Paesaggio italiano … a proposito di “mostri” … e di cemento “globale” …

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Italcementi … da Bergamo al Kazakistan …
quindi …
sponsor di Vema … a Venezia …

Cliccando a caso: …
… “Dati da capogiro quelli della Cementir: l’utile netto è cresciuto del 66,2% toccando 51,3 milioni di euro. La società di Francesco Gaetano Caltagirone aggiunge così un altro risultato da record al cemento italiano dopo i dati quasi altrettanto positivi di Italcementi che, nei giorni scorsi, ha pubblicato una semestrale con un Utile netto consolidato da 339.7 milioni di euro in aumento del 59,3%” …
Italcementi …
… “Da un primo esperimento nel 1864 in una villa di Scanzo, alle porte di Bergamo, alla presenza in 19 paesi nel mondo, attraverso quattro continenti. Dalla macinazione dei primi prodotti in un mulino ad acqua precedentemente utilizzato per il grano a 60 cementerie …
… una realtà industriale nata sulla scia delle prime grandi opere civili dell’Italia nella seconda parte dell’800 (nel caso specifico la linea ferroviaria fra Venezia e Milano) con quella attuale di un gruppo internazionale tra i leader mondiali del settore, con una produzione di 48,1 milioni di tonnellate di cemento e di 20,8 milioni di metri cubi di calcestruzzo …
… è con l’acquisizione di Ciments Français, nell’aprile del 1992, una mossa che sorprende il mercato, che si realizza in un sol colpo il processo di globalizzazione della società. Un’operazione che racchiude tre primati: si tratta della più rilevante acquisizione industriale realizzata all’estero da un gruppo italiano, è il più importante aumento di capitale (5 miliardi di vecchi franchi francesi pari a 762 milioni di euro) effettuato alla Borsa di Parigi ed è il più rapido aumento di dimensioni mai registrato da una società industriale italiana, cha passa da un fatturato pre-acquisizione di 1.500 miliardi di lire (775 milioni di euro) a un giro d’affari consolidato di oltre 5 mila miliardi (2.582 milioni di euro) del nuovo gruppo. L’acquisizione – che ha richiesto un impegno di circa 1.500 miliardi di lire (775 milioni di euro) – cambia la fisionomia del gruppo: il peso dell’Italia sui ricavi scende dal 97% al 27,5%, mentre le cementerie salgono a 51, le centrali di calcestruzzo a circa 500, mentre i dipendenti, dislocati in 13 paesi, sono oltre 20 mila …
…Mentre in Italia viene portata a termine nel 1997 l’acquisizione di Calcestruzzi, l’attenzione si focalizza sullo sviluppo nei paesi emergenti, nella logica di diversificare i mercati verso aree geografiche con maggiori potenziali di crescita …
… I primi passi sono rivolti verso l’Europa dell’Est (Bulgaria), ampliando l’orizzonte verso Oriente dove vengono acquisite nuove società in Kazakistan e in Tailandia.
La tappa successiva è il posizionamento in India, che rappresenta il terzo mercato mondiale del cemento. Dai piani di sviluppo non resta escluso il continente africano: al rafforzamento della presenza in Marocco si affianca lo sbarco in Egitto …
… Sempre più “A world class local business”.
… La presenza di Italcementi Group in Italia: 18 cementerie, 242 impianti di calcestruzzo, 8 centri di macinazione,
53 cave di aggregati, 1 impianto di produzione additivi, 1 impianto di produzione tubi in gres.
…Con oltre 22.300 dipendenti, il Gruppo vanta, al 31 dicembre 2005, un dispositivo industriale di 62 cementerie, 14 centri di macinazione, 4 terminali (di cui uno anche centro di macinazione), 147 cave di inerti e 575 centrali di calcestruzzo” …

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2 Responses to Paesaggio italiano … a proposito di “mostri” … e di cemento “globale” …

  1. isabella guarini ha detto:

    Perché meravigliarsi se dietro Vema ci sia ItalcementiIn fondo dietro ogni realizzazione delle architetture globali vi sono sempre industrie globali chew sponsorizzano questo o quel progettista, che, viene trasformato in “star” dal sistema di comunicazione globale. Le STAR assicurano la continuità produ ttiva delle grandi vetrate ( Saint Gobain), dei grandi tubi (Stadio di Atene), di tutto ciò che paradossalmente era utilizzato dai grandi impianti industriali ora dismessi. Non è raro il caso di fabbriche belliche che si sono riconvertite in altre per la produzione di oggetti d’uso in tempo di pace. Resta il problema che tutto ciò avviene al di fuori dell’architettura, come scienza dell’abitare. In fondo serve solo per i musei!

  2. donatella diolaiti ha detto:

    Sono assolutamente d’accordo con Isabella Guarini.

    “Siate regionali, sarete universali”
    Federico Fellini

    ONE WORLD, MANY REGIONS !

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