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Stessa monumentale “serietà” del palazzo INA di Giovannozzi in piazza della stazione di Firenze. Ma chi non lo sarebbe se si dovesse rimanere piantati davanti la pensilina di C.T.d.F.
Salve,
vivo e lavoro in Irlanda/Dublino da poco piu’ di 3 anni. Per la mia esperienza in questo paese e qualcun altra fatta in Francia e Spagna, il prodotto d’Architettura, ahime, non se ne fa piu’.
Il fattore economico e’ assolutamente prevaricante e il peso del developer/cliente e’ assolutamente prevaricante; L’Architettura e’ assolutamente secondaria, conta solo il fattore redditivita’ della scatola che si sta progettando, che per giunta verra’ abbattuta nei prossimi 20 per far posto a qualcos’altro che non sara’ Architettura.
Si certo l’Architettura e’ una cosa seria, lo e’ e lo rimane, ma ormai ha una voce sempre piu’ flebile. A pochi, pochissimi e’ concesso fare Architettura nel concetto e nel modo della triade Vitruviana. Oggi vale moltissimo a torto o a ragione la lezione di Koolhaas nei suoi vari scritti ed in particolare in Delirious of New York. Il resto purtroppo ha poco peso.
Un saluto Mariano Amelio, Architect.