Uno straordinario pittore argentino con la sindrome del filosofo tedesco …
Un lontano giorno del settantaquattro, una telefonata, inaspettata, di Tomàs: fu la luce; dal DAMS a Casabella: i giorni più belli della vita; Tomàs: un maestro, un amico, un padre, un fratello, un filosofo, uno storico, un architetto, un intellettuale, un uomo di cultura, un uomo di mondo, un giramondo, un bibliofilo, un collezionista, un designer, un progettista, un giornalista, un politico, un artista: tutto quello che avremmo voluto essere e non saremmo mai stati; erano gli anni di piombo: con Tomàs divennero gli anni del progetto, della speranza, della fiducia nella bellezza e nell’onestà della ricerca; sono passati quasi quarant’anni, ma, nonostante tutto, quei valori restano intatti …
non ti vedo da più di trent’anni …
un abbraccio …
Tomás Maldonado
Ho ripreso la pittura, il mio primo lontano amore …







Intervista intravista:
Che consiglio darebbe ai giovani?
«Uno solo: cercate di combinare critica e positività. Evitate le due tentazioni: nichilismo e cinismo opportunistico».
La domanda che si doveva fare ma viene solo dopo che se ne si è andati:
Ma proprio lei che ha ripreso a pittare a novant’anni, quando uno comincia a essere proprio ma proprio ben ripassato ma quel giovane che era insieme a quel ragazzino che fu sono ancora tutti lì ma nascosti ben benino e spesso fanno cucù e non te ne potrai mai liberare?
Che consiglio darebbe Bendonado, ci dica ci dica?
«Uno solo: cercate di combinare positività critica con una saggia ironia».