Caro prof. Muratore, per buon augurio invio una mia proposta per la conservazione della Piazza-parcheggio di Forlì.
Isabella Guarini
Caro prof. Muratore, per buon augurio invio una mia proposta per la conservazione della Piazza-parcheggio di Forlì.
Isabella Guarini
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e le radici di quegli alberi?
Non si tratterebbe di alberi ma di arbusti e pergolati. Comunque, si dovrebbe predisporre una superficie impermeabile a forma di vasca per il contenimento del terreno vegetale, sostenuta da una struttura automona. Ma sono possibili più soluzioni.
Gentile architetta Guarini forse, vista la sua proposta, sarebbe stato meglio da parte sua limitarsi a firmare modestamente l’appello. Non penso che questa realizzazione abbia bisogno di aggiungere gratuiti alberellii per sostanziare la propria splendida esistenza. E’ un parcheggio e tale dovrebbe restare così come pensato dal maestro che, se avesse ritenuto necessari gli alberi, li avrebbe certo messi. Porre modestamente una firma in un appello può servire a bloccare insensati processi di valorizzazione. Ma fose è una speranza di un non architetto come il sottoscritto.
antonio berchielli (fi).
Al tempo in cui è stata concepita l’opera si era troppo fiduciosi nel valore in sé della costruzione. Per fortuna ci siamo accorti che l’architettura può convivere con la natura e abbiamo i mezzi per realizzare questo. Se si fosse fatto un concorso pubblico nessuno avrebbe protestato, come fa lei, per le proposte di riadeguamento di un parcheggio al contesto. O tempora o mores!
Ripeto non sono architetto quindi non mi intendo di progetti, ma, gentile architetta isabella, pensa davvero che aggiungere arbusti e pergolati significhi come lei scrive ” che l’architettura può convivere con la natura e abbiamo i mezzi per realizzare questo..”? basta così poco ? a volte, sarà perchè vivo a Firenze, mi riesce di “spaziare” attorno al disegno di una partitura nuraria molto di più che di fronte a un panorama…. Per non parlare dell’estasi che provo quando sono avvolto da qualche cupola…. altro che smarrirsi in una foresta… Sono certo che lo stesso accadrà a lei a Napoli. Ne approfitto per augurarle un sereno 2010 e mi scuso, con tutti, per essere intervenuto maldestramente in una discussione accademica tanto elevata a me certo poco adatta. Ha ragione ancora lei architetta isabella. Sono davvero brutti tempi se anche i ferrovieri,quando possono,sbirciano blog che non parlano di treni….
Per i costumi, a guardare l’anno passato e alle feste di compeanno napoletane, non sembra andare meglio!!!
ancora auguri
antonio berchielli (Fi)
Siamo architetti ed il nostro linguaggio è il disegno (o il fotoritocco…) ed io leggo “alberi” non arbusti o pergolati, per questo mi chiedevo dove sarebbero finite le radici.
Grazie a.b., ha dimostrato che gli architetti… anche nel loro piccolo… s’incazzano…
Gentile Berchielli,
in arte l’occhio deve avere la sua parte o al naturale o artificiale. Perciò “ove natura manca arte supplisce e viceversa!” La comprendo, il panorama di Firenze è più artificiale che naturale. Vuoi mettere la bellezza del Golfo di Napoli, con le sue riviere e isole e la maestosità di Vesevus e Pompei ed Ercolano e i Campi Flegrei. C’è da riempirsi tanto gli occhi da non vedere le feste di compleanno delle ninfette di periferia. Ma io adoro anche Firenze per la sua perfezione cosmica geometrico-rinascimentale, ma noi Partenopei, eredi diretti della Magna Grecia, siamo imperfetti, perché non possiamo competere con la perfezione dello scenario naturale in cui siamo immersi. Buon 2010!
Dal mio piccolo punto di vista di giovane architetto, oltre che amante dell’arte di photoshop (sì, cari miei è diventata arte per qualcuno, non rabbrividite e fidatevi), quoto l’osservazione di Antonio Berchielli: una proposta più sostanziosa dal punto di vista pratico e grafico l’avrei saputa imbastire meglio io al terzo anno di architettura…
Scusate, ma anche gli architetti giovani si incazzano.