QUANDO IL PESCE ESCE DALLA BROCCA
Queste mie parole sono solo una sintetica nota a margine di un articolo violento, sbruffone e quindi puerile, scritto da Gaetano Pesce su Tomaso Montanari.
Un testo dove l’autore si autocelebra, dove addirittura con incredula tracotanza paragona l’impatto della sua scultura (contestata da Montanari) a quella della Cupola e della Tour Eiffel. Un articolo “boomerang” – senz’altro all’insaputa dell’autore – del quale non rimane che sorriderci.
Per questo non si può commentare con i criteri dell’estetica o della critica d’arte o dell’intelligenza.
Per questo mi sono rivolto ad una mia amica, nota psicanalista, la quale dopo averlo letto mi ha scritto quanto segue:
“… Esemplare reazione scomposta di uomo che in tarda età in preda alle frustrazioni interne per non aver avuto dal mondo il giusto riconoscimento della propria opera di una vita, “sbrocca” nel dare dell’ignorante a tutti e nel dirsi da solo non sapete chi sono io. Comportamento molto frequente dopo una vita artistica non riconosciuta dalla massa o dalla critica, come loro stessi avrebbero voluto e riterrebbero di meritare …”
E poi,
“…Grazie Mauro per avermelo inviato, lo inserisco nel mio archivio alla cartella Pscicopatologia dell’Artista, perdita del senso del reale. Ne ho molti sotto cura. Buona domenica……”
Verrebbe da chiedersi Gaetano Pesce chi ? Il nostro ha fatto qualcosa di tanto miliare da pretendere di passare alla storia ?
Mauro Andreini
Non ho mai amato l’espressione artistica di Gaetano Pesce e non ho mai avuto simpatia per il personaggio, ma le sue parole su Montanari sono pienamente condivisibili…