“Zaha Hadid rifiorisce” … criptomnesia galassica …

Hadid-Galassi, Ruggero Lenci“Zaha Hadid rifiorisce nel totem di Giancarlo Galassi”

“Giorgio,

mi è affiorata alla mente un’altra criptomnesia galassica*: Zaha Hadid rifiorisce.

* La criptomnesia galassica è un riaffioramento dalle profondità abissali di quei ricordi inconsci riferibili all’ormai famosissimo totem di Giancarlo Galassi, matrice di una pluralità di segni, nuova pietra di Rosetta contemporanea che – se ben interpretata anzi “consultata” (come un oracolo) sotto la giusta luminanza e crominanza s’intende – ci permette di decifrare il disvelarsi del divenire in chiave doriangrayana.”

Ruggero Lenci

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9 risposte a “Zaha Hadid rifiorisce” … criptomnesia galassica …

  1. Alzek Misheff ha detto:

    E’ una performance.

  2. sergio de santis ha detto:

    L’OPINIONE DI SDS

    E’ doloroso ammetterlo ma è proprio in quel continuo “indagare le qualità dello spazio e del tempo”, forzando la mano su quel concetto di “assetto variabile,connesso ad un tempo bidirezionale: verso il futuro, con un ritorno al passato, transitando per l’adesso” che si palesa, a saperla vedere , e solo per le sensibilità più raffinate, la forza primitiva dell’affioramento lenciano con l’inevitabile conseguenza di un dissolversi rapido e mortale di quelle eleganti trasparenze che invece avrebbero potuto sostenere la tanto attesa evoluzione “granulare (teoria dei granuli labirintici)” del totem galassiano.
    Aspettavamo quel momento …
    Ma non è stato! …
    La Criptomnestica Opera muore, “lievitando in una nuova dimensione” sotto la violenta e testosteronicamente chiara immagine di un “rifiorire” svelato come ogni maschio egoismo vorrebbe …
    E’ certo che qualcosa si è perso per sempre!

    p.s.
    Chi sa leggere … legga!

  3. Andrea Di Martino ha detto:

    Naturalmente resta er mistero più grosso: se gli oracoli sono consultabili anche in assenza di visibilità (basti pensare al cieco Tiresia), allora questi reiterati parametri (luminanza e crominanza), se pò sapè che ciazzeccano?

  4. sergio de santis ha detto:

    Andrè’ … ma porca paletta …
    …’nsomma nun voi propio capì!
    er Professore ha detto “consultata” (come un oracolo) …
    consultata … la pietra … quindi il Totem!
    …cioè rimane sempre un Totem … e quelli mica parleno …
    Tiresia era cieco mica muto!
    Al variare dei valori di crominanza e luminanza si possono interpretare gli affioramenti quali risposte ai grandi dilemmi posti dagli effervescenti archiuoccici …

    Aoh! Ce sarà un motivo per cui ‘sti professori usano certi termini?

    e poi magari so’ artri meccanismi …
    che tu magari nun poi ancora capì!
    Ma tu che ne sai!?

    Concentrati piuttosto sulla Teoria dei Granuli Labirintici …
    cerca… cerca sur http://WWW...

    avanza ..
    nun te fermà!

    Tanto quì oramai Luminanza e Crominanza so come i capitoni che er 20 de dicembre ‘mprovvisamente so passati dar fiume alla vasca de casa … (robba da sottoproletariato) …
    so già belli che marinati e nu’ lo sanno …
    Se stanno ancora chiede come mai oggi er fiume è così limpido …
    e se dicheno tra de loro:
    “a regà … anvedi che crominanza oggi … che luminanza! …ehhh … certe giornate te fanno rifiatà!”

  5. Manuela Marchesi ha detto:

    Non è che per caso la Supercazzola…

  6. Andrea Di Martino ha detto:

    Dal MANIFESTO DEL LABIRINTISMO SCULTOREO (almeno stando a ciò che risulta dalle scarse (e frammentarie) fonti reperibili online): “Insieme alla scrittura in senso lato, alla pittura, al disegno e all’architettura, la scultura contribuisce a indagare le qualità dello spazio e del tempo. Uno spazio che nella serie Morfemi Dinamici è ad assetto variabile, connesso a un tempo bidirezionale: verso il futuro, con un ritorno al passato, transitando per l’adesso. Spazio e tempo generano forma e matrice, un fenomeno e il suo opposto, innescando quel vitale conflitto possibile solo nella condizione presente. Morfemi Dinamici derivano da un’esigenza incontenibile di dare tridimensionalità a figurazioni intimamente connesse con l’idea di un labirintico spazio-tempo, a lungo confinate nella soffusa bidimensionalità e, dagli anni ‘80, imprigionate nell’immaterialità del virtuale. E da questa condizione non rinunciano ad assumere spessore granulare (teoria dei granuli labirintici), a inverarsi nell’essere. Stanchi di una progettazione tautologica che tende ad alimentarsi della sua stessa rappresentazione, intercettano e sfatano possibili minacce di cortocircuito, lievitando nella nuova dimensione “XYZ+T”: disegni divenuti materici, realtà che più non temono il rapporto con la gravità e il tempo. A saperli vedere…”
    Ecco, appunto: a saperli vedere. Inutile dire che non vi è alcuna fonte (almeno in rete), che rimandi ad una qualche definizione di “granuli labirintici”, forse assunti come concetto primitivo del necessario sistema assiomatico: quello da cui far derivare la succitata teoria (“teoria dei granuli labirintici”, appunto). Se ora volessi approfittare di Archiwatch per fare del sarcasmo a buon mercato, sarebbe fin troppo facile ironizzare sul fatto che il labirintismo scultoreo (dove il suffisso “scultoreo” ci impedisce di confonderlo col movimento omonimo che è sorto in ambito letterario), conta soltanto 2 (dico 2) adepti, che poi (manco a dillo) coincidono con le persone dei fondatori. Ma questo, signori miei, solo sulla carta, poichè, a “saperlo vedere” (ma lo vedrebbe chiunque), uno dei 2 fondatori parebbe essere addirittura un abusivo, quasi fosse entrato nel movimento in qualità di mero prestanome (e almeno in questo mi sento di dire che le radici del movimento sono fin troppo italiane). In effetti, al di là di ogni ulteriore forma di sarcasmo, dal quale rifuggo, devo aggiungere che la cosa interessante, almeno per me che non ho ancora acquisito la necessaria “capacità di vedere” (forse per una grave forma di labirintite contratta in tenera età?), è la constatazione di come il co-fondatore del movimento (tale Sandro Ricci), abbia “introiettato” i princìpi a dir poco elitari del manifesto in seno alla propria attività di scultore: quella che, almeno in teoria, dovrebbe trasferire quei princìpi nella realtà viva e pulsante (ancorchè “labirintica”) dello spazio-tempo quadrimensionale http://www.labirintismo.it/scultorilabirintisti.htm

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