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Meno male…
Ancora qualche giorno e finalmente non le vedremo più…
Passando per la Via Marina in Napoli, ho visto la nuova facciata del dismesso Palazzo della Flotta Lauro, di fronte alla Stazione Marittima, trasformato in albergo di lusso dal figlio di Kenzo Tange. Era un edificio per uffici con una monotona facciata in vetro e alluminio, uno dei tanti resi ancora più squallidi dai numerosi condizionatori in facciata. A causa del traffico intenso non ho fatto in tempo a fotografare e a rendermi conto del risultato, ma ho pensato alle Torri dell’ Eur e alla proposta di progettarne una nuova facciata. Sarebbe possibile visto che hanno già assunto una posizione significativa sul piano urbanistico. Appena posso invierò le foto del romantico albergo ROMEO in salsa nipponica.
Ma non era Giorgio Muratore?? :-) :-)
E invece sono io, lo ammetto!
Eliminiamo le scale e lasciamo le reti che avvolgono LE TORRI.
Niente travertino per favore, ma che gli ha fatto di male LA TRASPARENZA al ns. sindaco?
Andrea, la trasparenza piace molto a noi architetti perchè “è bella”, scintillante, specie quando è illuminata da dentro (esiste un dentro?), ma è la negazione stessa dell’essenza dell’architettura, che assolve alla funzione di “abitare”, cioè risiedere in un luogo protetto, intimo, familiare. In effetti in un edificio tutto di vetro non esiste dentro e fuori, non c’è davanti e non c’è dietro, non c’è alcuna gerarchia.
La giornata e la vita di ognuno di noi è scandita da situazioni diverse che prevedono momenti pubblici e momenti privati, riservati, familiari o personali che richiedono spazi prevalentemente chiusi. Negli edifici capita anche di morire, come capita di soffrire o di piangere e quegli attimi non richiedono affatto trasparenza.
Vi sono spazi e tipologie che possono richiedere trasparenze, quali negozi, centri commerciali, qualche (non tutti) gli uffici, spazi collettivi chiusi ma a nessuno piace lavorare in vetrina. In vetrina si lavora ad Amsterdam. E a nessuno piace vivere in una vetrina aperta verso lo spazio pubblico semmai verso l’interno, se c’è un giardino privato.
Un albergo di vetro poi è una contraddizione di termini, anche se ve ne sono molti, salvo poi tamponarli dentro con complicati quanto deperibili materiali. In albergo si dorme, generalmente, oppure si fanno altre cose, di giorno e di notte, che richiedono una certa riservatezza e intimità, non solo in senso visivo ma emozionale.
Dunque la trasparenza non è un valore assoluto in sè, e va usata con parsimonia. Semmai è vero il contrario: l’architettura è fatta di pieni che prevalgono sul vuoto, o meglio di pieni che instaurano un dialogo di proporzioni e di rapporti con il vuoto. Il solo vuoto non è architettura, è…vuoto.
Se si prova ad immaginare di fare un modello 3d dell’EUR e di renderizzarlo tutto col vetro, mi viene in mente Dubai senza grattacieli.
Gli edifici di vetro sono il sogno di qualche…. politico demagogico e troppo occhiuto, non l’opposto.
Saluti
Pietro
la casa del fascio di terragni è un manifesto di trasparenza eppure non è un edificio in vetro! come la mettiamo?
Perchè la trasparenza é la negazione dell’essenza dell’architettura? Mi viene in mente per esempio il Colosseo: che cosa di più trasparente delle sue infinite arcate? Adesso, così ruinato, puoi vedere di lui anche i precordi, cosa che lo rende, al nostro animo romantico, ancor più seducente. Per rimanere all’EUR si confronti il cubo trasparente del “Colosseo quadrato” con il cubo pieno del Palazzo dei Congressi. Tutti e due esprimono, ognuno per la sua parte, un’emozione.
Per tornare alla trasparenza, saranno sufficienti degli ottimi “brise soleil” e “brise voyer” per rendere seducente un leggero intervento su queste Tre Torri, corrispondendo anche alla necessaria riservatezza (continua ad arzigogolarmi in testa l’intervento di Piano per la nuova sede del New York Times!). Al contrario, rovesciando la prospettiva dal fuori al dentro, vuoi mettere l’emozione di poter essere accompagnato, mentre fai le cose che tu dici richiedenti riservatezza, dallo stupendo spettacolo, a tout azimut, di un infiammato tramonto?
Bruno Taut ebbe un atteggiamento religioso nei confronti del vetro, materiale depositario delle utopie espressioniste per una nuova società.Lavorò in stretta
collaborazione con il poeta Paul Scheerbart che scrive in quegli anni una raccolta di poesie,L’architettura di Vetro”, mentre Taut gli dedicò il padiglione di
Colonia, distrutto durante la seconda guerra mondiale.L’opera più famosa di Bruno Taut, la Glashaus dava l’impressione di un grande gioiello multi-sfaccettato capace di creare effetti di luci, colori e trasparenze. All’interno vi era una cascata d’acqua su sette livelli ed un mosaico di tasselli di vetro colorato dorato. Un incanto per i visitatori.Nel saggio introduttivo de La Corona della città, Die Statkrone,del l 1973, Ludovico Quaroni scrive: ” Ci sembra giusto che sia uno dei primi celebrati maestri dell’architettura sociale della Siedlungen a chiarire le origini mistiche, romantiche,primitive e decadenti insieme, illogiche e irrazionali di pura atmosfera, del Movimento Moderno.” Osservando i disegni di Taut , specialmente gli schizzi dei suoi fantasmagorici edifici stellari ne La dissoluzione della città, si resta affascinati dalla potenza liberatoria. Allora mi viene da pensare che il vetro è un materiale da usare con cura religiosa, per rendere trasparente ciò che è stato da sempre chiuso e oscuro, ovvero i luoghi del potere. Invece, assistiamo alla banalizzazione nell’edilizia diffusa, priva di valenza rappresentativa.
Il Colosseo non è affatto trasparente, come non lo è la Casa del Fascio. Entrambi, in maniera diversa, hanno una rapporto tra pieni e vuoti, tra muro e apertura. La trasparenza di cui io parlavo è la totale, banale, tecnologica, insipida trasparenza di cui vediamo 20 nuovi progetti al giorno.
Quanto al Colosseo quadrato, proprio oggi ero all’Eur e ho ammirato, subito dopo pranzo, la trasparenza, o meglio la luce, della fila di arcate d’angolo a sud illuminate dal sole mentre tutte le altre erano in ombra (ho anche le foto, ovviamente). Una vera e totale trasparenza non avrebbe certo dato quell’effetto, dovuto, guarda caso, alla presenza di muri, ancorché quasi completamente bucati. E’ in quel quasi che sta la differenza.
A Sergio43, l’infiammato tramonto è una bellissima situazione, ma non mi ricordo perché.
Saluti
Pietro
La trasparenza. Rigrazio Pietro Pagliardini per l’interesse mostrato al tema che ho introdotto.
La trasparenza fa paura ?E allora continuiamo con la pappa di villette ,che ci assedia e mangia prezioso territorio.Molto intime le stanze da 14mq e qulle da 9mq,avvolte da protettiva “cortina”,ancora di piu’ il famoso metro del qule possono disporre per le finestre delle salubri cantine interrate vendute come appartamento.
w Dubai , io la amo e’ un sogno nato dal nulla, territorio di ricerca architettonica,di sperimentazione per chi ha capacita’ e voglia di rischiare (cosa lontana “dar Cuppolone ,”dai tempi di Moretti, w Moretti lo amo , w il razionalismo Mediterraneo).Se il vetro costasse un euro di meno del poroton Roma sarebbe una citta’ di vetro .
Cmq apprezzo dibattiti e discussioni che si tengono in questa agorà telematica.
W rhino,W 3d studio W la nuova radicalita’.
ma io non saprei dire che cos’è la vera e propria trasparenza. e mi pare un po pretestuoso: 1-pensare di saperlo 2-associare il concetto di trasparenza a una proprieta fisica di un materiale particolare.