Un ricordo di Emilio Battisti di Franco Purini

Un ricordo

Ho conosciuto Emilio Battisti nel lontanissimo 1968. Ero a Milano per lavorare con Vittorio Gregotti. Lui era uno dei migliori allievi dell’architetto novarese. Diventammo amici e, quando tornai a Roma, furono molte per lui le occasioni di venire nella Capitale, di conoscere e di frequentare molti degli architetti più interessanti che animavano l’architettura romana.

Emilio Battisti era divenuto ben presto un docente universitario, un teorico innovativo e un progettista sperimentale di notevoli capacità. Partecipò con Vittorio Gregotti, con me e con molti altri suoi amici a importanti concorsi, che ebbero un risultato positivo.

Era ospitale e amichevole. Come professore era considerato uno dei migliori insegnanti della Facoltà di Architettura di Milano. Aveva inoltre un interesse costante per l’architettura della capitale lombarda, che egli ha animato per anni in discussioni da lui organizzate nel suo studio come una Inarch personale fortemente attiva.

Era anche un pittore, che a lungo produsse ritratti espressionisti, nei quali riusciva a rendere evidente il carattere delle persone che rappresentava. Per lui l’architettura aveva senso solo se fosse un luogo esplorativo del futuro, il quale doveva suscitare nella città un’energia trasformativa che la rinnovava costantemente in un ambito sociale per lui fondamentale. La sua eredità culturale resterà a lungo continuando ad essere un dono notevole alla città da lui vissuta, dopo Novara, con una logica chiara e profonda e con una passione altrettanto forte.

Franco Purini
26.11.2024

Questa voce è stata pubblicata in Architettura. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.