Francesco Spadaro ci invia: …
Egregio Architetto
Le mando una mail che ho inviato a Sergio Rizzo del Corriere della Sera circa il nuovo padrone dell’architettura in Italia
“Egregio dottor Sergio Rizzo
Sul Corriere della Sera di lunedì otto marzo 2010 ho letto la sua intervista all’architetto Boeri, circa la sua esperienza di progettista per le opere connesse allo svolgimento del G8 alla Maddalena.
Sono rimasto sbalordito.
Sbalordito dal vittimismo e dall’assenza di senso del ridicolo da parte di un architetto, stimato dai più, la cui opinione trova spazio nelle pagine del Corriere con una periodicità sconosciuta a chiunque e senza alcun contradditorio.
Dal 1993 ad oggi l’architetto Boeri viene citato dal Corriere circa 250 volte. La prima, simpaticissima, a firma di Lina Sotis (pag 44, 2 marzo 1993 “la sinistra non canta giovinezza”), che sottolinea l’ingresso di un giovane al circolo De Amicis di Milano. L’ultima, ieri, con la sua intervista.
Dalla 2003, nello stesso giornale, l’architetto Boeri è anche autore di oltre una trentina di articoli.
La ricerca è stata facilissima: è bastato digitare il nome Boeri (Stefano) in quello straordinario strumento che è l’Archivio Storico del Corriere. Gli argomenti degli articoli sono i più diversi, naturalmente legati ai temi dell’architettura, dell’ambiente, della città in genere e ovviamente del costume. Ogni genere di ovvietà è uscita dalla sua penna. Alcune sono esilaranti, tanto da ricordarmi Chance il Giardiniere, il mitico personaggio interpretato da Peter Sellers nel film Oltre il Giardino (being there), con i suoi equivoci capaci di caricare di significati parabolici le più banali raccomandazioni circa il momento della raccolta del mais.
Che altro non sono, caro dottor Rizzo, titoli come “la sfida Expo Milano parte dal Recupero delle Cascine” oppure “Parte l’assalto ai parchi Più regole anti-vandali” insieme al giovanil-populistico ”Boeri: difendo i graffiti, arte segno del disagio” se non slogan triti e ritriti, buoni per tutte le occasioni.
Per lo più sono degli articoli di promozione di se e delle sue relazioni.
In questo paese ognuno di noi ha il conflitto d’interessi che può. Chi tra politica e televisioni, chi tra professione e direzione di giornali di settore.
Questo approccio giornalistico è iniziato già quando l’architetto Boeri era direttore di Domus, dove pareva che esistessero solo lui e Rem Koolhas, nota archistar, coinvolta dallo stesso Boeri, naturalmente e non solo, nella consulta per l’Expo.
Ho pensato, visto che Boeri è un dipendente del gruppo Rcs in qualità di direttore del mensile Abitare, che in qualche modo sia naturale servirsi delle opinioni di chi ti sta attorno. Ma da lì a permettergli di trasformare una testata come il Corriere della Sera e la rivista di settore Abitare, nell’House Organ del suo studio mi sembra troppo.
Ma veniamo alla sua intervista, dottor Rizzo, intervista che ha fatto traboccare il vaso di bile di un povero architetto come me, spudoratamente invidioso della sua capacità seduttiva e quindi del successo personale dell’Architetto Boeri. In questa intervista, che riprende l’articolo che Boeri ha appena scritto sul suo Blog: Alcune riflessioni sul G8 alla Maddalena, sulla sua rivista Abitare, circa il suo operato alla Maddalena racconta quali soprusi, angherie ed ingiustizie ha dovuto subire in 10 mesi di lavoro “adrenalinico” “sull’isola dell’isola”. Esse sono riassunte nelle vesti di 1. testimone, 2. consulente, 3. progettista, 4. contabile, 5. regista, 6. vittima, 7. complice, 8. giornalista e 9. architetto.
Naturalmente non sto a tediarla riprendendo passo passo tutte le scuse (che nessuno gli ha chiesto), che accampa per distinguersi dagli arrestati (Balducci e compagni), con cui nessuno, che io sappia, lo associa e delle cui vicende, ci scommetterei, è pienamente estraneo. Ma alcune scuse sono talmente risibili che, forse, farebbe meglio a tacere, come quando sottolinea di essersi occupato del solo computo metrico delle opere edili e quindi, di non essere in grado di percepire l’aumento dei costi. O quando si accorge che le “maggiorazioni” per l’urgenza spettavano solo alle imprese e non ai progettisti e nemmeno agli operai edili (si vede che è un architetto di sinistra, lo percepì nel ‘93 anche la Sotis). Boh, forse era distratto dallo “sforzo gigantesco per imporre la (sua) presenza quando i committenti venivano a visitare le opere”.
Dottor Rizzo, la invito a pungolare l’architetto Boeri, attraverso l’autorevolezza che si conquistato con i suoi libri e i suoi articoli di denuncia e, quindi, a rispondere, una volta per tutte, alle vere domande che gli vengono poste, magari sul Corriere, ovvero alla domanda più importante: con quali modalità ha ricevuto l’incarico di progettista/consulente per la Maddalena?, e aggiungo con quali procedure ha ricevuto l’incarico di progettista per la consulta dell’Expo? Con quali norme ha ricevuto l’incarico di progettazione per il Cerba in pieno Parco Sud alla faccia del tanto demonizzato “consumo di suolo”?
Come mai il Corriere, il mio amato Corriere, non riesce ad interessarsi a nessun altra opinione circa la città, il territorio o l’ambiente se non a quella di Boeri. Forse perché nessuno può vantarsi di performance professionali quali:” Non c’è dubbio che le nostre architetture riflettano uno sforzo esacerbato, teso ad evitare i cliché della geopolitica: uno sforzo per essere anti-celebrative, per immaginare spazi essenziali, per cercare una monumentalità non muscolare, ispirata alla percezione del paesaggio dell’arcipelago invece che ai cerimoniali del G8*….”.
*Minchia. Un architetto così non si trova ovunque. Mi piacerebbe conoscere la sua relazione di progetto per le residenze sociali che ha realizzato recentemente a Seregno.
Con immutata stima”
Francesco Spadaro
Milano 09/03/10




Non bisogna mai essere invidiosi del successo degli altri (l’invidia scava la fossa a chi ce l’ha) ma qui risulta che quel successo è costruito su un percorso preferenziale, quello negato ad altre centinaia di architetti. In democrazia deve, o dovrebbe, sempre vincere il migliore, ma partendo da pari opportunità. Non è stato così alla Maddalena, ma non è stato così in molte, troppe occasioni…..Non facciamo pagare tutto o solo a Boeri (Stefano)…
Spadaro, hai scritto una lettera che segna un punto d’arrivo e di partenza. D’arrivo nel senso che si è completamente rivelato il potere dei mezzi informatici, di partenza perché dopo la tua lettera i più importanti quotidiani italiani che contribuiscono al mantenimento del sistema delle archistar sapranno che non possono più prenderci per il..naso. A me basterebbe sapere chi ha dato l’incarico di progettazione dell’opera dell’architetto Boeri alla Maddalena,tanto elogiata anche da Gad Lerner, noto moralista televisivo, durante una trasmissione de l’Infedele!
Perfetto esempio di giornalismo italiano inginocchiato?
Peccato, un’occasione giornalistica sprecata.
Grazie della segnalazione!
saluti
c
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Credi vi sia sfuggita la “difesa” di Paolo Mieli (in video collegamento) di S. Boeri, (a memoria e sintesi):”…conosco personalmente l’arch. Boeri … è figlio di … e di … non certo un architetto qualunque …”
Perciò …SARA’… NATO ARCHITETTO oppure SARA’ UN ARCHITETTO NATO?
In ogni caso più che lecita la domanda: Arch. S. Boeri come ha avuto gli incarichi del G8 e dell’EXPO?
Suvvia: SI risponda e CI risponda …se non qui su ABITARE.
Tutte le riviste d’Architettura per decenni hanno promosso architetti e gruppi ristretti a spese dei lettori. Al danno della concorrrenza sleale si è aggiunta la beffa di fare pubblicità alle lobby a proprie spese. Senza considerare che molti degli architetti, resi visibili dalle riviste, hanno anche scalato le tappe della carriera universitaria. Da quando si è affermato internet, e i siti specialistici d’architettura ai quali tutti possono accedere per esporre progetti, molti non acquistano più le riviste che, peraltro, costituiscono anche un problema per lo spazio che occupano nelle librerie degli studi, sempre più ristretti a causa della diminuita consistenza delle attrezzature. Personalemente conservo intere collezioni di riviste in un ampio locale seminterrato della mia abitazione. Ma ora non ne acquisto più perché il web mi fornisce le informazioni che desidero e non sono costretta a comprare quelle che non desidero!
Questo episodio è solo l’ennesimo esempio che rafforza l’idea, già ben condivisa dagli italiani, che il nostro è un Paese di cacca.
La nostra è una repubblica non fondata sul lavoro, ma sulla FURBIZIA.
Oltre alle ingiustizie subite dai professionisti “qualsiasi”, ciò che viene mortificato è l’intelligenza, il talento, la sana competizione e la crescita culturale, scientifica ecc. dell’Italia intera da cui bisogna fuggire.
Condivido le riflessioni di Francesco Spadaro.
Segnalo gli articoli sul mio blog che spero possano sollecitare il dibattito. Ho sollevato pubblicamente, prima delle vicende giudiziarie, il problema delle profonde contraddizioni morali degli architetti con esplicito riferimento alla Maddalena.
Il risultato è stato un immotivato attacco personale. Poi lo scandalo e gli arresti, e il teatrino di chi cerca solo visibilità mediatica.