ARA PACIS … CE PIOVE …

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“Buongiorno Professore, le invio una notizia “divertente” appena trovata sul web che non fà che confermare le alte capacità delle nostre adorate archistar.
distinti saluti”

Jacopo Magrini

Pioggia sull’Ara Pacis,

i pannelli di vetro della teca non reggono e l’acqua finisce sulle sculture

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ma la teca di Morpurgo …

non era stata abbattuta: …

“per evitare infiltrazioni”? …

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26 risposte a ARA PACIS … CE PIOVE …

  1. ettore maria mazzola ha detto:

    V E R G O G N A ! ! !
    Ricordo ancora quando il soprintendente disse (vedere il Giornale dell’Architettura): “Meier non si discute, il suo nome è sinonimo di garanzia!” Ora io di “garanzia” ci manderei un avviso a tutti i responsabili di questa cialtronata colossale!

    • memmo54 ha detto:

      Ma perchè ?….
      Un bel tettuccio di tegole come quelli di San Girolamo e San Rocco come ce li vedi ?
      Magari su otto-dieci bei pilastroni intorno: mattoni a vista con base e capitello !
      Una sorta di teca della teca.
      Il vecchio che salva protegge amorevolmnte il moderno dagli imprevedibili agguati della vita: gli acquazzoni !
      Pensa che immagine ! E poi anche quella, insostituibile, mente e guida (..maestro !… mi verrebbe voglia di gridare…) di LPP nella sua decima tesi lo ammette pubblicamente: abbiamo tutto il diritto di aggiungere modificare sovrapporre; tanto c’è il supporto digitale. Non specifica che ciò è vietato ai passatisti…allora ?
      Due foto un video, una mancetta (…poca roba…) al soprintendente comunale… e passa la paura.
      Saluto
      P.S. : Siamo allo sghignazzo…ormai.

      • sergio de santis ha detto:

        buongiorno memmo … mi sono perso da “non specifica che ciò è vietato ai passatisti …” in poi …
        potresti (gentilmente) approfondire la questione … io sai … sono un po’ ….

      • memmo54 ha detto:

        Approfondire che cosa ? Sono tutte cose che sapete benissimo…siete uomini di mondo…
        Saluto

  2. Manuela Marchesi ha detto:

    Ettore Maria Mazzola mi interpreta alla perfezione . Intanto io aspetto le papere intorno all’Augusteo, gia’ le vidi anni fa…insisto a dire che prima dei lavori-Meier-teca-archistar la’ sotto non succedevano allagamenti duraturi. A meno che si voglia creare una strana sovrapposizione tra la tomba di Augusto e la tomba di Adriano, ora Castel Sant’Angelo, tutti e due muniti di fossato…

  3. sergio de santis ha detto:

    Caro Jacopo,
    sempre considerando che la D.L. non è certamente stata di Meier … è certamente un particolare “irrilevante” considerata anche la posizione dell’impresa che è sempre responsabile della esecuzione dei lavori anche e soprattutto quando dovesse ritenere non idonei i particolari costruttivi che è obbligata a valutare e discutere qualora non fossero convincenti … così … giusto per chiacchierare…
    Saluti
    SDS

    • memmo54 ha detto:

      In talune circostanze la soluzione migliore per mettersi al riparo dagli eventi rappresenterebbe una tale minaccia per la purezza delle linee e per l’immagine in generale da sconsigliarne vivamente l’adozione.
      Sarebbe come mettere le mutande alle statue. Se il maestro nella sua infinita saggezza ha deciso che non vuole vedere accrocchi che ne sminuiscano il lavorio, se ha progettato un complesso sistema di piscine comunicanti dissimulate sotto le spoglie di lucernai chi sono io per confutarlo ?
      Il progetto, ben dettagliato sino all’ultima viterella, è stato validato; ritento adeguato anche sotto il profilo del dettaglio e delle soluzioni tecnico-pratiche.
      La residua responsabilità può risiedere, dunque, solo nella esecuzione carente affidata all’ultimo manovale dell’ultima impresa subappaltante; quello meno pagato e più sfigato nonchè difficilmente controllabile in un cantiere “normale” che non assomigli alla centrale nucleare (…ex nucleare… ) di Montalto.
      E’ una storia vecchia…va avanti e proseguirà per millenni… ed è uno dei motivi che hanno indotto ed inducono ancora a scartare alcune soluzioni a vantaggio di altre più sicure in ogni caso; come esperienza insegna.
      Inoltre i lavori devono procedere ed una tenace e continua discussione svelerebbe pedestre, sostanziale scetticismo; inammissibile sia per definizione e per calcolo.
      La “magagna” sta ben annidata dentro l’idea generale che non si presta ad un uso intenso, (… la mancanza di uno zoccolo costringe a ritinteggiare l’attacco a terra ogni qual volta una comitiva s’avvicina all’ingresso…) od ad essere esposte alle intemperie. Non si presta ad essere un edificio .
      Ma non c’è problema…ovvero è stato già affrontato: si fa tutto di pietra ( …ma non di spessore minimo come nella casa delle armi…); si usano materiali longevi (…grappe di bronzo…non leccatine di malta…) e la cosa funziona !
      Normalmente le cose andrebbero come affermato. L’appaltatore avrebbe il dovere di discutere dei particolari critici in mancanza di dettagli adeguati.
      “Normalmente”… nei casi normali…ma qui si tratta di riconoscere l’eccezionalità del manufatto, naturaliter legibus solutus dalla banale pratica del costruire.
      Non per caso l’architettura di Meyer era chiamata, un tempo, “architettura di cartone”; non si trattava di sensazione epidermica…fantasia di critico..ora lo sappiamo.Che il cartone non fosse una buona protezione dagli eventi però era noto a tutti (…o quasi tutti…)
      Tutto torna…un sindaco di cartone sceglie l’architettura di cartone…l’animale con l’animale si associa…
      E noi che abbiamo capito l’antifona, le prossime tasse le pagheremo con i soldi del monopoli.

      Saluto

    • memmo54 ha detto:

      Leggo sul Messaggero tale Nigel Ryan dello studio Mayer avrebbe diretto i lavori.
      Ovvio che se controllore e controllato sono la stessa persona qualche inconveninte può accadere.
      Per fortuna che, anche questa volta, c’è l’ultimo sfigato a cui possono addossare la responsabilità.
      Saluto

      • sergio de santis ha detto:

        Che vuol dire “avrebbe”? … ha o non ha diretto i lavori ?… a me sembra abbastanza improbabile anche se non impossibile … ma se così fosse si è trattato certamente di un architetto iscritto ad un albo professionisti riconosciuto dallo stato italiano e quindi nel pieno diritto.
        Comunque tanto per capirci sul ruolo della direzione lavori direi che in questo caso non mi sembra che sia come tu affermi nella risposta successiva quando scrivi “Leggo sul Messaggero tale Nigel Ryan dello studio Mayer avrebbe diretto i lavori.Ovvio che se controllore e controllato sono la stessa persona qualche inconveninte può accadere”.

        Insomma il “controllato” ovvero la ditta esecutrice, non coincide con il “controllore” cioè il presunto arch. “Nigel Ryan dello studio Mayer”; e se così è stato saremmo infatti nella più assoluta normalità qualora il Mayer (Meier … lo so che su ‘sti giornali scrivono qualsiasi cosa) avesse il titolo per esercitare la D.L. In Italia … resta comunque, importantissimo, il tema dell’Alta Sorveglianza che si impone sempre in un opera di tale rango … sia che ne esistano le motivazioni in relazione alle norme in materia sia nel caso in cui queste fossero carenti in quanto trattasi di opera pubblica di particolare rilievo.
        Importanza , si badi bene certamente non derivante da particolari qualità di carattere tecnico, quanto piuttosto dall’impatto sulla società , ovvero per il ruolo di “rappresentatività” che la investe.
        Il discorso è purtroppo è sempre lo stesso e devo dire anche noioso … ci piace chiacchierare e pure tanto … ma non è che chiacchierare sia sbagliato di per se …. è che dovremmo imporci un rigore maggiore nella discussione … ho scritto dovremmo!

        Quindi … al di là dell’approvare o meno l’aver costruito quell’edificio (o un altro) … tanto uno Sgarbi di turno a dire che non va bene lo trovi sempre ….non è questo che interessa nello specifico, così come non è interessante quale sia stato il sindaco, sarebbe stato infatti lo stesso (alla maniera italica) nel caso di qualsiasi sindaco e qualsiasi progettista … dicevo … al di là … ammesso che ci sia stata una non adeguata realizzazione ci sarebbe stato certamente, anche, un ruolo mal svolto dalle nostre istituzioni … come purtroppo spesso accade.

        Non sarei nemmeno così sicuro che il progetto esecutivo sia stato regolato sino all’ultima vitarella … ma chi l’ha visto questo progetto?
        Comunque, senza andare dentro la polemica sterile del mi piace o non mi piace, sarebbe interessante andare a vedere la effettiva esecuzione di certi particolari per poter affermare con serenità che “la magagna sta annidata nell’idea generale” … che detta così mi sembra un po’ vaga … in fondo è entrata un poco d’acqua … come peraltro nello stesso giorno anche dentro ad un importate edificio del Campidoglio.
        A tale riguardo c’è da dire che il fatto che entri acqua, per quanto certamente non sarebbe dovuto accadere, è comunque una possibilità sempre pronta ad aggredirci, specie nei casi di eccezionalità degli eventi e specie se, malgrado le apparenze, qualcosa non è andato come dovuto durante l’esecuzione e magari anche senza fare i test di tenuta.
        La verità e che la maggior parte di noi sa … più o meno … NIENTE o POCO… e quindi parliamo più o meno del NIENTE … o del POCO…
        La questione non è semplice … tanto è che nei vari casi di contenzioso a tutti i livelli “l’eccezionalità dell’evento” è considerata condizione rilevante nell’espressione di un giudizio relativamente alle responsabilità delle parti.
        Comunque l’accettazione dei disegni esecutivi proprio perchè trattasi di opere di eccezionale rilievo, non in senso tecnico come dicevamo, sono sempre discussi con l’impresa che ha il “dovere” di comunicare eventuali “punti deboli della progettazione” … perchè ‘sta cosa deve da funzionà’.
        Resta inteso che se la società appaltatrice non ha rilevato incongruenze nella descrizione del dettaglio , ovvero non ha comunicato il proprio giudizio negativo sul particolare stesso, questa resterà obbligata alla prestazione delle garanzie certamente previste dal contratto e potrà essere ritenuta anche responsabile del danno arrecato …
        Legibus solutus? … mah?!
        Comunque noi che siamo uomini di mondo certamente sappiamo come vanno le cose … per questo non ci resta altro che parlare … e convengo … perchè non posso o non riesco a fare altro , del fatto che … aoh! … anvedi! … ce manca pure lo zoccolo …oppure più o meno insensatamente se quest’opera sia adeguata o meno … tanto oramai sta là…. anche perchè come dicevamo o dicevano … nu’ lo so .. nun me ricordo … me pare … più o meno … demolire è sempre ,o prima di tutto, una (dichiarazione) di sconfitta …
        Cosa questa che però in alcuni casi andrebbe presa in seria considerazione … ma vai un po’ a valutà’ come se fa a valutà’, in un paese come questo … se se po’ demolì’ … oppure no …
        Temo che la situazione contrariamente a quanto affermato sia, invece, molto seria.
        Mi perdonerete …
        Qualche fesseria l’avrò certamente scritta …
        Cari saluti a tutti!

        P.S.

        …”Dovessero firmare oggi, in quella stessa sala, i Trattati di Roma, che il 25 marzo 1957 istituirono la Cee, la Comunità economica europea, i dodici delegati dovrebbero portarsi l’ombrello. Come pure i rappresentati dei 25 Paesi che, il 29 ottobre 2004, vi hanno sottoscritto la Costituzione per l’Europa. Perché in Campidoglio, nella sala più prestigiosa, quella “degli Orazi e Curiazi”, piove. Come, del resto, è piovuto anche sull’Ara Pacis. Piove dentro.” …

        Vogliamo imputare a Richard Meier … proprio a lui … anche questo?
        Non sono un “Meieriano” come potrebbe pensare qualcuno…

      • memmo54 ha detto:

        Qualche “perla” comincia a luccicare; forse per mettere le mani avanti Zetema lascia spiega così l’accaduto.
        Trascrivo dal Corriere:
        “…..Secondo Zetema, responsabile della gestione tecnica del monumento, «le infiltrazioni di pioggia sulla copertura del tetto sono state causate dall’otturazione di alcuni tubi di scolo a causa delle foglie trasportate dal forte vento». «Si tratta di tubi discendenti di 4 centimetri di diametro, quindi – spiega Zetema – è facile immaginare come le eccezionali piogge e il forte vento degli ultimi giorni abbiano messo a dura prova gli interventi di manutenzione ordinaria che non sono mai mancati alla struttura». …”

        Normalmente in queste sezioni ci si fa scorrere la condensa dei climatizzatori: sembra sufficente per poche gocce tuttavia si occludono semplicemente a guardarli; con la polvere e la laniccia…La natura rema contro
        Ci sarà una bella battaglia !
        Come si concluderà ?
        Fossi un platano nel raggio di qualche centinaio di metri comincerei a preoccuparmi…
        Saluto

  4. waferboards ha detto:

    che poi…a cosa serve un lucernario di vetro…non certo alla luce in questo caso…ma al calore estivo e all’acqua invernale semmai..

    • sergio de santis ha detto:

      “temo” che l’ara pacis fosse originariamente esposta completamente all’esterno … non so… magari avere la luce dall’alto … per quanto possibile magari cambia qualcosa … nella percezione dell’altare ….

    • sergio 43 ha detto:

      Memmo 54 e’ allo sghignazzo.
      Sergio 43 e’ al singhiozzo.
      Caput Mundi in testa ha un bozzo.
      …..si prega continuare la filastrocca per i bambini che ci governano….no, pardon!…che presumono di governarci.

      Aridatece il Governatore (che Dio mi perdoni la bestemmia) ma di questi Sindaci ne abbiamo avuto abbastanza!

      • memmo54 ha detto:

        La situazione è grave… ma non seria !
        Saluto

      • sergio 43 ha detto:

        Aggiungo una rima alla filastrocca dopo aver sentito che piove anche in Campidoglio dentro la Sala degli Orazi e Curiazi:
        Sergio 43 e’ giunto al disprezzo.

        Piove! Governo (Marino, Letta; fate voi, intanto l’avremmo detto a parti invertite) ladro!

      • memmo54 ha detto:

        Il campidoglio ha cinquecento anni: qualche acciacco si può concedere.
        E’ assolutamente inconcepibile che un edificio di cinque, che custodisce tanto monumento e di cui si vantano le più sofisticate tecnologie, possa far acqua come un capannone da due soldi. Allora a che serve tutta ‘sta tecnologia, tutto ‘sto denaro impiegato ?
        Saluto

  5. sergio 43 ha detto:

    Ara Pluvis….nun c’e’ Pace!

  6. waferboards ha detto:

    per la cronaca i lucernari in copertura non diffondono, ovviamente, una luce diretta e sono quindi ininfluenti per la percezione dell’altare..azzardo che nelle intenzioni dell’architetto..i lucernari avrebbero caratterizzato a copertura..scomponendola…questo è almeno quello che posso dedurre..

    • sergio de santis ha detto:

      infatti il mio commento era (mi permetto una autoquotation … come direbbe qualcuno):
      “non so… magari avere la luce dall’alto … per quanto possibile magari cambia qualcosa … nella percezione dell’altare ….”
      il cambia qualcosa era ovviamente al limite dell’ironico … per quanto riguarda la scomposizione della copertura affronterei il tema con un pò più di atteggiamento critico nella lettura di questo pasticciaccio di R.M. …perchè data la sua maniera di affrontare lo spazio se avesse voluto operareunascomposizionedellacopertura forse l’avrebbe fatto in un altro modo … se fose stato quello il tema … mi sembra di osservare invece che le vasche raccogliacqua hanno un andamento regolare per tutto l’asse longitudinale del corpo di fabbrica … cosa che mi sembra una chiara intenzione a voler generare una qualità della luce quanto più uniforme, regolare e naturale all’interno dell’edificio …apprezzandone così risultati che dipendono fortemente dalla qualità stessa della luce naturale …poi ovviamente ci saranno anche degli importanti effetti architettonici derivanti dalla modellazione della copertura …
      Quindi … per la “cronaca” … direi azzardato ritenere ininfluente il lucernario nella percezione dello spazio interno … vabbè!
      Comunque anche volendo andare incontro a questa lettura potremmo almeno dire che diffondono nello spazio interno una luce simile a quella di un cielo “coperto”? … voglio dire ..solo per via dell’assenza di ombre forti … Mica tanto mi sa …
      dovremmo infatti valutare anche la colorazione della luce del sole a seconda delle condizioni atmosferiche … anche ammettendo la velatura dei lucernari ….

      Luce del cielo totalmente nuvoloso: circa 7 000 K
      Luce del cielo parzialmente nuvoloso: 8 000 – 10 000 K
      Luce del cielo sereno: normalmente da 10 000 a 20 000 K (il valore più elevato è per il cielo di colore azzurro intenso a nord, tale valore può essere talvolta superato) …valori ovviamente corretti dalle velature che però ovviamente non traducono nella stessa unica qualità tutti i differenti valori di temperatura …

      in ogni caso tanto per valutare meglio la situazione e giusto per farsi una idea più precisa, inviterei, chi è interessato, a farsi un giro su Bing o Google Maps per dare un’occhiata a questi lucernari … immagini che già danno qualche indicazione in più sul tema delle “vasche o non vasche per raccogliere acqua” …
      per dindirindina …
      ci deve essere un buchetto da qualche parte … o una scossalina montata male … o un tratto di silicone non passato correttamente …’na guarnizione … qualche cosa ce dovrà pure essè’ …
      comunque nel commento precedente mi sono sbagliato … mi riferivo all’architetto Ryan e non a “quell’incapace” di Meier …

  7. ettore maria mazzola ha detto:

    vorrei ricordare a chi l’avesse dimenticato, oppure a chi non l’abbia mai saputo, che all’epoca del Duce Rutelli, il signor Meier (e suppongo il suo alter ego Direttore dei Lavori) ( xxx ) di sostenere l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio professionale in Italia!
    Un comune mortale straniero che volesse fare una cosa del genere, si sa, dovrebbe prima sostenere (giustamente) una serie di esami. (una mia amica argentina ne dovette sostenere ben 15 prima di poter fare l’esame di stato), perché il titolo di laurea (e la preparazione) fornita all’estero è lontana anni luce da quella che era la qualità dei nostri laureati. Racconto questo aneddoto tanto per ricordare quanti imbrogli ci siano dietro questa vergogna.
    Dimenticavo.
    Tanto per rammentare l’ignoranza tenebrosa dei personaggi che hano concepito questo progetto clonato da quello di Barcellona per consentire di avere un progetto in breve termine per accontentare il Duce Rutelli), quando avvenne la presentazione del progetto presso l’Accademia Americana una signora stravagante, con i capelli fucsia, dopo aver sentito il rappresentante dello Studio Meier paragonare l’impatto del loro progetto a quello di Michelangelo per Palazzo Farnese (evidentemente non conoscevano nemmeno la storia del progetto farnesiano), si scagliò verbalmente contro l’architetto e gli chiese come mai non avessero nemmeno tenuto in considerazione l’esistenza dei resti del Porto di Ripetta … l’ignorantissimo poveraccio disse: “Nessuno ci aveva informati che lì un tempo ci fosse mai stato un porto”.
    Questi sarebbero i personaggi che a detta del Soprintendente “non si discutono perché il loro nome è sinonimo di garanzia”.
    Ricordo altresì che anche all’interno della chiesaccia di Tor Tre Teste hano dovuto combattere con le acque meteoriche … evidentemente gli ixxx … non imparano mai dai propri errori, del resto a loro non interessa che un edificio funzioni o meno, perché per loro gli edifici sono degli oggetti, dei simboli, delle firme atti a celebrare gli autori e non ad ospitare qualsivoglia funzione. Per favore quindi evitiamo di cercare di difendere l’indifendibile e, semmai, battiamoci per la demolizione di certi stupri urbaistico-architettonici mandando il conto spese ai responsabili tutti!

    • sergio de santis ha detto:

      Vabbè … le discussioni quando si parte da posizioni troppo radicali vanno a finire sempre verso il nulla …
      Ovviamente sappiamo tutti che questa “cosa” di Meier non sarà mai demolita … la vita , anche quella dell’architettura, va avanti lo stesso …Meier o non Meier …

      Guarda la Nuvola! … No quella me sa che prima o poi si arena …

      Io poi francamente non capisco … mentre posso concepire che si parli di demolizioni per edifici o sistemazioni che provocano problemi … per così dire … di forte contenuto pratico … che ne so … per esempio Corviale … anche se è ampiamente dimostrato che il recupero di certi edifici è possibile … oppure la demolizione della pavimentazione della piazza d’Italia a Sassari che nuova nuova (a parte l’orrido che imperava su tutto) si sono accorti, dopo averla costruita, che dava problemi con il bagnato (la gente ci si ammazzava scivolando) e che le piastrelline di klinker grigio topo si rompevano con una certa facilità ….

      Ma l’Ara Pacis di Meier perchè si dovrebbe demolire? semplicemente perche ad una parte di presunti specialisti non piace? … o perchè ad una parte della popolazione romana non piace? Cosa sappiamo effettivamente sulla questione del gradimento di questa struttura?

      Mi sono trovato nel tempo a parlare con tante persone che non amano questo edificio e con altrettante che invece lo ritengono adatto alla funzione che svolge e … addirittura bello … cioè meglio di quella mezza porcheria di Morpurgo che anche lui , da bravo architetto di regime, lavorava certamente in aderenza al potere … e sorvoliamo su Morpurgo… che la sua situazione alla fine è anche più grave …
      Insomma secondo alcuni questa “porcheria” non si dovrebbe mantenere in piedi in quanto troppo offensiva in generale della dignità architettonica e storica de Roma Capoccia dei Co …. oltre che per questioni riguardanti il puro e semplice “errato inserimento nel contesto”…

      Cercherei quindi di svolgere delle riflessioni ordinate con l’idea che la discussione possa trovare un suo esito che non sia il semplice vociare intorno alla questione … altro che avvisi di garanzia per quella cialtronata … troppo facile messa così …

      Ma veramente pensiamo che ‘sta cosaccia di Meier sia una cosa gravissima?

      Devo dire che personalmente per certi aspetti la trovo estremamente interessante anche se compositivamente certo tradisce in più di qualche punto delle debolezze … per quanto riguarda la presunta intrusione di un “oggetto” così moderno in un contesto così “storico” .. ecco questo non mi scandaliza più di tanto … anzi non mi scandalizza per niente … e non credo che Roma abbia a soffrire per questa “indecenza” …

      Mi sfugge qualcosa che forse non so? … e quindi chiedo … siamo forse in odore di edificazione realizzata in bara a qualche regolamento al tempo ostativo? … perché se così fosse certo sarebbe grave … anzi gravissimo … ma se si trattasse di una pura posizione di livello “culturale” … beh … allora stiamo proprio a perdere tempo …
      regole certe e commissioni adeguate ci vorrebbero e vedreste come tutti i problemi si risolverebbero …
      ma non è questo il paese …
      a Roma alla fine timidamente ma si fa di tutto …
      guarda Eurosky … ma che è … ammazzalo quant’è brutto …
      oppure Piaza della Rovere … me vengono i brividi …
      o vogliamo parlare della Nuvola?

      Lasciamo perdere tante altre cose …

      IO PROPONGO

      …. a tutti ‘sti professori che c’hanno il voltastomaco indignati di fronte al terribile edificio di R.M. di affrontare di petto il problema e coinvolgere i propri studenti in workshop e seminari propedeutici agli esami di progettazione del 4° e 5° anno , spiegando loro perché quel progetto è sbagliato con il doppio fine di creare una coscienza critica forte nel futuro architetto ed avere “a gratis” …
      comedicevaquello …

      spiegandoglielo da professori ordinari di progettazione architettonica … o da ricercatori … o da professori associati … affinchè ‘sti poveri ragazzi possano finalmente imparare ragionando proprio su cosa non funziona e perché …
      così … presi per mano e accompagnati …
      proponendo le proprie linee guida…
      è qualcosa che sta lì …
      che si può toccare e visitare …
      comprendendone tutti i problemi …
      sia d’impostazione generale che tecnica …
      avremo poi alla fine un bel po’ di progetti che ci faranno capire dove e perchè ancora una volta , ahimè, abbiamo sbagliato … ma soprattutto perchè ‘sti grandi architetti non servono a niente … tanto noi semo pieni …
      Comunque l’acqua è entrata perchè … come spesso accade a Roma … (è accaduto anche anche a me … maledetto il pennuto) perchè l’accumulo delle foglie sul tetto ha ostruito gli scarichi .. il livello dell’acqua si è alzato ed è passata là dove poteva … cioè dove i gabbiani avevano mangiato il silicone ….
      ahahahahahahah!
      Alla fine la colpa è de quelli della manutenzione …

      • Andrea Di Martino ha detto:

        Ora basta. Io invoco l’intervento del moderatore, perchè qui si sta offendendo il comune senso del pudore. A Sè… questo è veramente troppo… E dillo che sei filomeieriano fino ar midollo!!! (come buona parte dei docenti e assistenti del resto, almeno per chi, come me, non ne ha mai conosciuto uno che non lo fosse, almeno a S. Pietro in vincoli)… A ‘sto punto, assumiti fino in fondo la responsabilità delle tue parole… Se vonno esse apologetiche, allora che lo siano fino in fondo… Ma pensamo davero (e qui mi rivolgo a tutti) che la teca di Meier si possa assolvere (o condannare) sulla base dell’effetiva funzionalità del sistema di smaltimento dell’acqua? Ma de che stamo a parlà? De ‘na quarche architettura comunque intesa!? Ma se è ‘na pompa de benzina!!! Ce serve davero quarche professorone de valle Giulia (o de San Pietro in Vincoli) che ci “prenda per mano” al fine di condurci innanzi al distributore “griffato” per poi disvelarci l’arcano? E’ ‘na pompa de benzina, a Sè… ‘na pompa de benzina… co’ l’unica differenza che er brise soleil è conformato in modo tale che, a certe ore del giorno, il particolare filtraggio della luce non ha altro effetto se non quello de trasformà er manufatto romano in una sorta de monumento senese. E’ de questo che stamo a parlà?

      • ettore maria mazzola ha detto:

        caro Sergio,
        comprendo che non sei al corrente di quello che è successo negli ultimi 13 anni (almeno) circa questo argomento.
        Fermo restando che la richiesta di fare dei contro-progetti è stata fatta da noi della Notre Dame sin dal 2000-01, cosa della quale è stato pubblicato un bel libro edito da Alinea, libro che oltre ad includere i progetti svolti dagli studenti undergraduate e graduate della nostra università, includeva anche molti progetti sviluppati da architetti come Colin Rowe, Léon Krier, Liam O’Connor, etc., qui non si tratta solo di contestare l’abominio di un progetto che è stato contestato dall’intera cittadinanza romana (stranamente anche da moltissimi architetti e docenti universitari), ma anche di contestare il modo truffaldino col quale il duce-Rutelli affidò quell’incarico, il modo illegale con il quale venne dato a Meier il titolo abilitativo ad esercitare in Italia, il modo sottobanco col quele venne pagato facendo credere che il progetto fosse un dono alla Capitale, il modo ditatoriale col quale il cantiere è stato portato avanti nonostante i ripetuti sigilli, il modo assurdo col quale non è stato dato seguito alla condanna da pate della Corte dei Conti per lo spreco di denaro pubblico causato dal non aver calcolato per tempo una serie di cose che hanno comportato la modifica in corso d’opera del sistema di fondazione cosa che ha comportato una spesa maggiore di 8 mln di euro (pare che il progetto sia andato avanti senza che esistesse il progetto completo depositato presso il Genio Civile)
        A suo tempo abbiamo provato ad organizzare una mostra convegno dei contro-progetti, avevamo ottenuto una risposta positiva da Strinati che ci concedeva Palazzo Venezia, poi ci fece sapere che non potevamo più farlo facendoci capire che erano arrivate pressioni dall’alto che vietavano di mettere in discussione le scelte del Duce di turno, tramite un amico allora riuscimmo ad avere un incontro con la responsabile di Palazzo Braschi per ottenere in concessione quei locali, la “signora” però non sapeva di cosa volevamo parlare e, quando lo scoprì s’inalberò, di accese una sigaretta e, sfumacchiandoci in faccia, ci disse: “E che siamo scemi, mica possiamo fare un autogoal! Per il momento non se ne parla, prima si finisce il progetto di Meier e poi si vedrà se concedervi uno spazio per mostrare le controproposte!” potrei andare avanti all’infinito ma preferisco stendere un pietoso velo su questa porcata a 360°. Se vuoi saperne di più puoi cercare nel web le mie decine di articoli e post disponibili.
        Ciao
        Ettore

  8. sergio de santis ha detto:

    Ma vedi .. Ettore… sarà certamente come la racconti … per quanto riguarda le procedure … posso anche essere con te … anzi certamente lo sono … poi …capirai … R U T E L L I …
    Non mi stai raccontando nulla che in realtà non abbia continuato ad immaginare durante questi ultimi 13 anni … e questo vale come dicevo per tante altri casi … “pensa te che la Corte dei Conti s’è pure preoccupata di 8 miliono di euro” spesi oltre il previsto … magari erano pure di più … mi sembra di ricordare … ma invece come stiamo messi con i duecento della Nuvola ?…
    Che disastro …
    Comunque in ogni caso qui la questione è stata innescata da alcune considerazioni di carattere tecnico … e di quello stavamo parlando …
    ovvero relativamente al fatto che dentro ‘sta cosa alla fine … piove … poi via via si sono aggiunte delle cosette …
    e questi sono problemi tutti spiegabili tecnicamente … perchè … poi, per quanto possa fare schifo … per esempio al giovane Di Martino … mi sembra improbabile che si possa pensare che uno studio come quello di R.M. non abbia le competenze tecniche per fare un edificietto come quello … questo è ridicolo …
    sul tema del linguaggio lasciamo perdere … perche tanto non si va da nessuna parte …
    Regna il caos … sempre ….Guarda Andrea che nella confusione della sua continua tempesta Ormonal-Architettonica-Rossian-Passatista pensa che qui se stia valutando l’opera sulla base della funzionalità del sistema di scarico delle acque …
    Vabbè …
    Insomma m’ha dato pure del filomeieriano …
    Ma tanto prima o poi cresce! E se rende finalmente conto che non ci stanno solo le ……… ma anche le ………. o no? Scherzo per carità! … scherzo! …
    In ogni caso …
    Ma alla fine per mettere in mostra dei progetti o Palazzo Braschi o Palazzo Venezia o …niente? Bah!! …io se fossi in te insisterei visto che il tema sembra ancora ancora molto caldo … pensa che bello … una bella mostra intitolata:
    “AVEVAMO RAGIONE NOI : ecco perchè il progetto di Richard Meier all’Ara Pacis non si sarebbe mai dovuto realizzare”
    un caro saluto,
    sergio de santis

    • ettore maria mazzola ha detto:

      caro Sergio,
      è indubbio che il discorso sia partito dalle infiltrazioni e poi si sia divagato, il problema è che con questa struttura sono successe talmente tante cose irritanti che, alla fine, è il caso di dirlo, questa sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso!
      Comunque lo “Studio Meier” che a dire del Soprintendente “non si discute perché è sinonimo di garanzia” nella sola Roma ha dimostrato ampiamente di non essere in grado di capire che certi meteriali e soluzioni di copertura non sono adatti. Alla Chiesa di Tor Tre Teste ci è piovuto non poco prima di risolvere i problemi grazie a dei “praticoni” che hanno messo le giuste scossaline. Il grande Meier disse che certe soluzioni non spettano a lui ma a chi fa gli esecutivi … già, perché queste “stars” fanno gli scarabocchi che poi vengono resi possibili da centinaia di personaggi (spesso giovani architetti sottopagati che si prestano a lavorare per certi incompetenti) che eseguiranno gli esecutivi. Provate a chiedere a Meier se sa come si disegna un particolare tecnico per le sue “splendide” coperture … ci sarà da ridere! Il problema è che a noi ci bocciavano agli esemi di compsizione se non sapevamo risolvere ciò che progettavamo, mentre a personaggi come lui e Zazà non solo è consentito tutto, ma vengono anche osannati quali nuovi dei dalla massa di architetti e docenti che per servilismo, oportunismo ed ipocrisia non ha il coraggio di dire che certi personaggi sono il simbolo del fallimento culturale di una generazione ignorante che ha fatto la propria fortuna grazie all’arroganza ed alla presunzione … del resto c’era un losco personaggio che ha fatto la storia della facoltà di Roma che diceva che ognuno aveva il diritto di definirsi un “poeta”!
      Ora, su questa schifezza dell’Ara Pacis è già partito il vergognoso scarica barile e difficilmente verranno individuati i reali responsabili cui mandare il conto delle spese, sicché tutto verrà presto dimenticato e questi individui continueranno imperterriti a fare ciò che credono accusando magari gli
      A tal proposito, e per comprendere meglio il perché del marciume diffuso nella nostra società in materia di “dittatura culturale” e gestione degli appalti, e ovviamente in relazione a quello che sarà il modo nel quale andrà a finire questa triste storia romana, ti riporto un estratto dal mio libro “Architettura e Urbanistica – Istruzioni per l’Uso”

      Vista l’analogia storica, e per meglio comprendere quello che accade in determinate situazioni, parafraserò, attualizzandolo, quanto ebbe acutamente modo di osservare nelle sue “Conversations sur l’Architecture” Eugène Viollet-Le-Duc all’epoca in cui fu vittima dell’ostracismo da parte del sistema Beaux-Arts.
      L’influenza esclusiva che può assumere una congregazione irresponsabile nei riguardi di un potere esecutivo responsabile è talmente grande da rischiare di non poter essere controllata: cosa può opporre un’amministrazione non competente all’opinione di un’università o un ordine professionale che lo Stato stesso (poiché è lo Stato che li sostiene) considera del tutto competente? Come ammettere che un’amministrazione che non è artista, si accinga ad assumersi le responsabilità di affidare, per esempio, la costruzione di un monumento pubblico a un uomo che rifiuta un corpo che si ritiene si recluti nell’élite degli artisti? (è pur vero che oggi gli incarichi pubblici, benché apparentemente garantiti da Leggi come l’abominevole “Merloni”, vengono costantemente affidati tramite il regime clientelare, il rapporto di conoscenza, il nepotismo e, troppo spesso, affidati all’Architetto – faccendiere agganciato il quale, facendosi poi affiancare da un compiacente nome carismatico, soddisferà la sete di propaganda elettorale del politico locale che, così, potrà dimostrare di aver portato una star nella sua città!).
      Per i grandi incarichi, comunque, dovendo rispondere a delle Normative di trasparenza e non potendola fare proprio sporca (eccettuati i casi come l’Ara Pacis di Roma i cui lavori sono quasi ultimati nonostante le varie sentenze dei tribunali e della Corte dei Conti), l’amministrazione trova più semplice, e meno compromettente, ripararsi dietro l’opinione dell’organo colto (commissione giudicatrice decisa dall’Ordine degli Architetti o da chicchessia che, comunque, sarà composta come al solito dagli adepti della “setta” e mai dalla gente comune che dovrà vivere ciò che le si costruisce), che però non è responsabile e non è minimamente tenuto, nei confronti del pubblico, a rendere conto dei reali motivi che lo fanno agire, e ben si guarda dal rivelarlo, se lo farà argomenterà le sue decisioni con le tipiche frasi arcane mirati a far sentire il popolo come una massa di sudditi ignoranti per i quali lo Stato “buono” produce. Si capisce che in tali condizioni, in un’amministrazione che “non se ne intende” di speciali questioni d’arte, gli affari della lobby vadano alla grande. Così queste amministrazioni si trovano ben presto completamente alla mercè dei capi della congregazione e circondate dai suoi aderenti, impiegati ad ogni livello. Questi ultimi divengono tanto più numerosi e sottomessi allo spirito del corpo, quanto più sentono che la sua influenza si accresce e che il suo potere si rinsalda in tutti i servizi dei lavori pubblici. Poiché tali servizi ormai intendono esprimere una sola opinione su tutto, e visto che tutti gli “oppositori del regime” sono stati costretti a tirarsi fuori dalla mischia, credono in perfetta buona fede di essere nel giusto … fino al momento in cui, per un caso fortuito, si assiste ad un brusco risveglio. È solo a questo punto che questa responsabilità – che l’amministrazione credeva potesse accollare al corpo protetto – viene invece a ricadergli addosso come un macigno, a questo punto il corpo irresponsabile se ne lava le mani. Così facendo, si suppone, l’istituzione statale dovrebbe divenire per lo Stato imbarazzante, tuttavia inizia un tira e molla di scaricabarile finché, col tempo, ci si dimentica e si ricomincia come se niente fosse stato!

      Ciao
      Ettore

    • Andrea Di Martino ha detto:

      ma che te voi insiste, a Sè… sarebbe come insiste co’ un docente universitario che la loro tesi sulla presunta obsolescenza del classicismo è sfacciatamente falsa, viste le preferenze der cosiddetto popolino, che a mio modesto parere potrebbero rientrare tra le cause di successo dei vari Porfirios, Stern, Graves, Krier, ecc. ecc. (ovvero tutta una serie di progettisti sicuramente molto più “estremisti” dello stesso Rossi che vorrebbero condannare alla damnatio memoriae)… E tu ce lo dovresti da sapè, visto che in passato hai lavorato come assistente universitario, oppure devo ammette l’ipotesi che Valle Giulia è più democratica de San Pietro in Vincoli… Ma anche ammettendo tale ipotesi, resta sempre er mistero più grosso: quello de capì perchè er Mazzola insegna alla Notre Dame piuttosto che a Valle Giulia, che poi, a parità di stipendio, sarebbe forse più vantaggioso, non foss’altro per la possibilità di potersi esprimere nella propria lingua madre)… E qui parlamo de democrazia, non certo di architettura… In quanto a Meier, sei tu che hai afferrmato che la sua teca non è priva di aspetti interessanti, però non li hai descritti (ma de questo ne parlamo stasera alla “fiera der mobile”)… Der resto, a Sè, questo nun è un cavillo, ma piuttosto ‘na questione de principio… Quanno se fanno certe affermazioni in particolari circostanze, poi è logico che uno se deve sbilancià… Tu parli dell’esigenza de cresce, e me sta bene… ma cresce significa tante cose, tra cui la consapevolezza che quanno se arza ‘na barricata, bisogna schierasse o da ‘na parte o dall’altra (anche quanno farebbe comodo imboscasse)… Sennò famo come quei docenti che dicono che er classicismo è da ritenersi superato solo perchè so’ passati vent’anni dalla morte di Rossi (sì, ho detto vent’anni, perchè evidentemente pensano de potè barà perfino sui numeri)… Troppo comodo, caro Sergio… Troppo comodo…

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