11 settembre … Santiago Superstar … al Campus day …

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Lo schermone, le faccione, le manone, il plasticone, le chiocciolone …
tutti al loro posto per il Campus Day … non mancava niente e nessuno … sindaco, assessori, rettori, professori, amministratori, finanzieri, imprenditori, palazzinari, portaborse e quant’altro a gremire la sala Petrassi dell’Auditorium romano …
Su tutti sovrasta l’onnivoro Santiago a presentare l’ennesimo superspottone stile Apocalypse Now dove, senza ironia e senza vergogna, sciorina i suoi disegnacci da analfabeta, … sforna la sua ennesima spadellata di cozze, vongole e tortiglioni alla marinara tecnologica … per i pratoni di Tor Vergata … là dove il superpapa polacco aveva ammucchiato milioni di ragazzini sudati per farli innaffiare dalla protezione civile … qualche agosto fa …
tutto colla scusa dei Mondiali di nuoto…
a Roma per i “Mondiali” c’è sempre qualcuno che ce marcia … ché questo sembra il replay dello stupro dell’Olimpico … stesse manfrine … stesse messe in scena … sono solo cambiati i nomi dei protagonisti … e quella si chiamava Tangentopoli … questa … chissà … tutto per far costare 1000 quello che si poteva fare con 100 …
una facoltà-rettorato a forma di cartoccione tecno con ambienti che avrebbero fatto schifo anche al capo della Spectre … piscine ricoperte da un accrocco paracul-tecnologico il cui costo alla fine supererà quello di un’intera città universitaria “normale” … viali imperiali che puro Speer je fa un baffo …
a Santià … ma chi t’ha chiamato? … qui, per tutti l’artri, nun c’è ‘na lira … manco pe le pensioni … e tu come cazzo fai a buttà ner cesso tutto sto ben di Dio?

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Toti, Calatrava, Caltagirone … posti “riservati” … dal Comune di Roma …

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13 Responses to 11 settembre … Santiago Superstar … al Campus day …

  1. eduardo Alamaro ha detto:

    “A Santià … ma chi t’ha chiammato? … qui, per tutti l’artri, nun c’è sta ‘na lira … manco pe le pensioni … e tu comme cazzo fai a buttà ner cesso tutto sto ben de Dio?” Chiusura più efficace non poteva immaginarsi per questa puntata di Veltronopoli. Muratò, sì bello!! Dalli ‘nfaccia, senza riguardi. Continua all’antica maniera. Alla muratore de Roma antica. Quella di “Pane e lavoro”! “Architettura e dignità”! Vai oggi e sempre a cucchiarate di cemento ustionante ‘nmocca!! Via le mezze misure, i mediocri grigi critici e le inutili buone maniere. Quanno ce vo ce vo, che sfaxximma!!! Ma se pensano, ca simme strunze!!! Coraggio, Muratò, insisti. Quello che abbiamo di fronte in Italia non è più “il Palazzo”. E’ solo ‘na Palazzina abusiva! Popolata di politici e amministratori abusivi e di mezze cazette edilizie globali!
    Qui però, lo ridico, ci vuole il salto di qualità del movimento dei Muratorini! Convinciti, sei di fatto il nostro Beppe Grillo parlante! Internet e architettura! Pane e lavoro. Ci manca un canale Tv, pensaci, pensateci! Altrimenti questo “Archiwatch” si riduce a un simpatico sfogatoio, folclore (che non disdegno) a futura s/memoria d’architettura. Solo un blog per livori, senza lavori effettivi. Insomma Muratò dai, raddoppia la dose quotidiana di male parole critiche. Fallo (alla lettera) per il popolo dei Muratorini! Qui ci vuole un tuo, un nostro “Vaffarch.culo day”. Non ci sono più dei che tengano! Manco Veltroni e C. ce bloccano. Noi li blog/ghiamo (& blocchiamo)!! O no? Forse. Saluti, vostro Eldorado

  2. armando roma ha detto:

    Vorrei fare qualche considerazione….
    1. non mi permetto di fare alcun commento sul lavoro di Calatrava, che comunque ha realizzato opere di sicura qualità (certo non tutte le ciambelle riescono col buco, soprattutto in Italia, che sembra diventata il paese dove le archistar riciclano progetti di scarto). Casomai bisognerebbe porre l’attenzione su quello che sta succedendo nella periferia romana e non solo negli ultimi anni. Una invasione di mc di cemento senza alcuna qualità architettonica ed urbanistica.
    2. Sempre più spesso, e solo, ma solo in Italia, si vedono amministrazioni che si pavoneggiano con improbabili progetti di archistar. Da mesi sui giornali e riviste si vedono relativamente al progetto cui sopra solo 2 o 3 immaginette senza alcuna qualità e dettaglio che vengono usate come il prezzemolo… Possibile che le amministrazioni pubbliche non siano interessate a comunicare ai cittadini come realmente sarà il progetto (rimpiango gli infobox di Renzo Piano…)?
    3. Perdonatemi l’ignoranza, ma se l’amministrazione pubblica (così almeno sembra dalle foto) ha chiamato Calatrava a redigere questo progetto, a che titolo lo ha fatto? Non si sarebbe dovuto indire per legge un concorso di progettazione? Sapevo che gli incarichi diretti vengono dati per importi di progettazione molto bassi, sotto i 100.000 euro. Mi sbaglio? qualcuno cortesemente può darmi dei chiarimenti? Grazie

  3. andrea di loreto ha detto:

    Sulla Casilina sono 40 anni che la gente aspetta la Metro “C”, anche perchè adesso per poter arrivare a Roma ci vuole 1 ora e mezza.
    Ma non bastano mai i soldi per finire i lavori e i cittadini sono li che aspettano (e fanno la fila per strada!).
    Ora, come sarà possibile realizzare questo colossale impianto sportivo? E con quali soldi?
    A chi servirà tutta questa roba, se poi da Roma per arrivare a Tor Vergata ci vuole l’elicottero?
    Quanto quadagnerà Caltagirone direttamente e indirettamente, visto che in zona Romanina aumenteranno di valore anche le sue numerose costruzioni?
    E’ vera illuminazione o folgorazione mistica?!
    Intanto i fedeli…
    … sul cammino di Santiago, architetto, scultore, pittore… pasticciere, calzolaio, ragioniere e sacrestano. Un pò de tutto e de tutto niente.

  4. leonardo del negro ha detto:

    mi viene in mente un verso di una canzone di dalla : “ma l’impresa eccezionale dammi retta è essere normale”. in effetti di questi tempi pare che per essere davvero trasgressivi bisogna tornare all’accademia, laddove i docenti si sgolano da anni per difendere la dignità, il ruolo centrale che la preesistenza deve avere nell’ideazione di un progetto. eppure il mondo va altrove, le archistar lavorano su una tabula rasa e in italia più che altrove questo metodo si rivela deleterio, da esito a mostri architettonici anche molto dispendiosi. e i professionisti romani, ipercritici a giusta ragione, vengono tacciati di “rosiconeria”!
    e intanto la città langue nelle periferie, interventi minimi non vengono realizzati, forse perchè non fanno clamore, non portano voti, e tutto ciò avviene senza che nessuno protesti, perchè le consuetudini in quanto tali vengono ormai vissute inconsciamente, ed è come se non le vivessimo, se non le subissimo più.
    da qualche parte ho letto che bisogna amare la gente per essere buoni architetti, ma a quanto pare molti architetti di successo amano solo il potere, da condividere col principe di turno.

  5. federico calabrese ha detto:

    per i palati piu’ raffinati, una primizia dedicata a doña Letizia:



  6. Lorenzo ha detto:

    Mi associo ad Armando e condivido i suoi legittimi dubbi normativi. In più aggiungo che quest’estate sono stato a Toronto, dove la galleria vetrata di Calatrava fa splendida mostra di sé. Forse non è così corretto prendersela con le “archistar”, anche quando la loro ciambella non esce col buco… evidentemente il difetto è nel manico…

  7. luca zille ha detto:

    “disegnacci da analfabeta”………..mi risulta che questo blog, da regolamento, non ammette linguaggi offensivi,………ma i romani sono fatti così!

  8. filippo de dominicis ha detto:

    siamo una città con ottocentocinquanta automobili ogni mille abitanti, di cui la maggior parte suv e cafonate simili, (madrid, la seconda in europa in questa speciale classifica, ne ha 450), in cui non circolano altro che scooter con cilindrata minima 500, con una amministrazione che come linea “politica” non fa altro che assecondare il “libero” (ma de che?!) mercato…in cui le istituzioni culturali non svolgono alcun ruolo attivo di resistenza (vedi le facoltà di architettura nel progetto campus, o i vari docenti universitari impegnati nei progetti di “riqualificazione”, di centralità,o addirittura nell’elaborazione degli strumenti normativi urbanistici…)…evidentemente calatrava, purtroppo, è quanto ci meritiamo, da cittadini ineducati e volgari quali siamo diventati.
    …nel frattempo il centro storico si svuota ma si scopre che la moglie del sindaco compra casa a un terzo del prezzo di mercato…e per i romani…ci pensa immobildream no?! o lotito se gli faranno costruire lo stadio insieme a una cittadella di duecentomila abitanti …

  9. luca zille ha detto:

    In questo blog lo sport preferito è quello di sparare a zero sull’architettura contemporanea e su chi la costruisce.

    Non credo che Calatrava abbia bisogno di Roma per continuare ad essere un protagonista dell’architettura contemporanea, non credo sia corretto impostare una discussione sempre e comunque distruggendo qualsiasi progetto e penalizzando fino a livelli offensivi chi lo ha concepito.

    Non so’ se il Prof. Muratore occupa il suo posto solo per appoggi politici o altro, non so’ se è un buon docente o non lo è ma so’ che Calatrava dopo essersi laureato in architettura nel suo paese ha conseguito una seconda laurea in ingegneria in uno dei più prestigiosi istituti svizzeri, mi sembra fuori luogo dare dell’analfabeta a questo architetto.

    Per quanto mi riguarda, se posso esprimere una mia opinione sull’architettura contemporanea, posso dire che queste grandi figure della progettazione architettonica le cose migliori le hanno già fatte, se penso a Calatrava mi vengono in mente i suoi primi ponti e le stazioni di Zurigo e Lucerna, se penso a Frank O. Gehry lo associo al museo Vitra, di Libeskind amo il suo museo ebraico di Berlino e di Hadid il museo di Cincinnati.
    Ci sono state opere importanti e un nuovo modo di intendere l’architettura che hanno proiettato questi architetti ai vertici dell’architettura mondiale, se poi questo sistema ha trasformato queste persone in ArchiStar non è da imputatre solo a loro il susseguirsi di tutta una serie di progetti molto discutibili.
    Un famoso architetto diceva:…..per un architetto ci sono tre cose importanti, la prima avere una commessa, la seconda avere una commessa, la terza avere una commessa., l’architettura non è cambiata e rimane una disciplina fantastica ma pur sempre sporca!
    Se l’Architetto Giorgio Muratore avesse ricevuto l’incarico diretto per progettare il contenitore dell’Ara Pacis non credo si sarebbe tirato indietro pur consapevole di dover affrontare un progetto difficile con la possibilità di realizzare una “ciofeca” peggiore di quella realizzata da Meier.
    Spesso mi capita di leggere commenti e critiche che riguardano l’architettura contemporanea, questi signori che scrivono di architettura spesso esaltano o penalizzano un progetto senza conoscere il progetto stesso, la loro critica, ricca di vanneggiamenti filosofici, non entra nel progetto e si sofferma a considerazioni di carattere puramente estetico imperniate sull’espressionismo formale, sono loro i primi a danneggiare la vera architettura promuovendo solo la cultura dell’estetica, l’architettura è molto altro.
    Un aspetto che a mio avviso penalizza l’architettura contemporanea è la perdita di rapporto tra edificio esterno e interno, esistono due scale di progetto distinte, una riguarda l’involucro l’altra quello che ci deve stare dentro, se in fase di stesura della distribuzione interna di un edificio vengono a mancare superfici fruibili o non si riescono a trovare soluzioni distributive funzionali la soluzione è quella di intervenire sulle proporzioni del volume esterno senza modificarne la forma già concepita ma variandone solamente la scala di progetto, questo crea uno scollamento progettuale che non appartiene alla vera architettura, la stessa Hadid nei suoi ultimi lavori parla di flessibilità degli spazi ma in realtà non definisce alcun spazio salvo i servizi igienici.
    Le opere che citavo prima fanno parte di una buona architettura tutto il resto fà parte di un decostruttivismo che è già finito.

  10. digennaro salvatore ha detto:

    nonostante lo sforzo di qualcuno di rendere edotta la popolazione di questo blog su Muratore, sui curriculum degli architetti, sugli esempi pregevoli dell’arch. contemporanea e su alcuni princìpi per una vera architettura…
    io credo che bisogna continuare a sparare sulle aberrazioni estetiche ed etiche dell’architettura contemporanea senza lasciarsi abbagliare dalla luce delle stars o delle meteore….utilizzando anche il linguaggio di un muratore incazzato…

    p.s. a Gehry e Hadid preferisco l’insalata…che mi dà meno calorie..

  11. Marco ha detto:

    Ma… Zazà dove sei? Fuksas? REm? Sarebbe stato meglio qualsiasi cosa pittosto che l’insignificante ed inconsistente Calatrava… dietro la cui PSEUDOarchitettura non c’è niente… solo autoreferenzialità… per chi sostiene che gli architetti romani siano dei “rosiconi”… può essere… ma per carità dateci tutto, ma NON Calatrava… o meglio… CACCAtrava.

  12. saverio ha detto:

    Se da una parte leggere gli articoli di questo blog scoraggia chi come me si appresta ad entrare nel mondo della professione di architetto, dall’altra è cosa utilissima per aprire gli occhi ed inorridire di fronte a certi meccanismi.
    Questo del campus universitario di calatrava sarebbe (insieme con la chiesa di tor tre teste, l’ara pacis, il maxxi di zaha hadid,…) l’ennesima manifestazione negativa di una volontà di rinnovare roma attraverso architetture contemporanee modaiole, affidandosi ad architetti di spessore mondiale poco umili di fronte la storia, di fronte i bisogni degli individui,…
    Progetti che non considerano nel loro sviluppo il contesto (e a roma più che mai la “cosa” preesistente è un aspetto fondamentale), progetti che si fermano al mero disegno, progetti che nella loro opulenza, nel loro astrattismo non considerano aspetti quali la cantierizzazione, i relativi costi di realizzazione, la manuntenzione successiva alla realizzazione,… e in mente mi viene subito il maxxi della hadid i cui disegni (e sottolineo semplici disegni, composizioni pittoriche più che architettoniche) han visto la participazione e il conseguente spreco di non so quanto denaro per esser tradotti in qualcosa di fattibile, di umanamente realizzabili.
    è come se tutti questi architetti non ricordino quelli che per me (umilmente) credo siano alcuni principi che un architetto debba porsi al momento della progettazione:
    – il contesto territoriale, morfologico, economico, sociale, storico in cui si trova ad operare
    – l’idea
    – la traduzione dell’idea in manufatto architettonico (o meglio la realizzabilità dell’idea,… con le relative considerazioni di carattere economico)

    grazie, ciao

    saverio

  13. armando roma ha detto:

    qualche aggiornamento sulla città del nuoto a tor vergata… sembra sia ormai certo che i mondiali si terranno unicamente al foro italico (http://www.raisport.rai.it/sportarticolo/0,10719,76290,00.html oppure http://www.06blog.it/post/2478/mondiali-di-nuoto-si-disputeranno-al-foro-italico)…
    Quindi dopo che finalmente (non ci voleva tanto a capirlo…) è ormai evidente che il nome Caltrava non serviva ad altro che a coprire l’ennesima speculazione edilizia nelle nostre periferie ora c’è il pericolo dell’ennisimo sfregio al nostro patrimonio architettonico.
    http://www.roma09.it/index.php?id=60 – sul sito ufficiale dei mondiali in bella mostra gli interventi di ampliamento della piscina scoperta… immagino ci sia già il nulla osta della soprintendenza… vero?

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