RIPETTA: ANCHE I ROMANISTI DICONO NO! …

 Sottopasso Ripetta

 

Sottopasso Ripetta, anche Romanisti dicono no

04/07/2011

Laura Gigli accusa il Sindaco di volere un progetto insensato che distruggerebbe il senso storico, artistico ed ambientale della passeggiata di Ripetta e dell’Ara pacis

Roma, 4 lug 2011 – Monta la protesta contro il progetto di sottopasso a Ripetta unito a un nuovo parcheggio sotterraneo. Oggi il Gruppo dei Romanisti, nota associazione culturale che da 70 anni si occupa della storia e del presente di Roma, ha diramato un comunicato stampa, firmato dalla presidente Laura Gigli, che ce lo ha inviato, e che vi proponiamo:

Il tempo è fatto di memoria, di esistenza, di speranza. La memoria ci riporta a tutto ciò che abbiamo di più antico. Ivi si genera il nuovo, la cui bellezza è cantata dalle Muse. L’esistenza è la vita stessa che, necessariamente, trabocca dalla sovrabbondanza della Divinità nell’eterno presente. La speranza – non quella dei sogni futili – è conoscenza intuitiva del divenire, che può essere sottilmente immaginato onde riportare il nuovo dal passato per farlo evolvere, mediato e modificato, nel futuro di ogni cosa. Da quando il tempo, liberamente e necessariamente, è penetrato nella sacralità dello spazio, ha dato il via all’universalità della materia, che è viva e fertile per forma e sostanza. La fertilità del creato favorisce la comunione fra gli immortali angeli ed i mortali uomini, la cui vera, ma non unica differenza, sta nelle possibilità e nelle capacità di apprendere per potersi approssimare alla conoscenza.

Talvolta, per grazia, la conoscenza umana e quella angelica possono coincidere. In tal caso ogni avvenimento diventa evento degno di essere rammentato, ricordato e rimembrato – attraverso la mediazione del suono e della luce – nelle parole, negli scritti, nelle immagini, nei gesti, nei comportamenti, negli edifici, nelle città, nei territori ed in tutti i segni indiscutibilmente forieri di civiltà, patrimonio di ogni singolo essere umano.

Non possiamo dimenticare di appartenere a tale miracolosa meraviglia. La ricerca dell’uomo è stata, tra l’altro, quella di rendere visibile l’invisibile o, per lo meno, di produrre suoni ed immagini come segni della presenza divina o del suo passaggio, da conservare e consegnare alle nuove generazioni, all’insegna della rinnovabile tradizione dell’arte.

Ora, com’è possibile ritrovare le tracce della tradizione, se il sonno dei sensi spirituali sta conducendo verso la morte i sensi materiali del visibile come documento e testimonianza, nella storia, della ricerca del sacro da parte dell’uomo?

Tale premessa, espressa “toto corde”, è necessaria per far scoccare nuovamente la scintilla d’intelligenza, patrimonio di ogni uomo, ma tutt’ora narcotizzata in fondo alla mente ed all’anima, tant’è che ci precludiamo la possibilità logica di accedere a tutto ciò che è indicato e segnato dal sacro.

Com’è possibile pensare di realizzare il sottopasso ed il parcheggio sotterraneo sulla riva sinistra del Tevere, fra ponte Cavour e ponte Margherita, in prossimità dell’Ara Pacis, delle chiese di san Rocco, di san Girolamo e soprattutto del mausoleo di Augusto imperatore?

Le fraintese esigenze di una viabilità a scorrimento veloce, che andrebbe allontanata piuttosto che favorita nel centro storico – e in totale antitesi al concetto della passeggiata – rischiano di cancellare la “visibilità” dei monumenti e dei luoghi ad essi connessi, che andrebbero fatti vivere in simbiosi con il fiume, rivedendo anche il progetto della piazza attorno al mausoleo di Augusto, che non recupera la sacralità ivi materializzata dall’operosità dell’uomo, isolandolo ancor più dal suo originario rapporto con il Tevere.

Occorrerebbe riproporre, in termini contemporanei e con l’ausilio della tradizione architettonica, quanto è avvenuto per il mausoleo di Adriano che, pur divenendo fortezza, non ha perso il suo naturale legame con l’acqua. Tale posizione ha impedito, non molto tempo fa, un ennesimo scempio dei consolidati valori espressi nella storia del sito.

Non facciamo solo azioni di retroguardia per salvare cose minute, ma diventiamo vivi operatori della nostra storia con idee ed azioni propositive degne di Roma Capitale, per collegarci idealmente e materialmente con coloro che hanno scoperto, fissato e tramandato i valori universali appartenenti, fin dall’atto di fondazione, all’eternità dell’Urbe.

Ben venga che la salvaguardia dei luoghi sia affidata allo stormire dei platani, i “patriarchi” dei luoghi minacciati di distruzione, ma non è più il tempo di trovare riparo dietro gli alberi quando questi, da soli, non possono liberarci dalla stoltezza umana“.

www.gruppodeiromanisti.it

 

04/07/2011 Italia Nostra diffida Alemanno e Corsini: no al sottopasso Ara Pacis

26/06/2011 Italia Nostra, sottopasso più parcheggio all’Ara Pacis? No!!!

 

Questa voce è stata pubblicata in Architettura. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.