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“QUEL ROMBO E’ MUSICA” …
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A proposito di Via dei Fori Imperiali, di sue chiusure e di Harley-Davidson.
Mi ero appena iscritto al Liceo Scientifico di via Cavour, anno 1957, e per tornare a casa mi facevo Via dei Fori Imperiali, percorsa da qualche rara “Topolino”. Per non spendere le venticinque lire del biglietto dell'”87″ me la facevo a piedi fino a San Giovanni. Era di sera tardi perchè allora si facevano i turni pomeridiani tre volte a settimana. Me ne andavo, solo, a passo lento nel buio che stava calando, stanco delle ore di studio, con alle spalle la fanciullezza e davanti la misteriosa adolescenza. Sento il rombo provenire dalla mie spalle, da Tor de’ Conti, mi giro e vedo i fari di due moto avvicinarsi rapidamente. Allora il traffico poteva voltare a destra verso l’Arco di Costantino. Mi fermo, timido ragazzinetto ignaro della vita ma conscio delle indigenze dell’epoca, e li vedo passare, due coppie, due ragazzi alla guida di questi manubrioni e due ragazze con i capelli al vento abbracciate dietro, tutti e quattro splendidi nei visi ridenti, un immagine di gioia pura. I motociclisti non frenano neanche, piegano rapidamente le Harley-Davidson, girano a destra, strusciano sull’asfalto con il cavalletto e lasciano dietro di loro due scie di scintille. Non se ne danno peso e scompaiono rombando verso il Circo Massimo.
Adesso Via dei Fori Imperiali è un suk, i pedoni lottano con il traffico per attraversare la strada, io sono un anziano parolaio, guardo da lontano le tende del faraonico raduno nel Parco sulla Casilina dietro casa eppure sento ancora molto vicino quell’immagine di giovanile spavalderia. Quella sera sono cresciutto un pochetto e ho proseguito verso casa con meno disagio, rincuorato e con un po’ di speranza in più per il mio avvenire.
Caro sergej 43….mi sfugge il motivo per il quale sei tornato a casa un po’ più rincuorato…sulle prime ho pensato che avendo notato le scintille (sui sanpietrini) pensasti, non vedendoli cadere, che alla fine con un po’ di culo nella vita ci si salva…ma mi sa che non é questo il motivo…
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Intuii forse che “La bellezza salverà il mondo” *? Ebbi forse questa visione? Se no perchè ritrovarsi poi a studiare architettura, io che non ero figlio di un achitetto ma di un gajardo meccanico? Forse senza quelle scintille su li “serci” avrei scelto cinque anni dopo Economia e Commercio? Quién sabe?
*(Principe Miskin (da non tradurssi con Meschin – ricorda Proto!) ne L’IDIOTA di Fyodor Michailovic Dostoyevsky)
‘MMAZZA CHE SFIGA … ME SA CHE ERA MEJO LA MIA…
PERO’ TE VOJO FA’ N’ARTRA DOMANNA …
SOLO CHE ADESSO NU ME VIE’ GNENTE …
CH’O FRETTA!
IO ADESSO GIOCARE CON MIA FAMIGLIA !
AUGH!
Ma perchè? Te sopportano pure? Ma falli giocare in pace e vieni quinci con noi a perdere tempo, che de tempo ne hai, uh! se ne hai!, così te sfoghi mejo, caro Sergio* omonimo, ASCIA?
(* Sergio – nome di origine etrusca dal significato incerto. Il più probabile sembra sia “Seminatore, colui che semina”. Intendesi “Colui che semina grano, grano per il pane (alimento a te evidentemente indigesto. Fossi celiaco?) non “Colui che semina zizzania**” che sembrerebbe essere al momento il tuo di “zeitgeist***”.
** Lolium temulentum, volgarmente loglio ubriacante e/o zizzania.
*** Zeitgeist – tendenza culturale predominante. Causa vertigini, vomito, emicrania, diarrea cronica e oscuramento della vista.)
Come citerebbe qualsiasi neocat.: “Separare il grano dal loglio”.
me lo chiedo sempre pure io …non riesco a capì se fanno finta o se me accettano con amore…
si è vero Se’ …c’hai corto …dopo 33 anni de lavoro intenso fortunatamente me posso permette de perde ‘n po’ de tempo …spesso anche parecchio …
alla celiachia ‘n paio de vorte c’ho pensato … però non è er caso mio …
Metafora pe’ metafora (=metafora ar quadrato) devi capì che se te pare de vedè la zizzania vordì che quarche steccato lo devi passa pe’ anna’ ‘n paradiso … e nun te sta a lamenta’ come ‘n bambino … anzi un ragazzetto de liceo ordinato che fa li rimandi e mette l’asterischi … poi torna a casa e se lamenta perchè quer cretino de professore (je sembra a lui) nu’ l’ha capito … anzi je pare che l’ha preso ‘n giro…
er professore sarei io … er professore de cazzeggio … però sta cosa me serviva pe’ chiarì er concetto …
Me piace che scrivi me sembrerebbe… secondo me lo fai pe’ mantene’ ‘no stile …
so d’accordo….
Zeitgeist – tendenza culturale predominante. Causa vertigini, vomito, emicrania, diarrea cronica e oscuramento della vista.
Tutti sintomi che c’ho ‘na settimana si …’na settimana no …nu’ lo so se er Zeitgeist che va e viene oppure solo ‘o Zeit che passa…come penso che sia … ma nun se pò fa’ niente … nun c’è rimedio …
ner caso tuo ‘nvece ce vole ‘n po’ de Geist 1000 …gocce!
pijalo che te passa!
Lo trovi ar Vaticano … da le parti tue nu’ lo vendono ….
Un abbraccio…
SDS
Brancaleone: L’homo allo mio servizio non teme né piova né sole né foco né vento! Mangold: Lo qvale servizio? Semo tutti allo pari!
Brancaleone: Silenzio!
Caro 43, me fai morì.
Almeno grazie al tuo omonimo ho vinto una scommessa con Falso Cascioli.
Lui sosteneva che nessun altro oltre il valoroso Ettore dei bei tempi, anche per colpa nostra che lo provocavamo, sarebbe riuscito a occupare da solo tutta la colonna dei Commenti Recenti rendendo impossibile seguire sensatamente un qualunque thread.
Almeno EMM lo faceva per ringraziare o per difendersi, qui siamo più ai livelli di Gabriele Paolini.
Era almeno un lustro che non vedevo da queste parti un certo stile di sfottò.
Di solito, come per tutti i novizi intelligenti. poi gli passa. E se non gli passa si divertiamo alle sue spalle senza che lui lo sappia.
Cascioli invece, che anche da novizio era un cretino integrale, è rimasto scemo sempre ed è con mucho gusto che me lo immagino a mangiarsi il cappello come Rockerduck.
:G
E’ arrivata la cavalleria!
Ti racconto una storia:
Facevo il militare … da laureando … ed ero stato assegnato come supporto agli impegni di un importante colonnello … di cui non farò il nome in quanto personaggio oggi molto in vista… l’incarico mi fu assegnato in quanto laureando, quindi privilegiato.
Un giorno mentre insieme aspettavamo un altro alto ufficiale nei pressi di una caserma a ridosso di un incrocio io, notando un giovane cingalese vendere rose dissi al colonnello:
– “vede come in fondo oggi é diventato semplice essere gentili per esempio con la propria moglie …. allunghi un braccio… compri un mazzetto di fiori … torni a casa e tua moglie forse ti sorriderà…”
Mi rispose:
-“E’ una di quelle cose che non faccio … é come scendere a comprare il latte … sento sminuita la mia virilità”
SDS
Gajardo! Uno a zero pe’ mme! T’ho fatto uscì da li gangheri! “Pijalo che te passa”!, “Da le parti tue”! Nun hai nimmanco corto che l’uso dell’asterischi era ‘na presa pe’ culo de tutta la curtura che c’hanno fatto legge’ fino a le note e fino a la noia e de cui pochi fanno l’uso che bigna fa’: “Elaborandum et smutandandum necesse est”, specialmente a ‘na certa età. Comunque: pace carbonella! Ma vale la pena mettece tanto” lolium temulentum” (ma perchè m’è venuto ‘n mente, pe’ assonanza “mentula”? Ricordi di bimbo? Ma che cazzo voleva dì?) in un blog che, come me piace da penzà, ha da esse come er bar Rosati de ‘na vorta, un po’ d’amichi ‘ntorno a ‘n tavolino a besse caffè coretti, a discute e pure a litigà. E tu che fai? Ce scaraventi ‘n faccia er Fernet Branca? Roba da nun parlasse fino a domani!
Finisco con una barzelletta che mi è tornata in mente per l’amore che, come tutti noi, porti a Brancaleone da Norcia.
“Il perfido margravio, stanco dei solleciti di questo esaltato a essere nominato cavaliere, lo manda a chiamare:
“Brancaleone da…..scusa messere! quali sono le parti tue? ….ah!…da Norcia! Si tu vole essere nomato cavaliero de lo Sacro Romano Impero hai da compiere, come lo grande eroe de li tempi antichi, Ercole Vincitore, le giuste fatiche. Non sbiancare, lo meo subalterno! Non te chiedo de farne dodici ma una picciola, come l’allodola che co’ lo suo soavissimo canto annuncia l’arrivo di Eos dalle dita rosate. Lo mio figliolo Castracrane se ne ito per lo vasto mondo in cerca de le reliquie de’ santis, come se già non ne possedessimo bastante. Va, mio prode! E torna con isso! Allora e solo allora riceverai lo colpo su lo tuo capo con lo spiedone che mi pende accanto e che ti farà cavaliero!”
Brancaleone (la faccio breve ma la questione, come tante altre, potrebbe durare a lungo) sale sul suo coraggioso Aquilante e parte pensando tra sè e sè: “Basta poco! Che ce vò?” Il prode cavalca, attraversa vallate, sale ripidi pendii e ovunque chiede notizie a destra e a manca:
“Oh, tu! Dolce fanciulla che, co li capelli color del grano maturo, te ne vai a la guida de lo tuo gregge lanoso, hai tu visto attraversare per esti lidi il giovane cavaliero Castracane de la nobile famiglia Magnagatti? …No? E allora, vai!, verso lo tuo meritato riposo e ricorda! Tu hai conosciuto Brancaleone da Norcia!”
“Oh, tu! villico! Si, tune! Tu che co li tuoi armenti mugghianti ari lo campo imperocchè…..Vabbè, villico! Hai tu visto un giovane cavaliero cavalcare “da le parti tue”? Indossa un rosso mantello e ha una piuma sul cappello! No? Manco tu? Accibiribiricoccola!”
Si sta facendo sera, Brancaleone e Aquilante, in cima al monte che domina il reame, sono esausti, Brancaleone specialmente è esasperato. Si alza con fatica sugli sproni, pone la mano a visiera sul cimiero per proteggere gli occhi dagli ultimi raggi di sole e grida:
“Ma ‘ndo cazzo sta ‘sto stronzo!”
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