Sergio 43 su: “LE PERSONEL EST-IL VRAIMENT POLITIQUE?” … Lettre à Giorgio Muratore (1) …
“Caro Prof, posso dire, anche io, caro Giorgio, perché, anno più anno meno, siamo tutti coetanei, stessi professori, stesse aule, stessi “corridoi dei passi perduti”, stessi incontri, poi dispersi nel vasto mondo, chi di qua chi di là, come nell’esplosione finale di “Zabriskie Point” (Michelangelo Antonioni – 1970), ognuno portandosi appresso, come una zavorra sulle spalle, quelle esperienze personali e veramente politiche. Leggevo la bella lettera di Giovanni Merloni e, colpito di trovare un altro compagno d’armi, mi veniva da chiosarla quasi riga per riga. Poi mi sono ricordato che di quegli episodi, di quei nomi, di quegli eventi, mollichella mollichella, passo dopo passo, ne avevo scritto fin dal 2008, appena introdotto in “Archiwatch” da mia figlia, da pochi anni laureata. La prima cronaca, scritta con un po’ di vergogna perché pensavo fosse troppo personale e troppo datata, fu appunto, per i quarant’anni del 1968. Raccontai la mia personale esperienza, botte e ferite comprese date e ricevute a Valle Giulia, soltanto perché sul blog si tornava a parlare di quella data e tu, Giorgio. con mia sorpresa, la pubblicasti. Poi la conoscenza è diventata personale, l’apprezzamento per il tuo anti-conformismo, per il tuo radicamento nella Storia, per la tua sempre giovanile passione da “ragazzaccio”, si è fatto convinto e siamo ancora qui. Una volta, scherzando con Giancarlo Galassi, gli dissi, e ne rise, che “Archiwatch” era, come per il “legnoso” Allen, il mio personale lettino dello psicanalista.
Allora, oggi 2 ottobre è la festa dei nonni e le nipotine mi hanno portato le pastarelle, dopodomani è il decennale di “Archiwatch” e non lo sapevo. Ma una bevutina per un brindisi da qualche parte, facendo “a la romana”, no?”
A proposito di Zabriskie Point e dei ragazzacci che non invecchiano, alla fine della scena all’aeroporto inizia una stupenda e semi sconosciuta canzone dei Rolling Stones. La roba buona è eterna.