Picconatori romani … a volte ritornano …

Strana sensazione … alla notizia che Francesco Rutelli sarà il prossimo Ministro per i Beni Culturali … E così, come per incanto …

Abbiamo ritrovato un vecchio volantino …

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e poi un vecchio articolo …

in cui, tra l’altro ricordavamo …

“ … evidentemente l’aspirante sindaco-architetto … considerava ancora Meier un “maestro” come aveva distrattamente ascoltato … nella sua poco proficua frequentazione delle aule affollate della facoltà di Valle Giulia. Così una volta eletto, tra i suoi primi atti di governo capitolino, Francesco Rutelli, nell’intenzione di legare il suo nome alla storia della città “invita”, nei primi mesi del ’95, l’architetto americano a “lasciare un segno” sul volto di Roma. … Meier viene quindi a Roma per prendere visione dei luoghi … gli aggettivi allora si sprecarono per sottolineare l’occasione della storica “visita” del “mago della leggerezza” chiamato a “salvare” Lui “specialista nel far apparire leggera la materia” la piazza dai suoi “pesanti” trascorsi littorii. L’incarico venne poi perfezionato durante un soggiorno dello stesso Rutelli, a New York nei primi mesi del ’96, che nel suo libro, “Piazza della Libertà, storia di una generazione” così ricorda l’evento: “Bianco, abbagliante, un vastissimo open space con le sue tipiche linee geometriche ed essenziali, bianco, abbagliante, con gli ampi finestroni a giorno che bombardano l’interno di luce e si affacciano sull’orlo di Manhattan, a due passi dal fiume Hudson. Siamo nell’atelier newyorkese di Richard Meier, uno dei guru dell’architettura contemporanea. Disseminati nell’enorme stanzone, decine di architetti, tutti giovani, quasi tutti in camicia bianca intonata all’ambiente, lavorano ai progetti in corso d’opera. Lungo le pareti, i plastici più rappresentativi delle realizzazioni di Meier, comprese le più recenti, come il Museo d’arte moderna di Barcellona o il nuovo Getty Center di Los Angeles. Terminata la visita nel suo studio, Richard Meier ci offre un’insalata di riso in una sala riunioni con annesso angolo cucina. Subito dopo firmiamo il contratto per cui sono venuto; il celebre architetto americano realizzarà in 90 giorni un progetto per il nuovo Museo dell’Ara Pacis e di Augusto. Un segno magistrale dell’architettura contemporanea nel luogo che racchiude due simboli di Roma antica: il Mausoleo di Augusto e l’Altare della pace, splendido totem del potere imperiale di Roma, ricollocato in un contesto urbano assai infelice sessant’anni fa. Il progetto elaborato da Meier risolve con straordinaria bellezza e rara semplicità, il rapporto estetico e funzionale tra passato e presente; stabilisce un vero e proprio dialogo ambientale tra arte e natura, tra il corso del Tevere e il Mausoleo di Augusto … “

(continua in antologia)

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ma forse Piccone … fa ancora rima con Mattone …

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14 Responses to Picconatori romani … a volte ritornano …

  1. Cristiano Cossu ha detto:

    E’ davvero da brivido l’infatuazione di Rutelli per l’esangue Meier…
    Ma il brivido vero mi ha scosso quando ho letto la notizia del suo nuovo incarico di Ministro per i Beni Culturali…
    Ma il brivido più vero del vero mi coglie se penso che lui e Walter forse saranno i leader del futuro Partito Democratico. Se poi penso che Colaninno ama Fuksas come erede della creatività olivettiana, e suppongo che De Benedetti ami altrettanto, che so, Renzo Piano, o Richard Rogers, beh… mi chiedo (con De Crescenzo): cosa ho votato a fare centrosinistra se questi nel presente e nel futuro molto democraticamente e poco intelligentemente chiameranno a lavorare in Italia il meglio dell’incultura architettonica mondiale?

    Rutelli nello studio bianco di Meier sembra Alberto Sordi che tenta di mangiare americano davanti al piatto di spaghetti. Soltanto che lui è davvero convinto, e davvero mangia l’insalata di riso, e davvero dice che tutti i dipendenti sono in camicia bianca…

    Noi eravamo rimasti o alla camicia rossa o a quella nera, e alla cicoria, al miele, alla carbonara o al lampredotto…
    Davanti a questi cosiddetti leader del futuro, quasi quasi si staglia come “grande statista” persino qualche leaderino del centrodestra, che ha tentato di manganellare un pò allegramente lo scatolotto anemico di Meier e la sua chiesa “iconoclasta, postcristiana e postumana” (come tra l’altro ha scritto Camillo Langone).

    Che fare?
    Boh. Professore ci illumini Lei.
    saluti
    cristiano

  2. Isabella Guarini ha detto:

    Più volte è stato scritto che affidare l’incarico dell’Ara Pacis a un esponente dell’architettura tedesco-americana è stato un errore, non per le qualità indiscusse del personaggio, ma per la diversa identità del sito romano- archeologico rispetto a quelli dell’architettura candida e aperta delle case sull’oceano. La possibilità che il neo Ministro dei Beni Culturali possa insistere su questa strada mi preoccupa per il fatto che si tratta di un autodidatta dell’architettura, desideroso di far vedere che cosa avrebbe fatto se avesse concluso gli studi da architetto. Sono, invece, confortata dalla notizia che è stato approvato, dopo aspra discussione, il bilancio dell’Unione Europea. con tagli a favore dei paesi dell’Est, da poco entrati nella Unione E. Penso che la lobby delle star dell’architettura globale,seguendo il flusso dei finanziamenti, avrà da realizzare altre cattedrali in quei paesi, liberandoci dalla loro accecante luce.

  3. guerrilla radio ha detto:

    Francesco Rutelli ministro dei Beni Vaticani

    rutelli-radicale:

    “In un campo come i rapporti fra coniugi, la loro scelta di procreare, è opportuno che lo Stato intervenga il meno possibile. Bisogna evitare il più retrivo proibizionismo con la pretesa di trasferire nella legge dello Stato quanto previsto dalla teologia morale cattolica… Va consentita la possibilità di inseminazione omologa ed eterologa su donna sposata e non” (proposta di legge di Francesco Rutelli, Massimo Teodori, Domenico Modugno e altri deputati del Partito radicale, 29 dicembre 1988).

    “Rilanciamo la nostra proposta accolta ieri da Signorile e da altri compagni socialisti per un miglioramento della legge sull’aborto e… per andare con un fronte laico compatto allo scontro con le forze clericali. In caso contrario la divisione non potrà che portare a una clamorosa rivincita delle forze sconfitte dal referendum sul divorzio” (Francesco Rutelli, segretario del Partito radicale, Ansa, 7 febbraio 1981).

    “I vescovi della Cei sono riuniti a Roma per decidere sui referendum sull’aborto… E’ necessario ricordare che questa riunione, in quanto tale, equivale alla denuncia unilaterale del Concordato, essendo l’ennesima ingerenza della gerarchia vaticana sugli appuntamenti politici e istituzionali del Paese” (Francesco Rutelli, segretario del Partito radicale, Ansa, 17 marzo 1981).

    ——————

    rutelli-clericale:

    Si è detto spaventato dall’idea di affrontare “con logiche troppo semplicistiche materie come l’eterologa, la clonazione, la ricerca sugli embrioni e sulle staminali”. E soprattutto “con quattro quesiti un po’ rozzi che liquidano un tema troppo rilevante e impegnativo”.

    etc etc continua:

    http://guerrillaradio.iobloggo.com/

  4. lorenzo morganti ha detto:

    Io tralascerei l’accanimento contro Meier o altri…
    Mi chiedo più semplicemente se nel caso specifico era realmente necessaria la demolizione/ricostruzione… ovviamente no…

  5. Isabella Guarini ha detto:

    Quando si discute di un’opera pubblica, realizzata con risorse economiche pubbliche, penso che sia un diritto dei fruitori l’essere liberi d’esprimere il proprio parere. Gli architetti che accettano incarichi pubblici di rilevante significato simbolico sono certamente consapevoli delle critiche che potrebbero svilupparsi. Inoltre, è un errore pensare che si tratti d’accanimento personale nei confronti del progettista della nuova Ara Pacis, e non d’interesse per la straordinarietà del sito. Tacere potrebbe significare disinteresse per il nostro patrimonio storico e culturale.Un’ignavia!

  6. Claudio Di Gennaro ha detto:

    Caro professor Muratori, dopo aver frequentato spesso la sua pagina con grande attenzione (anche se spesso non comprendo tutto quello che leggo perchè non vivo la la realtà romana che lei conosce molto bene) avrei una grande curiosità da soddisfare…. perchè non fa vedere qualche suo progetto od opera realizzata in cui si possa apprezzare il suo atteggiamento progettuale nei confronti degli ambienti urbani storicamente stratificati, con una opera che dialoghi con la storia ma che sia nello stesso tempo “contemporanea”…. Comprendo la polemica sul progetto realizzato di Meier per l’Ara Pacis, ma quale risposta progettuale avrebbe dato lei se, ipoteticamente, avesse avuto l’incarico per lo stesso progetto? In attesa di una sua risposta, anche a schizzo, l’abbraccio cordialmente. Claudio Di Gennaro.

  7. Isabella Guarini ha detto:

    Non credo sia corretto sfidare chi critica opere che non sono passate attraverso un preventivo confronto d’idee. Se si fosse fatto un concorso per l’Ara Pacis ci sarebbe già una risposta alla richiesta di Claudio Di Gennaro. Naturalmente non faccio la difesa d’ufficio di Giorgio Muratore, che non ne ha certo bisogno, ma penso che la questione dei concorsi d’architettutra sia il vero nodo da affrontare per liberalizzare la realizzazione di opere d’architettura.

  8. Filippo De Dominicis ha detto:

    Vorrei dare il mio piccolo contributo alla discussione con parole non mie; parole che mostrano tuttavia come il problema non sia solo rivolto o da rivolgersi alla singola figura,che sia Rutelli,Meier, o il moderatore del blog a cui si chiedono proposte schizzate,ma rientri in una questione un po piu ampia: “…un’architettura consumistica, in cui il prodotto non riesce a essere finito prima di essere superato, in una continua sopraffazione tra individui isolati che ben si correla con i meccanismi capitalistici di concorrenza, e ben rappresenta la speculazione, che altro non è se non un vantaggio economico dell’individuo ai danni della collettività:il prodotto architettonico non si manifesta altro che come affermazione della cifra,della firma di chi lo inventa,come speculazione costantemente tesa alla speculazione concorrenziale ai danni degli altri operatori o fruitori che siano”.
    Piu chiaro,piu profetico,piu realista di cosi penso che Gianfranco Caniggia,nell’aprile 1979,non poteva proprio esserlo.

  9. Isabella Guarini ha detto:

    Continua l’attacco all’Ara Pacis sul Corriere della Sera del 21/05/06. L’urlo di Sgarbi, la deportazione di Alemanno e lo sgomento dei turisti americani. Il Sindaco difende l’opera con 53.000 presenze in confronto al deserto di prima. In sintesi, non è l’Ara Pacis romano-augustea ad attirare i visitatori, ma la teca euro-americana. Valete!

  10. Claudio Di Gennaro ha detto:

    Chi invoca i concorsi per avere una garanzia di qualità forse pecca un pò troppo di ottismismo od ingenuità, perchè chi scrive sa bene che soprattutto in Italia, chi partecipa ai concorsi si è dovuto confrontare o meglio scontrare con lobby di potere tali che chi giudica e chi viene giudicato, spesso, fanno parte dello stesso gruppo di progettazione – più o meno palesemente – oppure sono progettisti in qualche modo legati da scambi di favori e spartenze territoriali…. basta guardare i nomi delle commissioni dei concorsi ed in vincitori degli stessi, per scoprire che ormai ricorrono in modo sconcertante… e spesso in barba all’originalità ed alla qualità dei progetti ….che sempre di più sembrano ormai tutti uguali…

  11. umberto stanchi ha detto:

    Credo che la discussione sul progetto di Meier sul volume che racchiude l’Ara Pacis stia a indicare una certa sfiducia nel principio razionalista che anima l’opera. Roma e’ la citta’ storica delle stratificazioni degli edifici e Meier non ha fatto altro che proporre un linguaggio che ormai ci dovrebbe appartenere da tempo e che invece facciamo fatica a riconoscere. Personalmente ritengo che il nuovo edificio sia un po’ grande rispetto al monumento che deve proteggere e che impedisca alcune visuali, ma il vero problema era se riprogettare uno spazio per l’Ara Pacis o lasciarla scoperta. Il resto e’ polemica di secondo ordine.

  12. Claudio Di Gennaro ha detto:

    … e vorrei aggiungere, per un blog che si rispetti è necessario che ci sia una voce che faccia la parte dell’avvocato del “diavolo”, anche in modo un pò provocatorio… e premetto che non faccio parte di nessuna parrocchietta e quanto meno Rutelliano o Veltroniano o Meierano od altro, e che forse andando avanti con l’età (ho quasi 40 anni e quindi mi annovero nella schiera dei “giovani architetti” valida fino ai sessant’anni…) sto diventando un pò più cinico e talvolta guardo con sospetto le levate di scudi nei confronti di una sola opera emblematica quando poi operazioni ben più distruttive, “mostruose” e speculative passino quasi inosservate…. forse che qualche nome altisonante di architetto italico faccia sentire meno il dolore ai propri occhi ed al proprio cuore? E poi per gli errori degli architetti c’è sempre una sola soluzione:
    …LA RUSPA… come hanno smontato il vecchio contenitore, potranno i demolitori del futuro smontare anche il nuovo, magari con raggi laser…
    …. a proposito tra ii sostenitori dell’ambiente c’è qualcuno che si sia interessato di sapere che cosa sia successo dopo la demolizione del “Fuenti”…. che è vicono a dove abito io? Dopo circa 15 anni é rimasto solo un grande buco… Affettuosamente Claudio Di Gennaro…

  13. Isabella Guarini ha detto:

    L’importanza del progetto Ara Pacis sta nel fatto che è emblematico degli aspetti essenziali dell’architettura. In primis il rapporto con il paesaggio, poi le stratificazioni urbane, la memoria, l’identità culturale, la funzione, la tecnologia, il potere,ecc. Se non si discute in queste occasioni, quando? Anzi, mi sembra che l’evento Ara Pacis non sia stato affatto sentito dagli italiani come d’ interesse nazionale, bensì come avvenimento in una qualsiasi città, dotata di reperti archeologici. Non sono tanto sprovveduta nei confronti dei concorsi d’architettura, a cui spesso mi sottopongo. Condivido il pensiero scettico di Claudio Di Gennaro., ma ribadisco che ho citato il concorso unicamente come strumento di confronto delle idee e soluzioni, a prescindere dai vincitori, sempre gli stessi, appartenenti al sistema delle stelle fisse.

  14. Andrea Cattabriga ha detto:

    Vorrei dire una cosa impopolare probabilmente impopolare (per lo meno in questa pagina).
    Al di là della scelta di Meier, sicuramente ignorante e non azzeccata, il problema che emerge riguarda il momento storico della poetica architettonica italiana e soprattutto della visibilità e qualità dei nostri capofila o maestri che dir si voglia.
    Forse serve una politica nazionale di promozione della nostra cultura progettuale, più che chiacchiere sull’opportunità dei vari affidamenti d’incarico, che parta dall’università e che cerchi di persuadere la politica, ancora poco incline all’uso dello strumento-concorso ed al riconoscimento intellettuale del professionismo italiano. Gli errori si fanno e si continueranno a fare se non si riparte dalle battaglie culturali.

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