«DARE» ANCORA (appendice a “Ildo Avetta e Don Oreste Benzi”) …

DARE-ANCORA

TEODIDATTI: EDUCATI DA DIO

Ho notato che, linkato da “Architettura buona n.1” è tornato in “classifica” il post «DARE». Ne approfitto per mantenere una sottintesa promessa fatta allora, visto che Davide Carroli, un diacono riminese, ci ha gentilmente faxato una copia della prima pagina del libro delle Messe della Madonna delle Vette dove un trentacinquenne Don Benzi, scriveva:

«La prima santa messa in questa “Casa Alpina degli Adolescenti Riminesi” è stata celebrata da Don Oreste Benzi il quattro Settembre 1960. La Santa messa è stata celebrata perché ogni persona, ospite dei questa casa, possa capire l’utilità della propria vita data a Dio attraverso il prossimo».

Ma per non lasciare troppo indietro anche il valoroso architetto, su Ildo Avetta ecco questa bella testimonianza:

«Anni dopo, nel 1934, Ildo aveva ormai 18 anni, Gedda fu chiamato a Roma da Pio XI come Presidente Nazionale della Gioventù Italiana di Azione Cattolica e a Torino subentrò Carlo Carretto.

Gedda aveva notato che Carretto premeva su Ildo perché s’ impegnasse di più in Azione Cattolica anche a detrimento degli studi . La cosa non faceva piacere a Gedda che vedeva Ildo destinato ad una luminosa carriera professionale vissuta da cattolico. Prima di lasciare Torino per Roma, Gedda invitò Ildo a “prendere un dolcetto” (testuale nelle parole dello stesso Ildo). Entrarono in un bar e il “dolcetto” fu l’occasione per una decisiva conversazione con Gedda: “Non dar retta a Carretto se insiste per un tuo maggiore impegno in A.C.. Se dovesse insistere troppo fammelo sapere e io interverrò “. Lo sfondo di questa conversazione era che Gedda voleva che Ildo intraprendesse e concludesse i progettati studi di architettura». Meno male!

Il resto lo trovate in cronaca : http://www.societaoperaia.org/sito/IAvetta_2.htm

Giancarlo Galassi :G

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2 Responses to «DARE» ANCORA (appendice a “Ildo Avetta e Don Oreste Benzi”) …

  1. 6a1a551 ha detto:

    Ringrazio tutti i “banditi” a diverso titolo e livello di questo blog.
    Sapere che c’è una “risposta” a quel che si scrive non è compiacimento nella vanagloria ma indispensabile bisogno di conferme con le quali, ogni tanto, non sentirsi al di fuori o isolati dalla realtà. Il “maledetto” difetto di essere animali sociali.
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    Non aspettatevi però che le “ciriole” che si auspica 43 riescano sempre gonfie e pure croccanti e magari con la mortazza dentro!. Conto sul fatto che ogni tanto siate un di bocca buona. Se non altro per non finire morti di fame.
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    Il commovente «… mi sento meglio» di Maurizio ha centrato (e chiarito anche a me) lo spirito – di cui ho bisogno – che vorrei dare a questo infrablog. Su questo “sentire meglio”, temo mi toccherà tornare frequentemente ma a dosi omeopatiche e tra le righe, tra Shunryu Suzuki-Roshi e Giorgio Grassi. E’ la chiave dell’essere un “dilettante”.
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    Concludo trascrivendo un pensierino da primaa elementare di Michele Serra, tratto da «La
    Sapienza del cuore – Omaggio a Enzo Bianchi», in cui sono inciampato sul giornale di stamattina:
    «Pensare per la necessità di pensare, per il piacere di poterlo fare senza che costi e ricavi siano immediatamente leggibili, e godersi il proprio sguardo sul mondo, sulle persone , sulle cose, come il dono più prezioso che la vita può consegnarci».
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    Giancarlo Galassi :G
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    PS: Dopo quel post e il titolo che gli ha dato Muratore, su quel tremendo e impegnativo «Dare» mi ci sono interstardito perchè non riuscivo a ricordarlo come verbo usato nei vangeli. E infatti NON C’E’! Possibile che un Don ancora ragazzo avesse avuto una così originale e profonda intuizione?
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    Scava nevrotico scava, ed eccolo negli Atti degli Apostoli (20,35)! Cristo citato da San Paolo in un detto proverbiale non riportato in altri luoghi: «… ricordandoci delle parole di Gesù che disse: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!». Prima o poi ossessione e curiosità mi uccideranno. Voi testimoni.

  2. stefano salomoni ha detto:

    DARE riparo?
    http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/barcone_immigrazione_reggio_calabria/notizie/274588.shtml

    “Noi siamo il popolo che ha inventato il passaporto rosso perché non sapeva come dare da mangiare a tutti e perché si potesse andare a cercare fortuna altrove. Per questo dobbiamo essere disponibili a capire chi viene da noi e ha avuto un’educazione e una vita tanto diverse dalla nostra.” (Enzo Biagi).

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