta anche al fatto… che il giorno prima mi avevano rubato tutto nella sua città… comprese 4 pastiere, 5 struffoli, 4 frolle e 4 sfogliate… appena acquistate da attanasio… sigh…
    ancora auguri… dottoressa

  17. federico calabrese ha detto:

    auguri a tutti!!!

    Manaus, Amazonas

  18. salvatore digennaro ha detto:

    Ancora una volta chi non resta incantato dalle trovate degli architetti contemporanei deve considerarsi anacronistico, a me sembra anacronistico questo modo di vedere le cose…
    ancora si distingue il moderno e l’antico con il materiale, il vetro ed il titanio sono moderni, il marmo, la pietra ed il mattone sono antichi (o meglio anacronistici).
    Al sottoscritto, come credo alla maggior parte dei critici del blog, piace Moretti, Ridolfi, ed il Gruppo 7, non siamo alla polemica tra Miur e Rami.
    Anche Meier e Piano, sono bravi architetti ma non possiamo ACCETTARE PASSIVAMENTE tutto quello che passa nelle lori menti e nelle loro tasche inchinandoci dogmaticamente alle loro opere/parcelle.
    P.S. perchè dobbiamo essere sempre noi italiani a guardare all’esterno e non gli altri a guardare “all’interno”…
    P.S.2 a me il teatrino di A. Rossi piace e mi piacciono anche i triangolini …

  19. isabella guarini ha detto:

    In questi momenti putrescenti di partenopea monnezza, lei, Marco è riuscito a farmi sorridere e a suscitare il ricordo delle cose buone, addorose, rapite dal tempo che fu. Potremmo fare gli stiliti del terzo millennio per sfuggire alla sfogliatella rapita!

  20. eduardo Alamaro ha detto:

    Questo blog di Muratore è veramente imbattibile, nel suo genere “teatrale”! E’ uno spasso, è una sorpresa, è una chat e fuga! E’ un gioco da ragazzacci attempatelli, specie napolitani: una sorta di «mazza e pìvuzo» per blognauti! Ti spinge perciò al “post” senza volerlo, prima di chiudere studio. Forse queste dinamiche partecipative e giocose sorprendono il Muratore stesso, chissà! Avrebbe mai pensato infatti che, dall’innocua foto della scritta luminosa natalizia “Auguri”, avremmo navigato nel Mediterraneo (anzi, nel Terraneo dei medi) della napolitana piazza del Plebiscito via (ma via!!) Pistoletto e quindi al Pistolino? Per poi approdare in Portogallo, ‘o purtuallo, fino all’accorato “abbi pietà di Noi!” di Marco, … al Gloria Padre, … al mea culpa (mea culpa?) anzi, meglio, nostra grandissima colpa d’architettini; e poi all’anatema versus Moretti, Ridolfi, … Gregotti, Aymonino, Aldo Rossi, … fino all’Alvaro piuttosto corsaro del “MADre” di Napoli, … per poi finire al “Padre di tutti i cialtroni” (secondo il vangelo architettonico di Marco): Valle, o meglio, Valle di lacrime, in questo caso, (e chi è Scarpetta, al confronto? Nessuno!)
    Ma la “botta finale” è veramente da manuale e giustifica tale asprezza da inquisizione: a Napoli, a Marco, lo hanno conciato per le feste, in queste ultime feste di Capodanno (più danno che capo, a quanto si capisce). Gli hanno infatti rubato tutto, compreso, ed è la perdita più grave, un pacco con dentro “4 pastiere, 5 struffoli, 4 frolle e 4 sfogliate appena acquistate da Attanasio (cavalier Vanesio) … sigh!…”. Marco, possiamo dirtelo? Le 4 pastiere, i 5 struffoli, le 4 frolle e le 4 sfogliate appena acquistate da Attanasio (cavalier Vanesio) ce le siamo mangiate noi, io ed Isolabella! Un’altra volta impari a venire a Napoli senza scorta! E soprattutto a parlarne (architettonicamente) male!!! Ci levi il pane, già ci siamo Noi!! Saluti e bici, Eldorado

  21. marco ha detto:

    NOooo… allora aridateme le pastieeereeeee!!!!

  22. g45 ha detto:

    Scusate se mi intrometto nella vostra spiritosa e divertita conversazione napoletana (le paste di Attanasio), ma ho appena letto il reportage di Ezio Mauro dalla vostra città, sembra che ormai l’osceno tsunami sia arrivato al Vomero. Non credete che sia il caso di cominciare a preoccuparsi, come napoletani e come italiani?

  23. Davide Cavinato ha detto:

    nel commento di marco molte cose di fondo sono condivisibili, a mio modo di vedere (il feticcio Po-Mo, nulla di più vero), anche se pure qui non mancano gli stessi luoghi comuni manichei presenti normalmente in tanta critica abituale. Sorvoliamo sull’invettiva contro i riferimenti (anche se non vedo come possano essere inconciliabili CULTURA PROGETTUALE e innovazione, anzi, direi che la prima è NECESSARIA anche solo per poterla criticare)…mi perplime decisamente descrivere l’ascensore sul Vittoriano come un esempio di società che si evolve. Non me ne voglia l’autore del commento, ma francamente se le cose stanno così credo che veramente non so di cosa stiamo parlando. Quoto invece in pieno salvatore di gennaro, tranne per i giudizi su Aldo Rossi, che invito comunque tutti gli studenti dei primi anni a studiare approfonditamente, e a ristudiarlo magari verso la fine della specialistica o in età più matura…

  24. isabella guarini ha detto:

    Qui Napoli-Posillipo, vi parla Isolabella. G 45, lo tsunami di monnezza di cui solo oggi la nazione apprende è cosa vecchia, vecchissima per noi che vi abitiamo. Il guaio, ‘o uaio, è che da 15 anni qualcuno ha fatto credere al miracolo del Rinascimento . E tutti, in buona e cattiva fede, ci hanno creduto. L’Europa, simbolo della civiltà, ha finanziato il Museo d’arte contemporanea in una zona, già alluvionata ed evacuata per dissesti, per cui gli abitanti sfollati sono ancora in attesa di rientrare nelle proprie abitazioni, dagli alberghi in cui sono stati provvisoriamente (!) sistemati nel 2002. Quando si è inaugurato il Museo, era tanta la calca dei napoletani amanti dell’arte che è stato necessario chiudere le porte, mentre fuori avveniva la protesta di coloro che non potevano ascoltare l’incipit del Governatore. Quanta bella gente e quanta schifezza intorno! Questa è cronaca live. Eppoi, Zazà, zazà, zazà, dappetutto sopra e sotto il suolo, senza di te non posso starch! Inutile continuare, sapete già tutto per cui io ed Eldorato siamo costretti a far sparire la pastiera di Marco. Ezio Mauro, direttore di La Repubblica, dice il vero, ma anche lui è in ritardo, troppo in ritardo nel comprendere i limiti di una classe politica napoletana che ha goduto di immeritati consensi, approfittando dell’ostilità nei confronti del Cavaliere B, e che ora tira con sé l’intera Italia. Fino a non poco tempo fa criticare Bassolino o la Iervolino era come parlar male del Padreterno e della Madonna. Si veniva emarginati, oscurati, insultati, nel migliore dei casi e nel peggiore puniti con la mordacchia. Essere fuori dal coro è una condizione piacevole specialmente nel sud, ma, per fortuna, le nuove tecnologie servono a qualcosa e con i blog la tensione repressiva si è allentata, anche perché i fatti cominciano a dar ragione alle critiche. Persino in questo stranamente libero blog vi sono tentativi di mordacchia, non solo contro i blognauti, ma anche contro l’ illustre ospite a cui, i cari amici e colleghi accademici , vogliono insegnare persino in che lingua deve esprimenrsi. Ma vedete un po’ che si passa!

  25. marco ha detto:

    Insomma ora basta!… per trattare seriamente di architettura al fine di capire, ricercare spingerci verso nuovi campi nuove letture della stessa… vorrei solo dire:
    ARIDATEME LE PASTIERE CO LE SFOIATELLEEEEE!!!

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